Organizzato
dal Dipartimento di Pedagogia dell'Università Cattolica di Brescia, si è
svolto lunedì 28 ottobre, nell'Auditorium San Barnaba in città affollato
da studenti e insegnanti, un convegno sull'educazione alla cittadinanza, nel
quale sono intervenuti i docenti di pedagogia Domenico Simeone, Milena
Santerini, Luciano Corradini e Pierluigi Malavasi. Ha coordinato
il convegno la prof. Cinzia Cremonini, coordinatrice del corso di
laurea in scienze della formazione primaria della Cattolica. Il saluto del
sindaco di Brescia Emilio Del Bono è stato portato dall'assessore Fabio
Capra, che ha ricordato l'impegno dell'amministrazione comunale nel
promuovere l'educazione alla cittadinanza.
Il tema affrontato dal convegno è particolarmente attuale perché
dall'inizio del prossimo anno scolastico entrerà in vigore la legge 92 del
2019 che introduce l'insegnamento dell'educazione civica, sia nel primo
ciclo d'istruzione, sia nella scuola superiore. In questa prospettiva appare
fondamentale il volume collettivo su educazione alla cittadinanza ed
insegnamento della Costituzione curato da Luciano Corradini,
professore emerito di Pedagogia generale all'università di Roma Tre e Giuseppe
Mari, scomparso lo scorso anno a soli 53 anni, che era anche lui
ordinario di Pedagogia, ma alla Cattolica di Milano, che è stato ricordato
nel convegno con un lungo e commosso applauso.
Mari sostiene con ampi riferimenti filosofici e culturali che l'educazione
alla cittadinanza non debba essere considerata un “aggiunta” ai già
corposi programmi scolastici, ma sia invece una dimensione intrinseca e
costitutiva dell'educazione in generale, almeno a partire dal mondo greco e
dal pensiero di Aristotele.
Luciano Corradini ricostruisce le tormentate vicende normative
sull'insegnamento dell'educazione civica nella storia repubblicana, a
partire da un ordine del giorno presentato da Aldo Moro e altri ed approvato
dall'Assemblea Costituente nel 1947 e dai primi programmi ministeriali della
materia emanati dallo stesso Moro nel 1958, quando era ministro dalla
Pubblica Istruzione.
Corradini sottolinea come la Costituzione italiana abbia una funzione
intrinsecamente educativa ricordando le parole di Piero Calamandrei: “Le
norme di una Costituzione democratica com’è quella della Repubblica
italiana possono avere un’efficacia educativa e quasi si direbbe
pedagogica, che può servire di stimolo e di guida alle forze politiche.
Sotto questo aspetto possono considerarsi con fiducia anche quelle
disposizioni della Costituzione che hanno carattere puramente tendenziale:
se il popolo italiano saprà servirsene, questa sarà una Costituzione
dinamica, che potrà condurlo senza bruschi trapassi, per le vie della
legalità, verso quella società più giusta che molte di queste
disposizioni lasciano sperare: una Costituzione che, se il popolo saprà
civilmente volere, potrà accompagnarlo, senza rinunciare alla libertà,
verso la giustizia sociale.”
Il volume è completato da sei scritti di diversi autori che forniscono
indicazioni concrete di progettazione scolastica e didattica (alcuni forse
troppo intrisi di pedagogismo e di - peraltro inevitabile - formalismo
burocratico) e da quattro resoconti di sperimentazioni didattiche.
La complessa relazione tra insegnamento della Costituzione e educazione alla
cittadinanza è ben sintetizzata da una frase dello stesso Corradini: “Letta
con senso storico e consapevolezza etico-giuridica, la Costituzione potrebbe
servire nella scuola anche come stetoscopio, capace di farci percepire
meglio i battiti del cuore malato del nostro tempo, e come tecnigrafo, utile
a tracciare le coordinate entro le quali realizzare una possibile convivenza
rispettosa dei diritti, pacifica, non violenta e unita”.
Luciano
Corradini, Giuseppe Mari (ed.), Educazione alla cittadinanza ed
insegnamento della Costituzione, Edizioni Vita e Pensiero,
Milano 2019, pp. 220.
Maurilio Lovatti
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