Caro
Direttore,
abbiamo ancora tutti nella mente e nel cuore le immagini coinvolgenti della
beatificazione di Paolo VI. Il miglior modo per ricordarlo e onorarlo è ora
quello di cercare di mettere in pratica i suoi insegnamenti. Paolo VI
riteneva che la politica fosse la forma più alta di carità e non si
stancava mai di esortare i credenti all'impegno per migliorare e rendere
più umana la società.
Queste idee mi son tornate in mente in questi giorni in cui si sono svolte a
Brescia le assemblee di quartiere, in vista dell'elezione a suffragio
universale dei consigli di quartiere, che si terranno domenica 14 dicembre.
Dopo quasi 36 anni di circoscrizioni, per partecipare alle quali era
necessario collocarsi in una lista di partito, i cittadini possono
nuovamente essere eletti nei consigli senza schierarsi. Penso che le
comunità parrocchiali dovrebbero essere grate a quei cittadini che
gratuitamente e generosamente si sono candidati, mettendosi a servizio della
comunità. I quartieri saranno i portavoce dei cittadini verso
l'amministrazione comunale, consentendole così di rispondere meglio alle
esigenze della popolazione. Penso sia importante non lasciarli soli, sia
partecipando compatti alle elezioni, sia non facendo mancare loro
suggerimenti e proposte. Da questo punto di vista le comunità parrocchiali
possono impegnarsi fattivamente, col solo intento di rendere più umana la
società e di contribuire a realizzare quella "civiltà
dell'amore" che tanto stava a cuore al pontefice bresciano. Anche i
sacerdoti possono svolgere un ruolo importante ricordando ai fedeli il
dovere morale di partecipare costruttivamente alla crescita della comunità
civile in cui sono inseriti.
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