Maurilio Lovatti, Giacinto
Tredici vescovo di Brescia in anni difficili,
Fondazione Civiltà
Bresciana, Brescia 2009, pag. 451, € 20
Notizie di cultura
bresciana, marzo 2010, pag. 4-5
L’episcopato di mons. Giacinto Tredici
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A
capo della nostra diocesi negli anni tempestosi del fascismo, scomparso poco
prima dell’era inaugurata dal Vaticano II: in un mondo che va veloce il
rischio era per il vescovo Giacinto Tredici (1880-1964) di finire in una
teca, sicuramente bella, destinata a coprirsi però di polvere. Maurilio
Lovatti, docente di filosofia in un liceo cittadino e collaboratore della
Cattolica di Brescia, con il suo ponderoso volume [Maurilio Lovatti, Giacinto
Tredici, vescovo di Brescia in anni difficili, Fondazione
Civiltà Bresciana, Fondamenta, Brescia 2009, pp. 454, ill.] ha sicuramente
messo un punto fermo per ripensare in maniera approfondita in tutta la sua
complessità questa figura di presule.
In 454 pagine, il testo che si fregia di una prefazione di Luciano Monari,
attuale vescovo di Brescia, si snoda geometrico e approfondito sulla vita,
le vicende ecclesiastiche ed il pensiero filosofico e teologico di Tredici.
Milanese, ordinato sacerdote nel 1902, profondo cultore di filosofia e
teologia, avrebbe alternato la sua attività nella metropoli meneghina tra l’arcivescovato
e Santa Maria del Suffragio, allora parrocchia di frontiera.
Nel 1934 divenne vescovo di Brescia, ribadendo ancora una volta il rapporto
filiale tra la nostra diocesi e quella milanese. Tredici sarebbe stato l’ultimo
vescovo a fregiarsi di un titolo come quello di conte di Valcamonica, e tra
i primi a doversi confrontare con la modernità a tutto tondo. In
particolare arrivò a Brescia al termine di una sofferta nomina. Succedeva
infatti a Giacinto Gaggia,unico vescovo italiano a non partecipare alle
elezioni indette dal regime nel 1929.
Tra l’altro a Brescia pare aspirasse anche tal Angelo Roncalli, il futuro
pontefice. La vittoria di Tredici fu interpretata come un successo del
regime, dato che il futuro vescovo era stato inviato dal cardinal Schuster
ad inaugurare la stazione centrale di Milano nel 1931. Merito di Lovatti
aver dimostrato la profondità dei rapporti tra partito fascista e
vicariato: dialogo nella fermezza fu in sostanza la linea che guidò l’agire
di Tredici, tanto a Milano dove fu ascoltato collaboratore di Schuster e poi
a Brescia. Elogiò i patti lateranensi ma difese a spada tratta i sacerdoti
della diocesi dalla pressioni del partito. Pubblicò poi con grande rilievo
i pronunciamenti di Schuster contro le leggi razziali del 1938. Tredici
dimostrò indipendenza anche rispetto ad una questione che all’epoca
sollevò non pochi imbarazzi: i funerali di Gabriele D’Annunzio eroe
nazionale ma di sicuro non uno stinco di santo. In questa occasione le
strade di Tredici si intrecciarono, come sarebbe accaduto molte volte negli
anni successivi, con quelle di Montini.
Fu
durante la Seconda guerra mondiale, in particolare negli ultimi due anni
particolarmente convulsi, che il palazzo di via Trieste divenne luogo di
mediazione tra le diverse fazioni l’una contro l’altra armata. Nei
giorni caotici della Liberazione il vescovo si trovò ad essere una voce di
riferimento forte per tutti i bresciani che seguì anche negli anni della
Ricostruzione. Significativa la fotografia che lo ritrae con Bruno Boni,
monsignor G. Battista Montini e padre Ottorino Marcolini all’inaugurazione
del villaggio Violino. In quegli anni dunque Giacinto Tredici si trovò ad
accompagnare il passaggio delle nostra chiesa alla modernità, alle soglie
del Vaticano II.
Uomo di mediazione ma anche filosofo, vicino al neotomismo ed autore di un
volume di una storia della filosofia, capace di posizioni autorevoli e
controcorrente. Nel 1950 fu tra quei 6 vescovi, su 1681, che espressero
parere contrario al dogma dell’Assunta.
Fu anche un attento osservatore di fenomeni di religiosità popolare come
quella Pierina Gilli di Montichiari. Su tutto e tutti un attenzione profonda
alle cose vere che, come amava ripetere “sono poche poche” e alle
persone, dato che amava definirsi “il vescovo di tutti […] per me
nessuno finisce mai ai margini della diocesi”.
Vittorio Nichilo
Notizie di cultura
bresciana, marzo 2010, pag. 4-5
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Maurilio Lovatti, Giacinto
Tredici vescovo di Brescia in anni difficili, Fondazione Civiltà
Bresciana, Brescia 2009, pag. 451
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Tredici, vescovo di Brescia in anni difficili
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Maurilio Lovatti, Giacinto Tredici
vescovo di Brescia in anni difficili, Fondazione Civiltà Bresciana,
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