Un'insolita serata filosofica
di Maurilio Lovatti
Nell'ambito
della Rassegna culturale della Circoscrizione Sud di Brescia (l'Albero
della Sud), giovedì 25 febbraio 2010, alle ore 20.30,
nell'Auditorium Livia Bottardi della Scuola media Bettinzoli, si è svolta
una "Serata filosofica" sul tema: ragione e sentimento nelle
scelte dell'uomo. L'insolito tema, almeno per una rassegna culturale
decentrata, costituiva una sorta d'esperimento per verificare se era
possibile e realistico affiancare argomenti più impegnativi, anche se
trattati in maniera accessibile per un pubblico non specialista, alle
tradizionali iniziative culturali di circoscrizione, come proiezioni
cinematografiche, rappresentazioni teatrali, concerti, mostre e serate di
danza, che vanno incontro ai desideri più diffusi tra i cittadini. La
scelta di temi filosofici attinenti l'etica, si spiega con il desiderio di
affrontare argomenti anche complessi e difficili, ma che possano
collegarsi con l'esperienza di vita quotidiana di ognuno di noi. Infatti,
tutti noi ogni giorno dobbiamo compiere delle scelte, talvolta facili e
immediate, altre volte difficili o incerte, che ci fanno pensare molto.
Tutti noi abbiamo dei criteri morali che ci permettono di valutare come
buone o cattive le nostre azioni, ma non sempre ne siamo consapevoli: la
morale o etica è appunto quell'insieme di conoscenze che ci permette do
orientare il nostro agire, di giustificare e spiegare le nostre scelte in
conformità a precetti (regole, comandamenti) di carattere generale, cioè
che supponiamo valide per tutti (universali). Nelle nostre scelte
interviene sicuramente la ragione, ma anche le emozioni (brevi e intense)
e i sentimenti (più duraturi e strutturati) svolgono un ruolo importante.
La serata è stata introdotta dall'avv. Luca Feroldi, presidente
della commissione cultura della Circoscrizione Sud, ed è proseguita con
un dialogo tra me e il collega prof. Franco Manni, docente di
filosofia al Liceo Leonardo di Brescia, prima di lasciare spazio ai
numerosi interventi del pubblico. Nel dialogo tra me e il collega, dopo
una stringata definizione di ragione e sentimento, abbiamo riassunto le
concezioni filosofiche che su questo tema si sono susseguite nella
filosofia occidentale, dagli antichi greci ad oggi. Abbiamo richiamato il
pensiero di Socrate, Platone, Aristotele e degli stoici, abbiamo esaminato
la concezione cristiana e poi il pensiero moderno, in particolare
l'illuminismo, con Hume e Kant, il romanticismo e la psicanalisi di Freud.
Da questo esame è emerso che il rapporto tra ragione e sentimento è
stato valutato dai filosofi in modi alquanto differenziati e spesso
antitetici. Non solo, ma anche autori che concordavano nell'assegnare un
primato assoluto alla ragione, come Platone, gli stoici o Kant, lo
facevano con motivazioni diverse e partendo da differenti visioni
dell'uomo. Così il pensiero di coloro che hanno rivalutato e sottolineato
il ruolo del sentimento, come i romantici o Freud, ha avuto esiti molto
diversi, come da un lato le tendenze irrazionalistiche di una parte del
Romanticismo europeo, e dall'altro il tentativo di una comprensione
razionale dell'inconscio e del ruolo delle passioni da parte della
psicanalisi. Questa ricostruzione storica, molto sintetica, era
essenzialmente finalizzata a mostrare come la comprensione razionale delle
nostre azioni (degli scopi a cui sono indirizzate, delle regole alle quali
si ispirano, delle responsabilità individuali e collettive che esse
comportano) non è mai indipendente dalla cultura e dalla mentalità in
cui siamo inseriti. Anche se spesso non ce ne rendiamo conto, il nostro
modo di concepire la realtà e il nostro ruolo nelle relazioni con gli
altri sono profondamente inseriti nell'eredità culturale che abbiamo
ricevuto dalle epoche passate. Bernardo di Chartres, nove secoli fa,
affermava che gli uomini sono come nani sulle spalle dei giganti: la
nostra ragione potrà essere tanto più efficace e lungimirante quanto
più saremo consapevoli del pensiero dei grandi del passato. In questa
luce abbiamo cercato di mostrare come la conoscenza della filosofia possa
servire ad illuminare e rendere più consapevoli le nostre scelte.
Nell'ampio e partecipato dibattito che ne è seguito, durato circa un'ora,
abbiamo avuto l'occasione di toccare altri temi, come per esempio
l'importanza del cristianesimo per la cultura occidentale, il significato
e il valore della libertà umana e i condizionamenti che essa può subire,
il valore e il primato della ragione, la distinzione tra ragione teoretica
e quella pratica. Alcuni studenti presenti hanno successivamente steso una
sintesi della serata, che è stata pubblicata su internet. Penso che da
questa esperienza si possa trarre l'insegnamento che è possibile trattare
anche nelle iniziative culturali decentrate dei temi impegnativi. E' però
necessario che i temi da affrontare si colleghino con l'esperienza
concreta di vita delle persone o che rispondano al desiderio di chi
vorrebbe rivedere argomenti studiati anni prima a scuola (con quei
caratteri di nozionismo o di specializzazione che spesso caratterizzano
l'insegnamento) in una luce nuova, che possa magari creare la curiosità
per nuovi studi o approfondimenti personali. Questi dovrebbero essere i
caratteri di un'autentica divulgazione, non banalizzante o superficiale.
Spero che in futuro tentativi simili posano essere fatti anche per altre
discipline diverse dalla filosofia.
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