Maurilio Lovatti, Giacinto Tredici vescovo di Brescia in anni difficili, Fondazione Civiltà Bresciana, Brescia 2009, pag. 451, € 20
8 aprile 2010 - Auditorium Livia Bottardi Scuola media Bettinzoli Circoscrizione Sud del Comune di Brescia
Resoconto della presentazione di Carlo Bazzani
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Giovedì 8 aprile 2010, alle ore 20.30, presso l’Auditorium Livia Bottardi della Scuola media Bettinzoli, via Caleppe, 13 (trav. Di via Corsica), si è svolta la presentazione del libro Giacinto Tredici, vescovo di Brescia in anni difficili del professor Maurilio Lovatti. Oltre alla presenza dell’autore del libro nella serata sono intervenuti il prof. Franco Manni, docente di filosofia al Liceo Leonardo di Brescia, il quale ha svolto il ruolo di intervistatore del professor Lovatti e l’avv. Luca Feroldi, presidente della commissione cultura della Circoscrizione Sud che ha presieduto la presentazione.
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La
presentazione è iniziata con una breve introduzione del professor Manni. Interviene poi l'autore del libro, il prof. Maurilio Lovatti, il quale parla della vita del vescovo Tredici. Giacinto
Tredici nacque il 23 maggio 1880 a Milano. Era uno degli otto fratelli
Tredici, tutti molto vicini di età, salvo il più piccolo, Carlo, nato nel
1895. Giacinto aveva un rapporto particolarmente affettuoso con l'ultimo
nato della famiglia Tredici. Per sei anni fu parroco di Santa Maria del Suffragio a Milano e lì venne molto apprezzato. Infatti l’Arcivescovo Schuster lo chiama e gli affida l’incarico di vicario generale dell’arcidiocesi di Milano. Tuttavia nel dicembre del 1933 papa Pio XI lo nomina vescovo di Brescia.
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Il prof.
Lovatti apre poi una parentesi riguardante l'eresia modernista condannata da
Pio X quando Giacinto Tredici insegnava teologia al seminario della diocesi
di Milano.
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Interviene
quindi il prof. Manni, che prima spezza una lancia in favore del modernismo.
Infatti, dice che alcune idee del modernismo furono riprese dal Concilio
Vaticano II, ad esempio l'apertura alla cultura laica e l'importanza
dell'indagine storico-critica nell'interpretazione delle Scritture. Il prof. Lovatti risponde dicendo che esiste l'idea secondo la quale Tredici fosse tollerante con i fascisti per due motivi: 1) Quando
Tredici era vicario a Milano aveva inaugurato la stazione centrale con
l'allora ministro dei trasporti, dopo che Schuster si era rifiutato in
polemica con Mussolini, per la questione del ruolo educativo dell'AC. Quindi
riassumendo questi due motivi non sussistevano. Il prof. Lovatti ricorda anche che nel 1938 quando vengono promulgate le leggi razziali il primo a criticarle in Italia fu l'arcivescovo Schuster nel duomo di Rovato e il suo discorso venne pubblicato sul bollettino della diocesi di Brescia. Quindi in conclusione da tanti segni possiamo dire che Tredici non si schierò mai con i fascisti né lodò mai le loro idee.
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Interviene
il prof. Manni il quale fa una digressione riguardante la seconda guerra
mondiale e l'importanza che ha avuto nella storia e per le sue conseguenze
fino ad oggi.. Il prof.
Lovatti risponde dicendo che Tredici nel 1943 non riconobbe la Repubblica
Sociale. Per quanto
riguarda il movimento partigiano Tredici fu il primo in Italia ad
autorizzare il primo cappellano militare. Questa decisione avvenne cinque
mesi prima di avere l'autorizzazione ufficiale dal Pontefice. Per l’autore Tredici in molti casi aveva paura nel svolgere le sue azioni, le quali erano molto delicate e importanti e si sentiva responsabile della vita di numerose persone. Inoltre a Brescia c’era una componente fascista molto radicale. Addirittura il questore della città, il dott. Mari Candrilli, era più crudele delle SS nella persecuzione degli ebrei, come risulta anche dal libro di Marino Ruzzenenti sulla Shoah a Brescia, la cui lettura raccomanda agli studenti. L’autore aggiunge che a Brescia la vendetta contro i fascisti non ci fu .Infatti solo due fascisti furono uccisi dopo la guerra. Per questi elementi la situazione di Tredici era delicatissima e con molte responsabilità. Si trovava a fare i conti con un’umana paura, però pure in questa situazione con il suo coraggio e la sua determinazione riuscì a salvare molte persone.
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Interviene il prof. Manni che porge una domanda al prof. Lovatti riguardante al comportamento che assunse il vescovo con gli opportunisti e con la DC durante il dopoguerra. Il prof. Lovatti risponde dicendo che Tredici credeva molto nell'unità dei cattolici nella DC. Considerava la DC come il partito cattolico, ma non mancò di esprimere la sua opinione anche su questioni sociali. Questo suo atteggiamento va collocato tenendo conto che a Brescia c'era l'idea che i fedeli laici impegnati in politica dovevano avere una certa autonomia, visione fortemente sostenuta da Bruno Boni e difesa dal Vescovo. Inoltre
Tredici si scontrò spesso con le gerarchie romane. Infatti difese molte
volte con coraggio la posizione dei giovani dell'Azione Cattolica di Brescia
contro le decisioni provenienti da Roma, in particolare nel 1948 e 1954.
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In seguito il prof. Manni pone un'altra domanda riguardante al ruolo svolto da Tredici nel Concilio Vaticano II. L'autore
inizia dicendo che per quanto riguarda l'ultimo Concilio ecumenico della
Chiesa Giacinto Tredici ormai ottantaquattrenne vi partecipò solo a due
sessioni e non fece mai interventi anche perché era malato. Adesso si apre la parte riservata al dibattito. Interviene subito l'avv. Luca Feroldi il quale pone una domanda al prof. Lovatti, chiedendo quale è oggi l'umore della città di Brescia verso Giacinto Tredici, come viene ricordato e percepito. L'autore
inizia dicendo che il segno più profondo lasciato da Tredici è che Brescia
è stata la realtà in cui il mondo cattolico ha dato di più alla
resistenza. Ma non va dimenticato tutto quanto ha fatto per la Chiesa
bresciana, in un impegno costante di oltre trent'anni. La presentazione, poi, si è conclusa con alcuni interventi da parte del pubblico giovane e meno giovane, che ha posto domande, ma sopratutto ha espresso la sua opinione sui motivi per cui l'eredità del Concilio, pur essendo sempre presente nei documenti ufficiali della chiesa, risulta spesso ignorata o trascurata nella vita quotidiana delle comunità ecclesiali. Carlo Bazzani
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Maurilio Lovatti, Giacinto Tredici vescovo di Brescia in anni difficili, Fondazione Civiltà Bresciana, Brescia 2009, pag. 451
Giacinto Tredici, vescovo di Brescia in anni difficili
Maurilio Lovatti Indice generale degli scritti
Maurilio Lovatti Scritti di storia locale
Maurilio Lovatti, Giacinto Tredici vescovo di Brescia in anni difficili, Fondazione Civiltà Bresciana, Brescia 2009, pag. 451, € 20 |