Plotino fa parte della corrente del neoplatonismo e
cronologicamente è dopo le origini del cristianesimo, ma poiché ha idee
in comune con la filosofia greca, viene trattato prima.
Plotino e gli altri neoplatonici si preoccupavano di approfondire il
pensiero di Platone e di capirne certi significati. Al centro della
riflessione di Plotino c'è il problema dell'essere: quale struttura esso
abbia, come possano conciliarsi unità e molteplicità, immobilità e
movimento, eternità e tempo….
Il termine neoplatonico è stato attribuito loro solo più tardi, quando
gli studiosi sono diventati consapevoli delle rilevanti differenze con
Platone; loro invece si
consideravano platonici.
Plotino nasce a Licopoli nel 205, in Egitto. Scrive in greco, poiché si
trovava nella zona orientale dell'Impero, mentre in quella occidentale si
parlava il latino. Frequenta la scuola di Ammonio Sacca. A 40 anni si
trasferisce a Roma, dopo aver seguito l'imperatore Gordiano III in una
spedizione in Persia. A Roma fonda una scuola platonica ed ebbe anche
l'idea di creare una sorta di città dei filosofi che avrebbe chiamato
Platonopoli. Muore nel 270.
I neoplatonici hanno innovato alcune concezioni del pensiero platonico.
Nel Timeo Platone aveva affermato che c'erano 3 realtà eterne (materia prima,
idee e Demiurgo) che erano il principio di tutto.
Secondo Plotino la spiegazione è profonda se serve a ridurre qualcosa di
complesso a presupposti semplici (per esempio Newton ha utilizzato solo 3
principi per spiegare tutto il movimento).
Plotone era convinto che dietro ai tre elementi ci fosse una spiegazione
più profonda che riservava all'insegnamento orale. Oggi la critica ha
dimostrato come i pensieri espressi nelle prime pagine del Timeo fossero
effettive convinzioni di Platone, e non avevano forma di mito, come la
parte rimanente del dialogo.
Plotino voleva spiegare tutta la realtà attraverso un unico principio,
chiamato appunto UNO, perché definito come ciò che non è molteplice.
Nelle Enneadi (l'opera principale, scritta in greco, dove viene esposta la
metafisica platonica) l'Uno viene concepito come un Dio, con le dovute
differenze che lo distinguono dal Dio delle religioni monoteistiche:
secondo le religioni Dio crea dal nulla e liberamente, l'Uno invece è il
fondamento necessario di tutto ciò che esiste.
Plotino, per designare la relazione tra l'Uno e
tutto ciò che esiste, utilizza un termine greco che può essere
tradotto in due modi:
· Emanazione: l'Uno emana il mondo.
· Processione: il mondo procede dall'Uno.
L'emanazione o processione è quel procedimento
rispetto al quale l'Uno porta all'esistenza del mondo e spiega perché
esso esiste. L'Uno ha emanato il mondo, non lo ha creato. Plotino dice che per
spiegare il concetto di emanazione possiamo usare due metafore:
il sole emana luce e calore, la rosa emana profumo
dal sole proviene il calore, dalla rosa proviene il profumo
Questi esempi però non ci danno l'idea giusta di
emanazione; il sole e la rosa prima o poi si esauriscono. Per Plotino,
invece, il soggetto emanante è così pieno d'essere che anche con
l'emanazione non diminuisce, non viene minimamente modificato o alterato.
Le 3 IPOSTASI eterne sono l' UNO, l'INTELLETTO
(logos) e l' ANIMA DEL MONDO
L'ipostasi è ciò che sussiste di per sé. È un particolare modo
d'essere della sostanza e, precisamente, la sostanza nel momento in cui
dà vita al processo produttivo e, dunque, diviene "altro"
rispetto al principio da cui deriva. Questo "altro" è
l'ipostasi, qualcosa di inevitabilmente "inferiore" nei
confronti della sostanza originaria, ma pur sempre "sostanza"
capace - a sua volta - di generare ulteriori "ipostasi".
Intelletto e anima del mondo sono emanati dall'Uno,
non cronologicamente ma logicamente, nel senso che dipendono dall'Uno. Sono tutti eterni, ma se non ci fosse
l'Uno non ci sarebbero intelletto e anima del mondo. L'Uno non è stato
emanato, esiste di per sé.
Intelletto: Plotino lo chiama logos. È l'insieme delle idee platoniche.
Dobbiamo prendere, dal Timeo, l'insieme delle idee, l'iperuranio: questo
è l'intelletto. Le idee sono quindi eterne, ma non originarie, perché
emanate dall'Uno.
S. Agostino ha detto "Le idee sono eterne come Dio, perché se non ci
fosse Dio, non ci sarebbero".
Anima del mondo: l'anima è ciò che dà vita, unità, organicità al
cosmo, che non è un caos ma è ben ordinato. L'anima occupa una posizione
intermedia tra mondo intelleggibile e sensibile: essa, da un lato, si
volge verso l'intelletto e quindi partecipa alla vita dell'Uno;
dall'altro, come anima del mondo, plasma, da forma e ordine alla materia
dell'universo fisico e infine si specifica nei singoli corpi viventi.
Il tempo è una dimensione propria dell'anima del mondo, senza questa il
tempo non esisterebbe. Per le realtà eterne (idee e Uno) il tempo non ha
senso. Anche l'anima del mondo è eterna, ma siccome governa un mondo
mutevole avrà in sé la concezione di tempo. Per Platone il tempo era
creato dal Demiurgo, per Plotino dall'anima del mondo. Ciò non è però
contraddittorio. La domanda: cosa c'era prima dell'Uno e dell'intelletto?
è senza senso, perché questi non sono nel tempo.
Se diciamo che l'Uno emana il cosmo, da dove salta
fuori la materia di cui è fatto? Anche perché Uno, intelletto e anima
del mondo sono tutti immateriali.
Platone diceva che la materia è eterna, quindi bisognerebbe dire che
l'Uno emana la materia. Plotino però non lo accetta.
Se dico: esiste la luce e esiste il buio, è si una frase sensata, ma se
dico così, sembra che esistano due realtà autonome, originarie. Oppure potrei dire che
esiste il buio quando non c'è la luce; in questo caso c'è solo una
realtà.
Secondo Plotino posso far vedere che anche la materia non è un ente
originario: prendiamo una casa che essendo sostanza è sinodo tra materia
e forma.
la MATERIA sono i mattoni , il cemento e il legno
la FORMA è la funzione abitativa della casa
Ogni cosa che troviamo nel cosmo è sostanza,nel senso aristotelico del
termine, formata da materia e forma
(che è un'idea, quindi presente nell'intelletto). Se prendiamo, per
esempio, il mattone, questo è a sua volta formato da materia (argilla) e
forma (parallelepipedo con le giuste proporzioni e la necessaria durezza,
impenetrabilità e capacità di resistere al peso, ecc.). L'argilla la posso
dividere ancora in materia e forma. Nel Timeo di Platone, il Demiurgo
plasmava il cosmo unendo materia e forma. Plotino ritiene che questa
spiegazione sia insoddisfacente, quindi sostiene che esiste solo la forma, la materia è
mancanza di forma che non scompare del tutto solo perché la nostra
conoscenza è limitata.
Se assumiamo quindi il punto di vista che la materia non è autonoma, ma
solo mancanza di forma, allora tutto dipende dall'Uno che emana
l'intelletto, l'anima del mondo e le forme ordinate che determinano il
cosmo.
L'Uno non può essere definito. L'unica cosa che si può dire è che non
è molteplice. Se dicessimo che è spirituale o altro ridurremo la
possibilità di esistenza dell'Uno.
L'Uno può dirsi propriamente ciò che non è: "essendo infatti la
natura dell'Uno generatrice del tutto, non è nulla di ciò che esso
genera". Da tutte le cose l'Uno, dall'Uno tutte le cose.
I teologi medioevali parlano di teologia apofatica, che definisce Dio con
caratteristiche negative (Dio NON è…). L'Uno è definito solo
negativamente, possiamo solo dire cosa non è Uno, non cos'è (l'Uno NON
è…).
Strada del ritorno: il percorso che l'anima deve
compiere se vuole ricongiungersi all'Uno.
I suoi gradini sono: VIRTÚ, BELLEZZA, FILOSOFIA, ESTASI
L'anima individuale è un modo di essere, una
manifestazione dell'anima del mondo, cioè una delle forme dell'Uno.
L'anima umana è come una scintilla di divinità dentro di noi. Quindi
l'anima desidera ardentemente riunirsi con Dio, l'Uno. Questo percorso,
composto da 4 gradini, avviene nella vita dell'uomo, non semplicemente
dopo la morte (analogia con il cristianesimo: idea che l'impegno e il
merito portino alla realizzazione della persona e alla sua felicità).
I quattro gradini sono:
· La Virtù, che è purificazione, liberazione dall'esteriorità e dalla
corporeità. Si intende la disposizione ad agire bene moralmente. Plotino
vede la vita dell'anima nel corpo umano come una scintilla di bene
incatenata al corpo. Questo percorso rende l'anima più indipendente
dal corpo. È il primo gradino, perché quando un uomo agisce secondo
virtù (contrasta i propri interessi e le pulsioni fisiche) per Plotino è il
primo tentativo di liberazione dell'anima.
· Amore per la bellezza, che permette di cogliere la manifestazione
dell'Uno nell'ordine delle cose. Si può provare solo se si agisce secondo
virtù (vedi il Simposio di Platone).
· La filosofia, amore per il sapere, che secondo Platone e Aristotele era
il massimo livello. Per Platone solo i filosofi potevano governare la
città, cioè lo Stato. Per
Plotino invece la filosofia non è il livello più alto a cui può
aspirare l'anima umana. Questo perché l'Uno è una realtà suprema, che
ha un valore assoluto, raggiungerlo
significa essere una cosa solo con lui; il sapere invece si fonda su una forma di
dualismo che è ineliminabile. Quando noi sappiamo, distinguiamo il
soggetto che conosce e l'oggetto conosciuto.
Es: Io imparo un teorema; io sono il soggetto conoscente, il teorema è
l'oggetto conosciuto
· Con l'estasi il soggetto conoscente diventa un tutt'uno con l'oggetto
conosciuto. Estasi = uscita da sé, l'uomo perde la propria identità.
Plotino puntualizzava che quello che diceva dell'estasi
era spesso inadeguato, perché credeva che l'estasi non si potesse
definire. Se l'estasi sfugge alla definizione razionale, vuol dire che c'è
qualcosa che va oltre e che non è definibile. Dato che ciò che
differenzia la filosofia dal misticismo è la razionalità, l'estasi va
oltre la filosofia. L'estasi si può solo provare, sperimentare, vivere: uno non può farla
provare, nè spiegarla compiutamente.
L'estasi non è qualcosa di magico: i maghi pensavano che la magia fosse
un sapere solo per gli adepti. L'estasi dei maghi non è quella di Plotino.
Per questo l'estasi è un qualcosa a cui tutti possono arrivare
(attraverso il percorso esistenziale delineato nelle Enneadi), non
riservata agli appartenenti a una setta o a degli illuminati. Plotino, a differenza di alcuni
mistici cristiani, non pensa che l'estasi sia una conseguenza
dell'ascetismo (rinuncia al piacere).
Gli storici ritengono che i teologi cristiani, quando hanno elaborato la
concezione di Trinità (Concilio di Nicea, nel 325), sono stati influenzati
dalla concezione neoplatonica per definire i rapporti tra Padre, Figlio e
Spirito Santo.
Il Padre può essere concepito come l'Uno, che ha
emanato il resto. Il Figlio non è da intendere come Cristo uomo, ma come
Logos, Verbo, visto dai teologi come persona divina eterna, rispetto al
quale Gesù Cristo rappresenta la natura umana del Verbo ("il verbo
si è fatto carne", Prologo al Vangelo di Giovanni). Lo Spirito Santo era
qualcosa che, mandato dal Padre, dà ordine, aiuta il mondo, lo accompagna
alla salvezza eterna.
Padre, Figlio e Spirito Santo sono coeterni.
RAPPORTO CRISTIANESIMO E FILOSOFIA
Es: esiste una matematica cristiana? No, perché la
matematica è indipendente dal fatto che uno sia credente o no.
Siccome la filosofia voleva essere una scienza dimostrativa, non c'è
nessun rapporto tra filosofia e cristianesimo come tra matematica e
cristianesimo. Però gli storici hanno constatato che con l'avvento del
cristianesimo si sono affermate teorie e concezioni che prima non esistevano ed è
quindi chiaro che la filosofia ne rimane influenzata.
Concezioni cristiane
che hanno influenzato la filosofia:
· Creazione dal nulla: esisteva già nell'antico testamento (ben prima di
Platone, Aristotele, neoplatonismo). Però la Palestina era una provincia
dell'Impero Romano con la quale nessun intellettuale veniva a contatto
(nessun greco si sarebbe mai messo a studiare l'ebraico). Finché il
cristianesimo non si diffonde, i filosofi non la conoscono.
· Incarnazione (Cristo fatto uomo): se uno crede che Dio si è fatto uomo, considera la situazione umana talmente alta e "buona" che
anche Dio può farne parte. Questa concezione dà importanza alla persona
(nelle altre religioni donne, bambini e schiavi non erano considerate
persone).
· Monoteismo: i filosofi greci hanno sempre parlato di una religione
politeista.
· Antropocentrismo: uomo al centro dell'Universo. L'Universo è stato
creato da Dio per il bene dell'uomo. La natura non è qualcosa di
disordinato ed è stato finalizzato da Dio al bene dell'uomo, affinché
questi ne usufruisse. E' lecito, per esempio, mangiare la carne, uccidendo
gli animali per nutrirci.
· Dio è nomoteta (facitore, autore di norme): perché un uomo segue
delle norme morali? Per Aristotele lo fa perché solo essendo virtuosi si
è felici. Per il Cristianesimo Dio ci ha dato i Dieci Comandamenti che
devono essere seguiti, proprio perché è Dio che lo vuole. Vanno seguiti
in primo luogo perché Dio lo comanda, solo subordinatamente per ottenere
la vita eterna. Non sono imperativi ipotetici, ma categorici. Questo tema
sarà oggetto di grandi dispute. Volontarismo (il bene è bene perché
così vuole Dio) o legge naturale (Dio vuole e comanda il bene perché è
bene)?
· Vita eterna: resurrezione dei corpi. L'immortalità dell'anima non è
un dogma del cristianesimo, anche se fa parte della tradizione e della
cultura cristiana, perché ciò che veramente conta è credere nella vita
eterna e nella resurrezione dopo il Giudizio Universale.
· Rapporto fede - ragione: la filosofia usa solo la ragione, la fede
fornisce delle verità alle quali l'uomo accede senza dimostrazioni.
Com'è questo rapporto? Grande interrogativo del Medioevo. La soluzione
prevalente consisterà nel pensare che la Rivelazione può far conoscere
all'uomo delle verità inaccessibili alla pura ragione, ma queste verità
non saranno mai contrarie alla ragione.
· Concezione progressiva della storia: i Greci avevano una concezione del
tempo ciclica, i cristiani l'avevano lineare. Peccato originale e venuta
di Cristo sono avvenimenti unici e irripetibili. Molti storici credono che
uno dei motivi del potere dei Paesi cristiani (occidente) sia l'idea
ottimistica del progresso, del fatto che si può sempre migliorare.
· Capovolgimento dei valori: (già visto con Socrate) i valori più
importanti non sono la gloria, la ricchezza, la forza, la salute, la bellezza, ma la lealtà, la
fratellanza, l'umiltà, la coerenza interiore, la purezza di cuore…
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