Titolo:
Testimoni di libertà. Chiesa bresciana e Repubblica Sociale Italiana
Autore: Maurilio Lovatti
Editore: Opera Diocesana San Francesco di Sales - Brescia
«Noi siamo vissuti come abbiamo potuto
negli
anni oscuri, senza libertà
siamo
passati fra le forche e i cannoni
chiudendo
gli occhi e il cuore alla pietà»
cantavano
“I Gufi” nel 1967 e la loro canzone Non maledire questo nostro tempo
(25 aprile 1945) più volte mi è tornata in mente correggendo le bozze di
questo libro promosso dalla sezione provinciale dell’Associazione
nazionale ex deportati (ANED) e dalla Diocesi di Brescia.
Il prof. Maurilio Lovatti, docente al Liceo Arnaldo di Brescia e autore di
Giacinto Tredici Vescovo di Brescia in anni difficili, proseguendo
le sue ricerche su Chiesa bresciana e Fascismo, cerca di compiere una
sintesi della persecuzione dei fascisti e dei tedeschi nei confronti del
clero bresciano e fa una valutazione sull’antifascismo della Chiesa
bresciana, tenendo conto della documentazione disponibile negli archivi e
di quella già pubblicata o citata ma di difficile reperimento.
Il volume è così strutturato: prefazione del vescovo di Brescia;
introduzione del presidente dell’ANED di Brescia; premessa; capitolo I:
Gli eventi (Brescia 1943-1945); capitolo II: Alcune figure emblematiche;
capitolo III: L’antifascismo della chiesa bresciana; appendice:
Censimento del clero antifascista (a cura del gruppo di studenti
coordinato da Francesca Varisco); bibliografia; ringraziamenti; indice dei
nomi.
Tra i sacerdoti presi ad esempio per il loro significativo ruolo nella
resistenza non armata quattro erano in Valle Camonica: don Carlo Comensoli
(parroco di Cividate Camuno);
don Vittorio Bonomelli (curato di Sonico), padre Giovanni Battista Picelli
(curato di Zazza di Malonno); don Mario Marniga (curato di Vezza d’Oglio).
Altri preti camuni antifascisti sono nell’elenco in appendice,
inevitabilmente incompleto, curato da studenti volonterosi che hanno
collaborato al libro che avrà anche una versione
elettronica poiché esso è destinato principalmente ai giovani che poco o
nulla sanno di ciò che avvenne tra il settembre 1943 e l’aprile 1945
nel Bresciano.
Pier
Luigi Fanetti |