Se ad un
ammalato di polmonite somministriamo solo tachipirina per abbassargli la
febbre, non possiamo dire che lo stiamo curando efficacemente. Allo stesso
modo, una domenica ogni tanto col blocco del traffico (parziale) non
risolve il problema dell'inquinamento dell'aria, con i conseguenti
pericoli per la salute, e nemmeno contribuisce ad abbassare
significativamente le emissioni nocive dal punto di vista del
surriscaldamento del pianeta. Tuttavia il blocco del 28 febbraio non è
stato inutile. La semplice notizia che molte città del Nord si sono
fermate ha contribuito a ricordare all'opinione pubblica la gravità della
situazione ambientale.
Brescia è tra le sei città italiane con l'aria più inquinata: nei primi
due mesi dell'anno ha già superato i limiti di Pm10 di 50 microgrammi per
metro cubo d'aria più di 35 volte, il valore imposto a tutela della
salute pubblica dalle convenzioni europee. In due mesi più esuberi di
quelli consentiti in un anno! In città il limite non solo è stato
superato, ma più volte è stato doppiato o triplicato. Secondo i dati
ufficiali dell'Arpa, il 24 febbraio la centralina del villaggio Sereno ha
misurato un valore medio di 139 microgrammi! Per diversi giorni i dati
sono stati peggiori di Milano.
Per migliorare la situazione è necessario agire su due fronti. Il primo
compete alla responsabilità degli enti pubblici, alla sfera della
politica. Non solo ovviamente blocchi del traffico privato, ma anche
incentivi all'uso dei mezzi pubblici, realizzazione di piste ciclabili,
incremento delle piantumazioni e delle aree verdi, controlli e sanzioni
per i motori non in regola, ecc. A Brescia il traffico costituisce una
causa molto rilevante, poiché l'inquinamento dovuto al riscaldamento
degli edifici è molto più basso di altre città, per la diffusione del
teleriscaldamento e del metano. La necessità di ridurre il traffico
privato è sempre più impellente. Purtroppo l'attuale Amministrazione
comunale sembra andare nella direzione opposta, perché ha riaperto al
traffico privato ampie zone del centro storico.
Per migliorare la situazione è ancora più rilevante il contributo che
tutti noi possiamo dare, cambiando stile di vita, usando meno l'auto (solo
quando è indispensabile) e andando di più a piedi, in bicicletta e coi
mezzi pubblici, scaldando un po' meno la casa, evitando le dispersioni di
calore, ecc. Specialmente nelle comunità cristiane, ogni persona può
dare il buon esempio, concretizzando il proprio amore per il prossimo e il
proprio impegno per il bene comune con scelte coerenti con i valori
cristiani. Perché ci indigniamo se un genitore non nutre e non veste
adeguatamente un figlio, e non se qualcuno usa l'auto quando non gli è
necessario? In realtà entrambi stanno attentando alla salute e al
benessere degli altri.
Maurilio Lovatti
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