L'oggetto di questo scritto è costituito
dagli aspetti teorici dell'aggressività.
Il termine "teorico" è qui inteso, secondo la definizione
normalmente utilizzata anche nel linguaggio comune, come ciò che si
riferisce ad un insieme organico di ipotesi volte alla spiegazione di un
fenomeno o di un ordine di fenomeni.
Si cercherà quindi di individuare, in relazione ai principali indirizzi
della psicologia, sia la nozione stessa dell'aggressività (e quindi
l'insieme di comportamenti che possono definirsi aggressivi), sia le cause
che inducono i comportamenti aggressivi.
Non rientra fra gli scopi di questa ricerca l'esame degli aspetti particolari
dell'aggressività, quali ad esempio l'aggressività nell'infanzia o in
altre fasi dello sviluppo, le manifestazioni patologiche, sia a livello
individuale (ad esempio autolesionismo, suicidio, ecc.), sia a livello
sociale (criminalità, terrorismo, ecc.). Si accennerà ad alcuni tra
questi aspetti soltanto per quelle posizioni teoriche che attribuiscono ad
essi un valore essenziale nella definizione del fenomeno aggressivo.
Analogamente non si esamineranno in dettaglio le proposte delle varie
scuole teoriche volte a ridurre o limitare la pericolosità sociale dei
comportamenti aggressivi, se non nei casi in cui esse possano contribuire
a facilitare la comprensione della nozione teorica stessa
dell'aggressività.
Inoltre i contribuiti provenienti da discipline non strettamente inerenti
la psicologia quali la sociologia, l'etologia e la filosofia saranno
utilizzati soltanto quando si riterrà che essi abbiano effettivamente
influenzato la comprensione del fenomeno aggressivo nelle varie teorie
psicologiche.
E' invece completamente tralasciata la problematica del rapporto tra
aspetti neurofisiologici del funzionamento del cervello e comportamento
aggressivo. Su tale tema esistono numerosi studi e pubblicazioni che
prendono in esame anche la possibilità di trattamento terapeutico con
psicofarmaci: tali argomenti non possono venire trattati in questa sede
perché presuppongono competenze mediche e scientifiche specifiche.
Nel primo capitolo saranno trattate le immagini dell'ira e
dell'aggressività nella filosofia occidentale, dal IV secolo a.C. fino
alla fine del secolo scorso, cioè fino al sorgere della psicologia come
scienza. Si ritiene che il pensiero di alcuni filosofi, che hanno
affrontato in modo significativo il tema dell'aggressività, contenga
alcuni spunti che in qualche modo anticipano aspetti che la psicologia ha
poi sviluppato in modo sistematico nel corso del nostro secolo.
Nel capitolo secondo si tratterà il tema dell'aggressività nella
psicanalisi.
Dopo aver percorso l'evoluzione del pensiero di Freud fino all'ipotesi che
attribuisce la causa dell'aggressività al principio di morte, si
cercherà di delineare la posizioni di altri psicanalisti rispetto
all'ipotesi freudiana.
Nel capitolo terzo verranno esaminate alcune fra le più significative
ipotesi interpretative del fenomeno dell'aggressività avanzate in campo
etologico e biologico. In particolare saranno esaminati quegli argomenti
che si possono addurre a sostegno della natura istintiva
dell'aggressività, e in questa prospettiva verrà esaminato più
ampiamente il pensiero di K. Lorenz.
Nel quarto capitolo si affronterà l'interpretazione dell'aggressività
nella psicologia americana da Skinner a Bandura. In particolare sarà
ampiamente esaminata la celebre ipotesi frustrazione - aggressività di
Dollard e collaboratori, con le varie revisioni e critiche a cui è stata
sottoposta.
Sempre nel capitolo quarto sarà esaminata l'interpretazione
dell'aggressività elaborata dalle teorie dell'apprendimento sociale, come
quella di A. Bandura. Nel corso di questo capitolo il termine inglese aggression,
che letteralmente andrebbe tradotto con "aggressione", sarà
spesso reso con "aggressività", seguendo l'uso della maggior
parte dei traduttori italiani delle opere di Skinner, Dollard e
collaboratori e Bandura, anche se la conseguente ambiguità terminologica
potrà in qualche caso generare difficoltà di immediata comprensione.
Nel capitolo quinto verrà esaminato il pensiero di T. Adorno, E. Fromm e
A. Heller che, pur facendo riferimento ad ambiti disciplinari diversi
(rispettivamente sociologico, psicoanalitico e filosofico-antropologico)
sono accomunati dall'importanza che attribuiscono all'aspetto sociale
nell'interpretazione del fenomeno aggressivo.
In questa trattazione si mirerà prevalentemente ad enucleare quegli
argomenti che possono fornire elementi utili alla confutazione
dell'ipotesi istintivistica dell'aggressività, in particolare nella
formulazione di K. Lorenz.
Infine nelle conclusioni, dopo aver brevemente riepilogato i limiti delle
varie interpretazioni teoriche, si accennerà sinteticamente alle
prospettive di ricerca degli anni '80. A titolo puramente esemplificativo
si esporrà in breve (perché non rientra nei fini del presente lavoro lo
studio analitico delle strategie operative e delle modalità di ricerca),
la proposta di Kornadt che, tra quelle emerse nel corso degli anni
Ottanta, appare come la più in grado di portare delle conseguenze sulla
definizione della nozione stessa di aggressività.
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