La Chiesa Cattolica italiana celebra
il primo settembre la Giornata per la salvaguardia e la difesa del creato.
Le singole parrocchie, in funzione delle locali esigenze pastorali,
possono celebrare la giornata in una qualsiasi domenica di settembre.
L'iniziativa nasce da una proposta formulata nel 1989 dal Patriarca
Ecumenico di Costantinopoli Dimitrios, che ha trovato ampia risonanza in
ambito ecumenico. Essa è stata ripresa dalla II Assemblea Ecumenica
europea di Graz del 1997 e nel 2001 dalla Carta ecumenica di Strasburgo,
che ha invitato a diffonderne la celebrazione. La sua accoglienza da parte
della Chiesa Cattolica italiana testimonia della sua volontà di
condividere la sensibilità ecumenica per i temi ambientali, facendo
crescere l'attenzione per essi nella vita delle nostre comunità.
L'iniziativa è legata a quel grave problema d'attualità che è la crisi
ecologica, ma ciò non deve celarne il forte radicamento nella tradizione
cristiana: confrontarsi con la salvaguardia del creato significa anche
riscoprire una dimensione fondamentale della fede. L'attenzione dei
credenti per le problematiche della questione ambientale affonda le sue
radici nell'atto d'amore del Creatore, che ha animato la vita di ogni
essere. Il tempo della crisi ecologica invita a riscoprirne oggi tutta la
densità, per vivere come custodi del creato, capaci di prendersene cura
tramite stili di vita rinnovati.
Quest'anno la Conferenza episcopale italiana ha deciso di porre
l'attenzione in particolare sul tema della scarsità dell'acqua. È una
realtà drammaticamente evidente in vaste regioni dell'Africa e che sempre
più interessa, sebbene in misura differente, anche altre aree del
pianeta.
Nessun ecosistema può consentire una vita sostenibile, quando venga meno
quella fondamentale risorsa che è l'acqua. Un uso inadeguato dell'acqua,
assieme al progressivo riscaldamento determinato dall'accentuarsi
dell'effetto serra, fa sì che anche il nostro Paese, e non soltanto ormai
le sue zone più calde, conosca spesso un'emergenza idrica.
Proprio tali situazioni critiche evidenziano l'importanza dell'acqua come
fonte di vita. La sua disponibilità è essenziale per i cicli vitali
della terra e fondamentale per un'esistenza pienamente umana. Non stupisce
che Francesco d'Assisi abbia posto il riferimento all'acqua, " multo
utile et umile et preziosa et casta ", al centro di quell'altissima
lode a Dio che è il Cantico delle Creature. L'acqua non è una realtà
puramente economica. L'acqua, dono derivante dalla creazione, ha
destinazione universale, da regolamentare a livello normativo. Il
contributo che anche i soggetti privati possono dare alla sua gestione non
deve in alcun modo andare a detrimento del fondamentale diritto all'acqua,
che i soggetti pubblici devono garantire ad ogni essere umano. Come
affermato dal Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa Cattolica, il
diritto all'acqua è "universale e inalienabile" (n. 485).
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