Maurilio Lovatti
Testimoni di libertà. Chiesa bresciana e Repubblica sociale
italiana (1943-1945),
Opera San Francesco di Sales, Brescia 2015, pag. 336, Il
Il cantiere, dicembre 2015, pag.
12-13
Congratulazioni a ...
Maurilio Lovatti per il
suo nuovo libro
Testimoni di libertà
di Carlo Garofalo
|
Giovedì
22 ottobre alle ore 17 nell' Aula Magna del Liceo Arnaldo il nostro
concittadino e "con-parrocchiano" Maurilio ha illustrato la sua
nuova fatica alla presenza del vescovo, del sindaco, del professor Anni e
della preside del Liceo.
In un sala gremita di persone fra le quali il nostro don Santo, il
presidente dell'ANED, signor Gelatti, ha introdotto la presentazione
spiegando in sintesi il contenuto del libro e la sua genesi. L'argomento del
libro riguarda il contributo dei religiosi e delle religiose bresciani alla
lotta di Resistenza.
|
|
Il vescovo,
dopo aver precisato che non voleva ripetere quanto aveva scritto nella
prefazione del libro, ha sottolineato l'importanza della memoria che ci
arricchisce ed offre opportunità di meditazione e di coscienza di noi
stessi.
Tuttavia, ha continuato il vescovo, costruire una memoria che sia
purificata, condivisa e quindi contribuisca ad arricchire la compattezza
morale del nostro Paese non è un impegno facile. In questa prospettiva il
libro di Lovatti è un contributo prezioso del quale non possiamo che essere
riconoscenti. Negli anni 1943-45, gli anni della Repubblica Sociale di Salò
e della Resistenza, il clero ha avuto una notevole importanza nel dirigere
la coscienza delle persone e quindi orientare le loro scelte, in particolare
nella provincia di Brescia, nella quale il radicamento religioso è stato e
rimane fortissimo.
Il sindaco, dopo aver ricordato lo zio don Gino del Bono padre della Pace,
che pagò con la prigionia e il confino la sua scelta antifascista, ha
narrato il seguente aneddoto: il vescovo Gaggia aveva consigliato di non
passare da piazza Vittoria dove c'era la statua del "Bigio" che i
nostri anziani certamente ricorderanno. Si vociferava che il vescovo avesse
suggerito ciò per via della nudità che avrebbe "turbato" i
religiosi.
La verità nascosta, ma ovvia, come ebbe a raccontare don Gino al nipote,
era che detta statua rappresentava il fascismo!
Il sindaco ha continuato affermando che la Pace era luogo di opposizione al
fascismo e costruzione di una classe dirigente democratica e cattolica.
Infatti dalla Pace sono usciti i più illustri nomi dei religiosi che si
opposero al fascismo e ne pagarono le conseguenza; padre Manziana
rappresenta il caso più significativo di questa opposizione.
|
Il
professor Anni, studioso del Fascismo e della Resistenza ha sottolineato
come l'atteggiamento nei confronti del Fascismo fu diverso da persona a
persona e diverso nella stessa persona a seconda del momento. Il 25 % del
clero bresciano partecipò alla lotta contro il fascismo; percentuale molto
alta se si pensa che la percentuale dei partigiani, rispetto alla
popolazione italiana, non superò l'1%. Preti fascisti ce ne furono
naturalmente, in parte perché mancavano di una formazione politico-sociale
adeguata, ma soprattutto perché temevano il comunismo per sua natura
"ateo".
In conclusione è intervenuto l'autore che, dopo i ringraziamenti rivolti
anche a un gruppo di suoi studenti del Liceo Copernico e a due studentesse
dell'Arnaldo, ha sottolineato che la prefazione del vescovo e del presidente
dell'ANED costituiscono indicazione di lettura. Ha in particolare
evidenziato la figura di monsignor. Giacinto Tredici che, pur essendo un
uomo timido e prudente, viveva la responsabilità del suo popolo e del suo
clero. Che non sapesse dei sacerdoti partigiani era cosa impossibile.
Significativo è il caso di don Rinaldini che, presentandosi la necessità
di occuparsi dell'assistenza religiosa dei partigiani, fu nominato dal
vescovo, non senza molta esitazione, "curato di tutte le parrocchie
della diocesi" con la concessione di tutte le facoltà, tranne di
celebrare matrimoni, e con il permesso di "predicare, confessare,
comunicare e celebrare messa, con o senza sacri paramenti, a tutte le ore
del giorno e della notte".
|
Terminiamo con una breve presentazione del libro che in
oltre trecento pagine consente di leggere e comprendere vita e opere di
centinaia di preti che al ministero sacerdotale aggiunsero il dovere di
ricercare libertà e democrazia. Lovatti mette al centro figure emblematiche
di sacerdoti antifascisti come don Giacomo Vender, padre Carlo Manziana, don
Carlo Comensoli, padre Giovanni Battista Picelli, padre Luigi Rinaldini e
tanti altri, pastori d'anime e coraggiosi testimoni di Vangelo che "con
la loro parola e col loro esempio sono stati guida autorevole per molti
giovani laici che coraggiosamente hanno scelto di essere "ribelli per
amore", talvolta pagando eroicamente con la vita la loro coerenza ai
valori in cui credevano.
Nonostante la mole e la quantità notevolissima di personaggi e citazioni,
la lettura del libro è molto stimolante e scorrevole; si legge "in un
fiato" e aiuta i meno giovani a ricordare e ai più giovani a
comprendere da dove nascono le libertà che oggi ci sembrano scontate, ma
che invece sono state frutto di lotta e di sacrificio.
Carlo Garofalo
|
Maurilio Lovatti
Testimoni di libertà. Chiesa bresciana e Repubblica sociale
italiana (1943-1945),
Opera San Francesco di Sales, Brescia 2015, pag. 336, € 24
torna a Testimoni
di libertà
Maurilio
Lovatti Indice generale degli scritti
Maurilio
Lovatti Scritti di storia locale
Giacinto
Tredici vescovo di Brescia in anni difficili
|