Caro
Direttore,
La scorsa estate, purtroppo già terminata, mi è capitato di partecipare
alla messa domenicale, oltre che a Brescia, in Liguria, Toscana, Veneto e
a Roma. Ovunque, senza eccezione alcuna, ho potuto osservare come i fedeli
rispettino con consapevolezza il distanziamento sociale e le norme di
contenimento della pandemia, indossando correttamente la mascherina. Mi è
sembrato un bel segno che i fedeli siano attenti agli altri e in
particolare ai più fragili, direi ben più della media dei cittadini
italiani, almeno a giudicare da ciò che si vede in giro e si legge sui
giornali. E' un modo concreto di manifestare l'amore per il prossimo.
Non resta che auspicare che il medesimo positivo atteggiamento della
comunità ecclesiale si manifesti anche, sempre più, nell'ambito della
giustizia sociale, ad esempio nell'attenzione agli ultimi, nel pagare le
tasse, nel rispettare il creato inquinando e sprecando il meno possibile.
E' infatti necessaria una svolta verso un più consapevole impegno sociale
per contrastare l'individualismo perché, come scrive il vescovo Pierantonio
nell'ultima lettera pastorale, “ci stavamo abituando al grigiore di
una vita guidata dal consumo e organizzata sul profitto” (n. 14).
Maurilio Lovatti
|