La sera di Pasqua una
seguitissima trasmissione su Rai 3 dedicata all'inquinamento da PCB a
Brescia ha turbato e sconvolto molti nostri concittadini. Il PCB prodotto
dalla Caffaro (un composto organico formato da carbonio, idrogeno e cloro)
è un veleno che si accumula nella tiroide, nel pancreas, nel sistema
linfatico, nel latte materno e in genere nelle parti grasse dell'organismo,
che danneggia il sistema immunitario e moltiplica enormemente la
possibilità di tumori. Attraverso la catena alimentare ha coinvolto tutti i
bresciani, non solo quelli che abitano nelle aree inquinate. Uno studio
dell'università di Brescia, su un campione di 1200 persone, ha stabilito
che nel corpo dei bresciani il PCB è 13 volte superiore a quello della
media nazionale. A Brescia i tumori alla tiroide sono il 49% in più della
media, quelli al fegato il 58%. Quelli infantili quasi il triplo!
Impressionante è stato il confronto con Anniston (Alabama) ove vi è
stato un analogo inquinamento da PCB: case abbattute, scuole chiuse, interi
quartieri abbandonati, sconvolgenti casi di tumori e di malattie indotte. A
Brescia sembra che non sia successo nulla. Eppure i dati scientifici di
Brescia sono più gravi di quelli di Anniston! Nella falda acquifera la
concentrazione di PCB è 9 volte il massimo consentito dalla legge. Ad Anniston
la società che produceva il PCB è stata costretta a risarcire i cittadini
per circa 700 milioni di dollari e a farsi carico delle spese di bonifica. A
Brescia nulla. L'inquinamento è stato scoperto nel 2001 e dal 2002 sono
partite analisi, delimitazione delle aree, interventi urgenti di pulizia
delle rogge e predisposizione degli atti, fino all'accordo tra Comune e
Ministero dell'Ambiente per la bonifica dell'area inquinata, nel 2007. Poi,
inspiegabilmente, più nulla! Dallo Stato e dalla Regione non è arrivato un
euro!
Penso che la città si debba interrogare su questa colpevole inerzia.
Benché Brescia sia uno dei luoghi più inquinati del mondo e sia inserita
nell'elenco dei 57 siti considerati d'interesse nazionale che vanno
urgentemente bonificati, non è stata in grado di mobilitarsi e di ottenere
fondi dallo Stato, dalla Regione, dalla Comunità Europea, mentre per altri
siti inquinati, meno gravemente di Brescia, sono giunti milioni di euro! Ma
il nostro Sindaco uscente non aveva detto che rimaneva in Parlamento per
tutelare la città? Soprattutto è sconcertante come il tema della salute e
dell'ambiente sia poco presente nel dibattito politico e culturale della
città.
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