La Voce del popolo, 29
giugno 2023, pag. 29
La pittura
sacra del Settecento
Nelle
chiese di Brescia sono conservati ben 6 capolavori della pittura sacra del
Settecento, tutti opera di pittori allora di fama europea
Maurilio Lovatti
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Il 30 luglio del 1727 il
cardinale Angelo Maria Querini è nominato vescovo di Brescia. E' un
personaggio straordinario, un dotto conosciuto in tutta Europa (Newton
in persona lo aveva ricevuto in Inghilterra, è in corrispondenza per 10
anni con Voltaire, è Prefetto della Biblioteca Vaticana e membro
delle Accademie di Vienna e Berlino). A Brescia, oltre a fondare la
biblioteca Queriniana, contribuisce in maniera determinante alla ripresa dei
lavori di costruzione del Duomo Nuovo. Ed è lui a commissionare a Giacomo
Zoboli (1681-1767) la pala dell'altare maggiore della Cattedrale, che
rappresenta l'Assunta con gli Apostoli. E' una scelta controcorrente,
perché in genere per i dipinti delle chiese venivano scelti pittori
operanti nella Repubblica di Venezia, della quale Brescia faceva parte fin
dal 1426. Il dipinto è eseguito interamente a Roma, come ci informa il
vescovo stesso nella sua lettera pastorale del 2 agosto 1732, e giunge a
Brescia nel 1735.
Nel 1737 il cardinal Querini dona alla chiesa della Pace, allora in
costruzione, La presentazione al Tempio di Gesù di Pompeo Batoni
(1708-1787), pala destinata all'altare maggiore, anch'essa dipinta a Roma.
Batoni non è ancora trentenne, ma il cardinal Querini ne intuisce il
valore. Pochi anni dopo Pompeo Batoni diventerà uno dei pittori più famosi
in Europa: molti nobili inglesi verranno a Roma per farsi ritrarre da lui.
Il grande successo ottenuto dalla pala dell'Assunta del Duomo, spinge
qualche anno dopo i padri filippini della Pace a commissionare allo Zoboli
il dipinto più importante della chiesa allora in costruzione, quello
dedicato al fondatore della Congregazione. Nasce così San Filippo Neri
genuflesso davanti alla Madonna, che Zoboli completerà a Roma nel corso
del 1745, e che ancor oggi possiamo ammirare nel secondo altare della navata
destra della chiesa della Pace.
Nel 1748 Giacomo Zoboli realizza per Brescia un terzo dipinto, richiestogli
dalle monache agostiniane per l'altare maggiore della chiesa di Santa Maria
degli Angeli, annessa al loro convento nella attuale via Bassiche. Nel 1803,
per evitare che i funzionari napoleonici lo requisissero per portarlo al
Louvre, il dipinto raffigurante L'Assunta e gli Angeli fu trasferito
di nascosto a Chiesanuova, dove si trova tuttora.
Infine, la pala d'altare della chiesa di San Silvestro, nella frazione di
Folzano, è un capolavoro di Giambattista Tiepolo (1696-1770).
Rappresenta Papa Silvestro che battezza l'imperatore Costantino il Grande
in punto di morte: è un'opera di grande effetto cromatico ed emotivo e
giunge a Brescia, il 30 settembre 1759. Trasportata da un carro trainato da
sei buoi bianchi, la pala d'altare sfilò alla testa di una processione
solenne per le vie di Folzano, tra due ali di folla. Tiepolo stesso riteneva
molto importante questo dipinto, al punto che nel 1762, nel viaggio da
Venezia a Madrid (dove morirà dopo aver affrescato il palazzo reale di
Carlo III) volle fermarsi appositamente a Folzano per rivedere il quadro.
Complessivamente nelle chiese di Brescia sono conservati ben 6 capolavori
della pittura sacra del Settecento, tutti opera di pittori allora di fama
europea: oltre al Tiepolo, i due Batoni della Pace e i tre dipinti di Zoboli.
Solo Roma, Venezia e Napoli possono vantare una dotazione più ricca.
Possiamo sperare che il 2023 costituisca l'occasione sia per consentire ai
bresciani e ai turisti di conoscere questi capolavori, in qualche caso veri
e propri tesori nascosti finora poco visitati.
Maurilio Lovatti
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Duomo Nuovo, L'Assunta con gli
Apostoli di Giacomo Zoboli (1735)
Chiesa di Santa Maria della Pace,
Presentazione al tempio di Gesù, Pompeo Batoni (1745)
Chiesanuova, l'Assunta di Giacomo Zoboli
(1748) già in Santa Maria degli Angeli
Chiesa di San Silvestro di Folzano,
Papa Silvestro battezza l'imperatore Costantino di Giambattista Tiepolo
(1759)
La Voce del popolo, 29
giugno 2023, pag. 29
Giacomo
Zoboli e il cardinal Querini
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