La voce del popolo, 7 marzo 2019, pag. 6

CREATO

 

 

 

Un circolo che è vizioso

 

di Maurilio Lovatti 

 


Tutti siamo consapevoli della pessima qualità dell'aria in tutta la pianura padana e di quanto essa sia pericolosa per la nostre salute. Una riduzione delle emissioni dovute al traffico può contribuire al miglioramento della situazione. Per ottenere questo risultato si può agire sia scoraggiando l'uso delle auto più inquinanti, sia incentivando l'acquisto di veicoli a basse o nulle emissioni. Queste sono infatti la finalità che il governo si propone di ottenere con le disposizioni di cui al comma 1042 della legge finanziaria sull'ecotassa e sull'ecobonus, entrate in vigore il 1 marzo. Sicuramente l'ecotassa, che grava sulle nuove auto che emettono più di 161 g di co2 al Km, è valida dal punto di vista ambientale perché scoraggerà chi desidera acquistare auto potenti, ma inquinanti.
Molto più complesso è il discorso sull'ecobonus, che incentiva l'acquisto di auto elettriche o ibride. E' evidente, infatti, che le auto elettriche non inquinano e non hanno emissioni. Però consumano energia elettrica, la quale può essere prodotta in modo non inquinante (idroelettrico, solare, eolico), ma anche è prodotta da centrali termoelettriche molto inquinanti, soprattutto quelle che bruciano carbone e gasolio. Attualmente in Italia circa un terzo del fabbisogno di energia elettrica è prodotto da fonti rinnovabili e non inquinanti, mentre i rimanenti due terzi sono ottenuti da centrali termoelettriche. Il 60% dell'energia prodotta dal termoelettrico è ottenuta bruciando il metano, poco inquinante, ma il rimanente (pari a circa il 26-27% del fabbisogno nazionale) è prodotto da combustibili molto inquinanti e pericolosi per la salute, soprattutto il carbone e in piccola parte il gasolio. In linea puramente teorica, il maggior uso di auto elettriche potrebbe non migliorare la qualità dell'aria se la maggior energia necessaria fosse ottenuta bruciando carbone.
Dunque la priorità ambientale è eliminare la combustione di carbone. La CEE ha fissato una data entro cui giungere all'obiettivo (il 2030) ma non sembra si stiano facendo i passi necessari per centrarlo. Il problema è molto attuale e vicino anche per noi a Brescia: la centrale termoelettrica di via Lamarmora, nel cuore della città, pur potendo funzionare solo a metano, brucia soprattutto carbone (più economico) con grave danno per l'ambiente e la salute. Se, come ha dichiarato più volte il Sindaco, il Comune è riuscito ad ottenere da A2A di eliminare il carbone entro il 2020, un grande risultato sarà raggiunto sia per la salute dei cittadini, sia per l'ambiente.

 

Maurilio Lovatti

 

 

La voce del popolo, 7 marzo 2019, pag. 6

 

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