Maurilio Lovatti
Il vecchio di San Lorenzo
romanzo giallo
Europa edizioni, Roma 2020, pag. 315, € 15,90
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Paolo Tosoni (6 dicembre 2020)
Non sono
particolarmente appassionato di questo genere di letture. Ad esclusione di
qualche classico come i Racconti di E. A. Poe, i Dieci
piccoli indiani della Christie, Il nome della Rosa di Eco
e
qualche racconto di Simenon non ricordo di avere letto altro. L’unico
libro di Camilleri l’ho abbandonato a metà, non me ne vogliano gli
estimatori.
Ma come non leggere il primo romanzo giallo dell’amico Maurilio? Non
fosse altro che per la curiosità di vederlo all’opera con un genere
tanto distante dalle sue fatiche di ricercatore e storico.
Il vecchio di San Lorenzo si legge con piacere, anzi, tutto d’un
fiato, per la scorrevolezza della prosa e l’utilizzo di un lessico
semplice ma mai banale.
La vicenda suscita interesse e simpatia per la ricchezza di riferimenti ad
un vissuto comune a molti di noi: il passato - nostro o dei nostri figli -
di studenti universitari fuori città, la frequentazione di bar e piazze,
la presenza, anche se appena accennata, a Brescia o alla sua amata Liguria…
Ma, ciò che sorprende, mano a mano che la lettura procede, è la scoperta…
di Maurilio. “Il vecchio di San Lorenzo” (non il personaggio!) E’
Maurilio, con il suo amore per la storia, per la minuziosa e instancabile
raccolta di materiali e la sua ricostruzione. Ma è anche l’insegnante
di filosofia con i rimandi ad Aristotele, a San Agostino, a Socrate. Mai
pedanti, noiosi, cattedratici ma buttati lì, come pennellate di colore e
firma dell’autore. Ma è anche l’amico che si sposta sempre a piedi o
in bicicletta e che cita una disposizione di Papa Benedetto XVI con la
stessa leggerezza con cui riporta strofe di Mia Martini e Jovanotti. L’amico
Maurilio che, fino a pochi mesi fa non era rintracciabile se non via
e-mail perché, semplicemente, non aveva un telefonino, eccolo trasformato
in esperto di informatica e di armi. E tanto altro ancora.
Buona lettura.
Paolo Tosoni
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