La festa del Creato
di Maurilio Lovatti
Il
cantiere - ottobre 2007
Domenica 2 settembre, la settimana della
comunità si è aperta con la celebrazione della Giornata per la
salvaguardia e la difesa del creato. La messa delle ore 10 ha visto la
presenza di don Gabriele Scalmana, responsabile diocesano per
la pastorale del creato, che nell'omelia ha ricordato il significato
dell'iniziativa. Don Gabriele, commentando la lettura del Vangelo, e
in particolare l'affermazione "Chiunque si esalta sarà umiliato
e chi si umilia sarà esaltato" (Lc 14,11), ha mostrato come la
virtù cristiana dell'umiltà ben si presti ad esemplificare il
corretto atteggiamento che l'uomo deve avere verso la natura, dono di
Dio. Il rispetto per la natura, la sobrietà nei comportamenti,
l'abitudine ad evitare sprechi nascono anche dalla consapevolezza che
l'uomo non comprende tutti i meccanismi e le modalità degli equilibri
naturali degli ecosistemi e quindi è necessario agire con grande
prudenza per evitare di infliggere gravi danni alla natura.
Nel pomeriggio la giornata del creato è proseguita con una
biciclettata sulla pista ciclabile che costeggia il fiume Mella, alla
quale hanno partecipato circa 65 persone, tra adulti e bambini.
Nonostante qualche sfortunata foratura di troppo, gite in bicicletta
come questa contribuiscono a rammentarci che la bicicletta è un
mezzo di trasporto che non consuma, non inquina, rapido (almeno in
città e sulle brevi distanze) e che arriva ovunque. Tutte le volte
che usiamo la bici anziché l'automobile, diamo il nostro piccolo
contributo alla difesa dell'ambiente e al risparmio energetico.
La giornata si è conclusa con il lancio di palloncini colorati, ai
quali ogni partecipante, anche i bambini, aveva legato un foglietto
con le proprie riflessioni sul creato.
La festa del creato nasce da una proposta formulata nel 1989
dal Patriarca Ecumenico di Costantinopoli Dimitrios, che ha
trovato ampia risonanza in ambito ecumenico. Essa è stata ripresa
dalla II Assemblea Ecumenica europea di Graz del 1997 e nel 2001 dalla
Carta ecumenica di Strasburgo, che ha invitato a diffonderne la
celebrazione. La sua accoglienza da parte della Chiesa Cattolica
italiana testimonia della sua volontà di condividere la sensibilità
ecumenica per i temi ambientali, facendo crescere l'attenzione per
essi nella vita delle nostre comunità. E' molto significativo che
tutti i cristiani del mondo partecipino ad iniziative comuni di questo
genere: può essere un piccolo passo verso l'unità dei cristiani,
ormai divisi da secoli tra cattolici, ortodossi e varie chiese
evangeliche protestanti, ma tutti credenti in Cristo.
La festa del creato è legata a quel grave problema d'attualità che
è la crisi ecologica, ma ciò non deve celarne il forte radicamento
nella tradizione cristiana: confrontarsi con la salvaguardia del
creato significa anche riscoprire una dimensione fondamentale della
fede. L'attenzione dei credenti per le problematiche della questione
ambientale affonda le sue radici nell'atto d'amore del Creatore, che
ha animato la vita di ogni essere. Il tempo della crisi ecologica
invita a riscoprirne oggi tutta la densità, per vivere come custodi
del creato, capaci di prendersene cura tramite stili di vita
rinnovati.
Quest'anno la Conferenza episcopale italiana ha deciso di porre
l'attenzione in particolare sul tema della scarsità dell'acqua.
È una realtà drammaticamente evidente in vaste regioni dell'Africa e
che sempre più interessa, sebbene in misura differente, anche altre
aree del pianeta.
Nessun ecosistema può consentire una vita sostenibile, quando venga
meno quella fondamentale risorsa che è l'acqua. Un uso inadeguato
dell'acqua, assieme al progressivo riscaldamento determinato
dall'accentuarsi dell'effetto serra, fa sì che anche il nostro Paese,
e non soltanto ormai le sue zone più calde, conosca spesso
un'emergenza idrica.
Proprio tali situazioni critiche evidenziano l'importanza dell'acqua
come fonte di vita. La sua disponibilità è essenziale per i cicli
vitali della terra e fondamentale per un'esistenza pienamente umana.
Non stupisce che Francesco d'Assisi abbia posto il riferimento
all'acqua, "multo utile et umile et preziosa et casta", al
centro di quell'altissima lode a Dio che è il Cantico delle Creature.
L'acqua, dunque, è un bene comune della famiglia umana, da gestire in
modo adeguato per garantire la vivibilità del pianeta anche alle
prossime generazioni.
È necessario, perciò, che le autorità impostino politiche
dell'acqua capaci di contrastare gli sprechi e le inefficienze e che
promuovano, nello stesso tempo, un uso responsabile nei vari settori
(industria, agricoltura…). Occorre tutelare la disponibilità di
acqua pulita dalle varie forme d'inquinamento che la minacciano e
assicurare la stabilità del clima e del regime delle piogge, facendo
tutto ciò che è possibile per contenere la portata dei mutamenti
climatici. Bisogna, infine, salvaguardare gli ecosistemi marini e
fluviali, la cui bellezza serve a custodire spesso la diversità
biologica che li abita.
Queste gravi e complesse problematiche sollecitano, in primo luogo, le
responsabilità dei governanti e dei politici, ma interpellano tutti
in ordine al consumo individuale; tutti, infatti, siamo invitati a
rinnovare i nostri stili di vita, nel segno della sobrietà e
nell'evitare gli sprechi, testimoniando nei comportamenti quotidiani
il valore che riconosciamo all'acqua.
L'acqua non è una realtà puramente economica. L'acqua, dono
derivante dalla creazione, ha destinazione universale, da
regolamentare a livello normativo. Il contributo che anche i soggetti
privati possono dare alla sua gestione non deve in alcun modo andare a
detrimento del fondamentale diritto all'acqua, che i soggetti pubblici
devono garantire ad ogni essere umano. Come affermato dal Compendio
della Dottrina Sociale della Chiesa Cattolica, il diritto all'acqua è
"universale e inalienabile" (n. 485).
Maurilio Lovatti
Il
Cantiere, ottobre 2007, pag. 9-10
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