La voce del popolo, 13
marzo
2025, pag. 21
La visita pastorale del
Vescovo
Un
confronto aperto su tante luci ed evidenti difficoltà
di Maurilio Lovatti Nel
racconto del rappresentante laico della Zona pastorale XXXI il cammino di
preparazione affrontato dai Consigli di partecipazione |
I Consigli pastorali di 9
parrocchie (su 13) della zona Brescia Sud hanno promosso momenti sinodali
per cercare di delineare i tratti distintivi delle comunità cristiane. Ne
è uscito un quadro significativo, ricco di luci, ma segnato anche da
evidenti difficoltà.
Tra le luci la percezione condivisa di una chiesa viva, accogliente,
collaborativa. I laici impegnati nelle attività e nelle associazioni e
gruppi parrocchiali cercano di operare con spirito di fraternità per il
bene comune. La regolarità delle celebrazioni liturgiche, l'animazione
del canto, il funzionamento della catechesi e l'impegno nella carità sono
generalmente riconosciuti.
Tra le difficoltà il calo notevole della frequenza alle messe e la
partecipazione sempre più ridotta dei giovani alle attività
parrocchiali. Per diversi laici la chiesa è “ancora troppo clericale”
e i laici talvolta “faticano a trovare spazi reali di
corresponsabilità”. Molto diffuso, quasi unanime, e il senso di
stanchezza di chi fa parte degli organismi di partecipazione. L'entusiasmo
e il desiderio di partecipazione dei primi decenni dopo il Concilio sono
ormai solo un ricordo. Le Unità Pastorali, in via di costituzione, sono
avvertite come “una grande opportunità”, da cui si attendono
risultati positivi nella condivisione di risorse, esperienze e competenze.
Tuttavia il moltiplicasi dei livelli di partecipazione (parrocchiale,
unità pastorale, zonale) può creare ulteriori difficoltà e appesantire
l'impegno dei laici senza generare una migliore corresponsabilità. La
normativa sulla partecipazione richiede un profondo riordino di organi,
ruoli e competenze, che certamente il Vescovo deciderà sulla base delle
indicazione dell'Assemblea diocesana prevista per aprile 2026.
Un altro tema importante è quello del rapporto tra la pastorale ordinaria
e quella d'ambiente. La liturgia, la catechesi, le attività caritative, i
momenti di festa e di condivisione, nonostante il calo di partecipazione,
mantengono vitalità e significato condiviso, anche perchè consolidati
nel corso dei decenni. Invece più difficile e faticoso è l'ambito del
dialogo con la società civile e le istituzioni: con le scuole, i Consigli
di quartiere, i Punti Comunità, le associazioni sportive e culturali, le
comunità religiose non cristiane è difficile costruire e mantenere
rapporti proficui, specialmente in città, dove è minore la coesione
sociale e la conoscenza reciproca degli abitanti. Tuttavia è diffusa la
consapevolezza che il senso di appartenenza e la crescita della relazioni
di fraternità nelle parrocchie non sono fine a sé stesse, poiché la
comunità cristiana è chiamata a essere lievito nel mondo, ancor più in
una realtà secolarizzata nella quale quotidianamente operiamo.
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