Le
immagini delle strade della Campania, piene di montagne di rifiuti hanno
fatto il giro del mondo, gettando ulteriore discredito sul nostro Paese. I
commissari governativi, sia quelli mandati dal governo Berlusconi, sia da
quello di Prodi, non hanno finora risolto il problema.
Noi che abbiamo a Brescia uno dei più grandi inceneritori d'Europa (è il
triplo di quello di Vienna, per esempio) potremmo sentirci tranquilli. Ma
non è così.
Come ha affermato il prof. Paul Connet, docente emerito di Chimica alla
St. Lawrence University di New York e teorico della strategia
"Rifiuti Zero", l'inceneritore di Brescia è sicuramente meno
inquinante degli altri impianti italiani (anche se emette comunque delle
nano-particelle, che dopo esser state respirate, "possono superare la
membrana cellulare e a lungo andare scatenano tumori") e inoltre,
combinato col teleriscaldamento, ha una resa energetica migliore.
L'impianto è economicamente attivo per chi lo gestisce, oltre agli
introiti versati dalle città lombarde che devono smaltire i rifiuti,
riceve anche circa 60 milioni di euro annui di contributi statali. Dal
punto di vista ambientale, il bilancio però non è soddisfacente: la
raccolta differenziata a Brescia è molto scarsa ed è annullata, di
fatto, dal continuo aumento della produzione dei rifiuti. In 10 anni, da
quando funziona l'inceneritore, il rifiuto indifferenziato da smaltire è
sempre rimasto pari a circa 1,1 Kg/giorno/pro capite, più o meno come la
Campania, 5-6 volte superiore a quello indifferenziato dove si fa la
raccolta differenziata "porta a porta" come a Treviso. Sono
inoltre notevoli i residui di vari metalli, che rimangono nelle ceneri che
sono smaltite in Germania.
Dal punto di vista ambientale, l'inceneritore è sicuramente preferibile
alla discarica: l'ing. Renzo Capra, che era presidente dell'ASM prima
della fusione, afferma che si risparmiano circa 470 mila tonnellate l'anno
di emissioni di CO2.
L'inceneritore non può e non deve essere l'unica soluzione al problema
dei rifiuti. E' utile per smaltire la parte dei rifiuti non riciclabile,
ma la vera soluzione consiste nel riciclo. Tutti coloro che hanno a cuore
l'ambiente devono far sentire la loro voce agli Enti locali, affinché
questa strada sia percorsa con decisione.
Il vescovo di Napoli, card. Crescenzio Sepe, in un appello alla
cittadinanza a favore della raccolta differenziata ha affermato: "La
colpa di questa situazione è di tutti, anche nostra, dei cittadini, per i
comportamenti non sempre corretti, per le regole non osservate, per
l'egoismo con il quale ci rapportiamo alla comunità intera."
Quest'appello interpella anche noi: tutti dobbiamo sentirci impegnati in
prima persona, nelle azioni quotidiane, per la raccolta differenziata dei
rifiuti.
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