Maurilio Lovatti, Giacinto
Tredici vescovo di Brescia in anni difficili,
Fondazione Civiltà
Bresciana, Brescia 2009, pag. 451, € 20
20 gennaio 2010 -
presentazione del libro
Sala della Gloria,
Università Cattolica di Brescia
Saluto
del dott. Luigi Morgano, direttore della Sede bresciana dell'Università Cattolica
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A nome
della Sede bresciana dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, in qualità
di Direttore, e mio personale, sono particolarmente lieto di ospitare la
presentazione del volume: Giacinto Tredici Vescovo di Brescia in anni
difficili di Maurilio Lovatti, edito dalla Fondazione
Civiltà Bresciana, e rivolgo a tutti i presenti il più cordiale benvenuto.
In particolare, oltre all'autore, che collabora da anni, a vario titolo, con
la nostra Sede universitaria, ringrazio i relatori: Sua Eccellenza Mons.
Luciano Monari, Vescovo della Diocesi di Brescia; Mons. Giacomo Canobbio,
Vicario Episcopale per la cultura della Diocesi di Brescia; il prof. Mario
Taccolini, che ricopre vari incarichi nel nostro Ateneo ed è Direttore
dell'Archivio storico diocesano; l'avv. Andrea Arcai, Assessore alla Cultura
del Comune di Brescia.
Il titolo del volume è inequivoco presentando, dal punto di vista storico,
la figura di SE Mons. Giacinto Tredici: ne emerge una personalità
particolarmente attuale, capace di affrontare temi complessi con
"obiettività e serenità di giudizio e chiarezza di stile".
Mi permetto di richiamare, il capitolo 7, alle pagine 363 e 364, laddove si
parla del rapporto tra Mons. Tredici e l'Università Cattolica del Sacro
Cuore e viene ricordata la gioia con cui, nel gennaio del 1922, Mons.
Tredici annuncia ai lettori de La Scuola Cattolica, di cui è Direttore,
l'istituzione dell'Ateneo. Cito testualmente:
"Quello che per molti anni fu un'aspirazione, un sogno che sembrava non
dovesse avere altra funzione che di un simbolo, di un obiettivo, a cui
dirigere le forze dei cattolici italiani per ottenere qualche cosa di molto
meno, - possedere cioè in Italia una Università Cattolica, dove si
insegnasse a tutti la scienza, non in contrasto, anzi in perfetta armonia
colla dottrina cattolica, - è ormai un fatto compiuto. […] Il grandioso
programma ha avuto finalmente il principio della sua attuazione, un
principio solenne, sotto i migliori auspici, che promettono vicini gli
ulteriori sviluppi".
Ancora, riflettendo sul tema della scuola libera e su quello comunque
tuttora di attualità relativo alla parità scolastica, aggiungeva:
"Il monopolio scolastico da parte dello Stato assume tutto l'aspetto di
una sopraffazione e di un'odiosa imposizione di pensiero, quando dai primi
elementi della scienza positiva si passa […] alle sintesi che danno una
concezione generale dell'universo ed una valutazione morale della vita. […]
Per questo i cattolici, di fronte al fatto, doloroso ma reale, della rottura
dell'unità del pensiero filosofico e religioso, non potevano rinunciare al
diritto di avere un insegnamento, non quale lo poteva dare una scuola
imposta dallo Stato con quei criteri liberticidi, ma conforme alle proprie
convinzioni. Di qui l'insegnamento privato, curato con tanta diligenza e
difeso contro le angherie di una legislazione scolastica iniqua. Di qui la
richiesta sempre più insistente che a questo insegnamento privato, il quale
vuol essere apertamente cristiano, non sia fatta una condizione di
inferiorità, ma sia riconosciuta parità di trattamento colle altre scuole
in ordine agli effetti legali e (perché no?) alle spese".
Entrando un attimo più nel merito, la funzione pragmatica dell'Università
Cattolica e della scuola libera non era, per Mons. Tredici, la più
importante: per lui, la funzione apologetica rappresenta qualcosa di
"più elevato e grandioso". Come ampia e grandiosa deve essere
l'idea che guida l'Ateneo dei cattolici italiani e che lo sostiene laddove
afferma: "agli avversari che parlano di antagonismo fra scienza e fede,
mostrare in atto l'accordo tra l'una e l'altra, creando focolai scientifici
apertamente cristiani, dove la scienza trovi cultori appassionati e valenti,
che si impongano col loro valore di scienziati non meno che per la pratica
esemplare di vita e di fede cattolica".
Una sfida che come cattolici chiama ciascuno in causa in prima persona e le
Istituzioni, in quanto tali, come la stessa Università Cattolica, negli
impegni da onorare. L'incontro di oggi mi permette di ricordare che la Sede
bresciana dell'Università Cattolica da sempre si sforza di promuovere e di
rafforzare il legame con la Chiesa, poiché l'Università costituisce uno
straordinario luogo della cultura, da cui attendersi un contributo decisivo
allo sviluppo del pensiero umano, della verità e della vita.
Grazie.
Luigi
Morgano
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