A2A ha
annunciato che la centrale Lamarmora non userà mai più il carbone come
combustibile. E' un risultato di grande importanza per l'ambiente, per la
salute, per la città. Inizialmente previsto per il 2022, è stato
anticipato di due anni, anche tenendo conto dell'aumento dei costi di
trasporto del carbone a seguito della pandemia.
Come si supplirà al mancato uso del carbone? Una parte del calore sarà
ottenuta sfruttando quello prodotto dalle acciaierie, l'altra dai fumi di
combustione dell'inceneritore, mentre il metano sarà usato come fonte
aggiuntiva, solo quando quelle ordinarie si riveleranno insufficienti, con
la prospettiva a lungo termine di eliminare anche lo stesso metano. Inoltre
entro l'estate sarà messo in funzione un impianto fotovoltaico per
alimentare le pompe del teleriscaldamento.
Non ci sarà nessun aumento della quantità di rifiuti bruciati
nell'inceneritore per supplire al mancato uso del carbone. Semplicemente
il calore dei fumi emessi dalla combustione dei rifiuti, ora disperso,
verrà recuperato riducendo anche le emissioni in atmosfera. E' l'intervento
più costoso, circa 100 milioni di euro, ma garantirà più del 50% del
calore perso per il mancato uso del carbone. Se per supplire al carbone si
fosse aumentata la quantità dei rifiuti bruciati, non ci sarebbe stato
alcun beneficio per l'ambiente e la salute.
Il beneficio per l'ambiente e la salute sarà invece importante, anche se le
emissioni della centrale Lamarmora erano comunque poco rilevanti rispetto al
totale. Come mai? Facciamo un esempio. Se fumo una sigaretta sull'Adamello,
il danno per la mia salute ci sarà comunque, ma sarà molto basso. Se
invece fumo la stessa sigaretta a Brescia, il danno sarà molto ma molto
più grave, perché il fumo della sigaretta agirà sui miei polmoni già
gravemente compromessi dal fatto che respiro un'aria molto inquinata. Qui il
danno delle sigarette potrebbe diventare la classica goccia che fa
traboccare il vaso, causando una patologia. Allo stesso modo, le emissioni
causate dalla combustione del carbone, pur poco rilevanti percentualmente,
si aggiungevano ad una atmosfera già gravemente inquinata, come in tutta la
Val Padana.
Infine per quanto riguarda l'uso residuale del metano (stimato da A2A tra il
10 e il 15% del calore prodotto) va comunque tenuto presente che è sempre
molto meno dannoso per l'ambiente del carbone (un kWh ottenuto dal metano
produce 367 g di CO2, contro gli 896 del carbone) e che, inoltre, sono stati
installati nuovi filtri che riducono dell'87% le emissioni di polveri e del
71% quelle degli ossidi di azoto.
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