"Che
estate!": così afferma la svedese Connie Hedeggard, commissaria
dell'Unione Europea per il cambiamento climatico, che continua: "i
rapporti traboccano di notizie su eventi estremi che non hanno precedenti
per portata e severità".
Siamo di fronte a notizie apparentemente contraddittorie: se in Oklahoma e
in Texas c'è stata l'estate più calda di tutti i tempi, a Philadelphia, in
Pennsylvania, c'è stata quella più piovosa a memoria d'uomo e a New York,
in un solo giorno, il 16 agosto, sono caduti 80 mm di pioggia, cosa che non
era mai accaduta da 116 anni, da quando cioè si è iniziato a registrare le
precipitazioni. I record si sono succeduti impietosamente in tutto il mondo:
53,5 gradi in Kwait, 51 in Iraq, 49,6 a Rajasthan, 48 a Sarajevo, che pure
è in collina, ma in Belgio, Olanda e Danimarca, c'è stata l'estate più
piovosa dal 1874, e a Bruxelles in luglio un giorno si è toccata la
temperatura media di 12,2 gradi, mai così freddo! E poi tifoni, uragani,
inondazioni in quantità industriale!
In realtà il graduale aumento della temperatura media del pianeta, anche se
impercettibile nella nostra esperienza quotidiana, determina squilibri
sempre maggiori nel clima, aumentano precipitazioni e inondazioni in alcune
zone, mentre altre si surriscaldano, aumenta la desertificazione, si
sciolgono i ghiacciai, ecc. Poiché il riscaldamento del pianeta è causato
anche dall'effetto-serra dovuto alle emissioni d'anidride carbonica dei
Paesi industrializzati o in via d'industrializzazione (ma anche allo
scriteriato sfruttamento delle foreste) diviene sempre più urgente
intervenire! Se la temperatura media dovesse aumentare nei prossimi anni di
2 gradi, gli effetti sarebbero gravissimi e praticamente irreversibili, non
solo sul clima, ma anche per l'estinzione di numerose specie di viventi,
soprattutto uccelli e molluschi, granchi e crostacei, che soffrono per
l'acidificazione delle acque marine a causa dell'assorbimento d'anidride
carbonica.
Purtroppo bisogna costatare che nell'attuale dibattito su come uscire dalla
crisi economica nazionale e internazionale è quasi sempre tralasciata la
necessità di ridurre le emissioni attraverso l'uso di fonti energetiche
alternative al carbone, al petrolio e al nucleare, come l'energia
idroelettrica, solare o eolica. Eppure un'incentivazione delle fonti
energetiche pulite e del riciclo integrale dei rifiuti, finanziata da
tassazioni mirate a colpire le attività economiche più inquinanti, sarebbe
a costo zero per gli Stati e potrebbe favorire l'occupazione e, di
conseguenza, l'incremento della domanda interna.
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