Maurilio Lovatti
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Romano Guatta Caldini Il vecchio di San Lorenzo Maurilio Lovatti, alla sua prima prova nelle vesti di giallista, accompagna il lettore nel vivace e popoloso quartiere universitario di Roma
“L’anta un po’ scostata non si apre facilmente. Deve spingere con forza. La luce di settembre invade la stanza. Si affaccia alla finestra con gli occhi ancora abbagliati. Il cielo è azzurro terso, lo splendido azzurro di Roma, e non c’è una nuvola”. Da qui, da questo scorcio da “Vacanze romane” si dipana l’intreccio narrativo de “Il vecchio di San Lorenzo” (Ed. Europa edizioni), l’ultima fatica letteraria di Maurilio Lovatti che per la prima volta veste i panni del giallista. E sin dal primo banco di prova l’autore si dimostra un giallista di razza, con tutti i crismi del caso. Nel panorama culturale bresciano Lovatti è conosciuto per i suoi raffinati tratteggi che delineano figure quali quelle di Giovanni XXII e Paolo VI, attraversando gli anni più drammatici della vita cittadina. Tra le sue opere ricordiamo: Giacinto Tredici, vescovo di Brescia in anni difficili, (Fondazione Civiltà Bresciana, Brescia 2009), Testimoni di libertà. Chiesa bresciana e Repubblica Sociale Italiana (1943-1945) (Opera diocesana San Francesco di Sales, Brescia 2015) e Lavoro e politica con Franco Gheza (Fondazione Civiltà Bresciana, Brescia 2017). Nel 2019 ha pubblicato Giovanni XXIII, Paolo VI e le Acli, (Morcelliana). La trama. La prima figura che incontriamo, sin dalla prima pagina − così come abilmente riportato nel retro di copertina − è quella di Elena, una giovane studentessa fuori sede che vive in un vivace e popoloso quartiere universitario di Roma, San Lorenzo. Dalla sua finestra osserva la frenesia della vita cittadina, ma la sua curiosità è attirata da un vecchio che abita proprio di fronte a lei, il quale passa molto tempo affacciato a guardare fuori o seduto al suo pc. Quando per un paio di giorni non lo intravede più, inizia a preoccuparsi che gli sia successo qualcosa, e va a casa sua, dove trova la porta aperta. In preda al panico, afferra un calendario sul quale sembrano essere annotate delle strane cifre, insieme a uno scontrino su cui è appuntata una foto, e scappa via. Ben presto scopre che il vecchio, Antonio Vinci, è stato assassinato, e non può più tirarsi indietro: vuole sapere cos’è successo a quella persona in apparenza così tranquilla e riservata. C’è un collegamento con un caso di rapimento avvenuto oltre quarant’anni prima, del quale il vecchio ha conservato decine di ritagli di giornale? Quale verità ha cercato disperatamente di scoprire per tutta la sua vita, in un lungo e doloroso percorso di redenzione, tentando di non farsi sommergere dal senso di colpa? Anche il commissario Aronica, che coordina le indagini, brancola nel buio, soprattutto quando gli omicidi diventano più di uno. Lui ed Elena dovranno unire le forze per tentare di districare un’intricata ragnatela di possibilità e di domande senza risposta. O quasi
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MAURILIO LOVATTI
La Voce del Popolo, 25 febbraio 2021, p. 31
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