Nella seconda metà di giugno abbiamo assistito ad una
delle ondate di caldo, ormai sempre più frequenti. Gli effetti di questo
progressivo surriscaldamento del clima si sentiranno anche nei prossimi
anni, anche perché eventuali correzioni di rotta richiedono tempi lunghi.
Secondo gli esperti il riscaldamento del clima è causato principalmente
dall'accentuarsi del cosiddetto "effetto-serra", cioè
quell'azione di filtro svolta da alcuni gas dell'atmosfera, e in
particolare dall'anidride carbonica, per impedire la dispersione del
calore nello spazio. E' stato calcolato che, senza atmosfera, la
temperatura media della Terra sarebbe di -18 C°, mentre in realtà è di
circa 15 C°. L'aria è dunque indispensabile non solo per respirare, ma
anche perché crea le condizioni climatiche idonee per la vita dell'uomo
sulla terra. L'aria che respiriamo è composta dal 78 % di azoto, 20 % di
ossigeno, 1 % di argon; nel rimanente 1 % troviamo elio, idrogeno,
anidride solforosa ed anidride carbonica. Ed è proprio l'anidride
carbonica che svolge un ruolo essenziale nella troposfera (cioè fino alla
quota di 12 Km) per assorbire le radiazioni provenienti dalla terra
riscaldata dal sole, rispedendole verso il basso ed evitandone la
dispersione.
E' stato calcolato che dal 1750 circa, cioè dall'inizio
dell'industrializzazione in Occidente, la quantità di anidride carbonica
è aumentata del 31 %. E' quindi comprensibile perché l'effetto serra sia
in continuo aumento e quindi abbia prodotto il riscaldamento del clima. Il
riscaldamento del clima nel lungo periodo provocherà l'incremento annuo
di piogge e alluvioni, per la maggior evaporazione delle acque, la
riduzione dei ghiacciai montani e dei ghiacci del Polo Nord e, di
conseguenza, l'innalzamento del livello medio del mare, …oltre a estati
sempre più calde!
Per contrastare questa preoccupante tendenza, l'ONU ha predisposto il
"Protocollo di Kyoto" (1997) che, se attuato, dovrebbe ridurre,
entro il 2012, le emissioni di anidride carbonica del 5% rispetto al
livello del 1990. Poco, tutto sommato, ma meglio di niente.
Tutti gli uomini, ed in particolare i credenti che conoscono l'amore di
Dio per la creazione, hanno una responsabilità nel custodire l'atmosfera
per il bene della terra e dei suoi processi ecologici. Piante, animali e
ogni membro della famiglia umana dipendono da questo dono ed hanno il
diritto al mantenimento della propria vitalità. L'atmosfera non
appartiene a nessuno. Essa deve essere condivisa da tutti, oggi e in
futuro.
Di fronte a questa situazione, noi cittadini del mondo ricco e
industrializzato possiamo solo cercare di ridurre le conseguenze negative
delle variazioni climatiche, usando meno l'automobile e, in particolare
per quanto riguarda il rischio di black-out energetici, non utilizzando o
riducendo al minimo i condizionatori d'aria, evitando sprechi energetici e
usando gli elettrodomestici il più possibile la sera o la notte.
Maurilio Lovatti
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