Per gli
spostamenti urbani di breve raggio (fino a 5-6 km) la bicicletta è
sicuramente il mezzo di trasporto preferibile: non consuma carburante, non
inquina, induce un moderato esercizio fisico che fa bene alla salute. Ma
soprattutto è il mezzo più veloce. Anche dove non esistono piste ciclabili
e sussistono dislivelli altimetrici (le salite rallentano soprattutto che
non è più giovane) la bici è sempre il mezzo più veloce. L'ho
sperimentato di persona in un recente soggiorno romano: da S. Lorenzo a Trastevere
(poco più di 6 km) in bici ci arrivavo in 20 minuti, contro i 55 del tram
(compreso il periodo medio d'attesa) e i circa 30 dell'auto (se si è
fortunati e non si trovano ingorghi). Un amico romano mi diceva che sarei
potuto arrivare prima solo in elicottero!
Decisamente a Brescia siamo più fortunati, le pendenze sono minime ed
esiste una buona rete di piste ciclabili. Nel 2015 raggiungevano la
lunghezza complessiva di 80 km nel territorio comunale e arriveranno a 115
nel 2020, rispetto all'obiettivo di 180, che corrisponde ad una rete
ottimale. Mai come oggi l'impegno del Comune per la mobilità ciclabile è
stato prioritario. Superando l'inerzia della precedente Amministrazione,
sono state messe in sicurezza molte piste ciclabili che prima erano
semplicemente delimitate da righe in terra, si è intervenuti per togliere
le buche e per rifare i tratti d'asfalto danneggiati, si è scoraggiata la
sosta abusiva delle auto sulle piste, ma soprattutto è stato definito un
progetto organico di rete ciclabile che riduce al minimo gli spostamenti su
strada normale. E' inoltre stato potenziato notevolmente il servizio di
noleggio (Bicimia di Brescia Mobilità) che ha raggiunto quasi 21
mila abbonati. La mobilità ciclabile è anche favorita dall'estensione
delle zone a 30 km di velocità massima, che riducono notevolmente i rischi
per i ciclisti.
Cosa manca ancora perché Brescia diventi una città a misura di ciclista?
Direi che il pericolo maggiore per i ciclisti fuori dalle piste ciclabili è
causato dal comportamento degli automobilisti alle rotonde. Ho constatato
più volte che quando un'auto è affiancata alla bici nell'immettersi nella
rotonda, se l'auto svolta a destra taglia la strada alla bici che prosegue
dritta, invece di darle la precedenza. Inoltre nei tratti in cui le piste
sono affiancate ai marciapiedi, delimitate solo da strisce in terra, i
pedoni spesso “invadono” la pista, rallentando e ostacolando il transito
delle bici. Sono comunque convinto che ci sono tutte le condizioni per un
significativo incremento degli spostamenti in bici, con grande beneficio per
l'ambiente.
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