Domenica 18
novembre 2018 i cittadini di tutta la provincia di Brescia saranno chiamati
a votare sulla gestione del servizio idrico integrato. Dovranno esprimersi
scegliendo tra la gestione totalmente pubblica del servizio (votando si)
oppure per la gestione mista pubblico-privato (votando no). Il referendum è
consultivo, ma già numerose amministrazioni comunali della provincia hanno
dichiarato che intendono rispettare il verdetto popolare.
Il referendum nazionale del 2011 aveva abrogato le leggi che determinavano
la privatizzazione del servizio idrico. La legge attualmente in vigore
consente sia la gestione totalmente pubblica, sia le gestione mista. Il
Consiglio Provinciale di Brescia il 9 ottobre 2015 ha scelto la forma mista.
Con la delibera n. 3/2016 ha poi istituito la società Acque Bresciane srl
alla quale ha affidato per 30 anni la gestione del servizio. Per ora la
società è composta da tutti soci direttamente o indirettamente pubblici
(Provincia, Aob2, Garda Uno, Sirmione Servizi), ma è obbligata a pubblicare
entro il 31 dicembre 2018 un bando europeo per l’ingresso di un socio
privato, al quale dovrà essere riconosciuto non meno del 40% e di non più
del 49% del capitale. La ricerca di un socio privato è giustificata dalla
necessità di “acquisire la professionalità di un socio privato operativo
nonché l’apporto di capitale privato utile per finanziare gli
investimenti della società” (necessari per l'adeguamento della rete
idrica che perde il 39% dell'acqua). Brescia e Mantova sono le uniche
province lombarde che hanno scelto una gestione mista pubblico-privato,
mentre tutte le altre hanno deliberato per la soluzione così detta in
house, cioè totalmente pubblica.
Nelle intenzioni dei promotori, il referendum vuole escludere che sia
possibile che aziende private possano ottenere un profitto dalla gestione
dell'acqua, che dovrebbe rimanere un bene primario e pubblico. Si vorrebbe
che anche Brescia seguisse il sistema di Milano, dove una gestione
totalmente pubblica ha ridotto le perdite, senza aumentare le tariffe per i
cittadini.
L'obiezione più comune che viene mossa al referendum è sostanzialmente
questa: la gestione pubblica o mista del sistema idrico non è la questione
centrale; ciò che conta veramente è l'efficacia della gestione nel ridurre
le perdite degli acquedotti e il contenimento delle tariffe per i cittadini.
Tutto vero, ma la scelta che può essere affidata ai cittadini tramite
referendum è solo sul tipo di gestione, l'efficacia della gestione stessa
è affidata per legge al controllo della Provincia e quindi dei Sindaci. Su
questo siamo chiamati a votare, ed è importante che la partecipazione al
voto sia massiccia affinché il suo risultato si traduca poi nelle decisioni
conseguenti.
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