Domenica
4 ottobre, nella Chiesa della Noce, mons. Luciano Monari, Vescovo di
Brescia, ricordando la figura di Arcangelo Tadini, recentemente proclamato
santo dal Pontefice, che fu curato alla Noce dal 1873 al 1885, ha
solennemente dedicato questa chiesa parrocchiale della circoscrizione Sud
a "Dio onnipotente e alla gloria del Santo nome di Maria e di
Sant'Arcangelo Tadini". Mons. Monari ha affermato che: "
Sant'Arcangelo Tadini ha avuto una vita di tribolazioni e di entusiasmi,
d'amore e di obbedienza a Dio che ha trasformato la morte in Pasqua. La
santità è la vocazione di ogni credente, alcuni tra noi ci fanno capire
che essa diventa possibile."
Al termine del rito, il Sindaco di Brescia, on. Adriano Paroli, ha
ringraziato per l'iniziativa, che costituisce "un dono per la
città".
Nell'occasione è cominciata la distribuzione a tutte le famiglie della
frazione di un libro sulla storia della Noce, scritto dal prof. Virginio
Prandini (Santa Maria della Noce: una piccola comunità attorno al suo
santuario, Brescia 2009), con introduzioni del Vescovo, del Sindaco di
Brescia e di don Arturo Balduzzi, parroco della Noce e di Chiesanuova.
Il libro racconta le vicende della chiesa della Noce a partire dal 1512,
fino ai nostri giorni. Infatti, il primo edificio della chiesa, allora
detta delle Fontanelle (per via dei fontanili che allora abbondavano in
zona) fu fatta costruire da Vincenzo Salotti, come ringraziamento per
essere scampato al sacco di Brescia. Infatti dal 19 al 21 febbraio 1512,
Brescia era stata occupata e saccheggiata dalle truppe del giovanissimo
generale francese Gastone da Foix, nipote del re Luigi XII, che avevano
portato via migliaia di carri zeppi di oggetti di valore rubati ai
bresciani, appiccato incendi, ucciso centinaia di uomini e violentato
tutte le donne che erano riusciti a trovare. Sempre nel XVI secolo, a sud
della chiesa, era stata costruita la cascina Le Caselle, appartenuta prima
ai Rovati e poi ai conti Martinengo di Villagana, con una grande sala
dipinta da Lattanzio Gambara.
Dal suo sorgere e fino al 1956, la chiesa della Noce, come le altre chiese
delle campagne a sud-ovest di Brescia, apparteneva alla parrocchia di S.
Nazaro e Celso.Questa parrocchia era una delle più importanti di Brescia,
il suo parroco era generalmente un vescovo o un "prevosto
mitriato" (che aveva diritto a portare il copricapo da vescovo nelle
cerimonie solenni) di famiglie nobili veneziane (Brescia appartenne alla
Repubblica Serenissima fino al 1797). Era una chiesa così importante, che
commissionò al Tiziano il famoso polittico Averoldi, che ancor oggi
possiamo ammirare dietro l'altare della chiesa di Via Matteotti.
La chiesa della Noce non aveva fonte battesimale e confessionale, poiché
i battesimi e le confessioni dovevano avvenire o nella chiesa parrocchiale
o, nella grande maggioranza dei casi, nella più vicina chiesa
dell'Assunta a Chiesanuova (l'attuale chiesa vecchia di Chiesanuova).
Cresime e matrimoni dovevano essere obbligatoriamente celebrati a san
Nazaro. Anche funerali e sepolture, fino al 1793, dovevano svolgersi in
città.
Il libro di Prandini racconta con accuratezza e fedeltà ai documenti le
vicende storiche della Noce, in particolare dal XVIII secolo in avanti.
Non è certo possibile riassumerle qui, ma un singolare episodio merita di
essere ricordato. Don Arcangelo Tadini, curato della Noce, era riuscito ad
ottenere da mons. Luigi Fè d'Ostiani, prevosto di S. Nazaro,
l'autorizzazione ad erigere il battistero, per evitare che i neonati,
nella stagione fredda, fossero portati a Chiesanuova per il battesimo, con
rischio di malattia e in alcuni rari casi anche di morte. Alcuni fanatici
di Chiesanuova, guidati dall'oste Guerrini, irruppero di notte nella
chiesa e distrussero il fonte battesimale: Tadini si sentì male per lo
spavento, ma riuscì a dare l'allarme facendo suonare le campane. Il fonte
battesimale fu ricostruito e il 4 novembre 1883 si celebrò il primo
battesimo alla Noce. La formale riconciliazione tra le due comunità
parrocchiali è avvenuta il 12 marzo 2000, quando un folto gruppo di
fedeli di Chiesanuova si recarono alla Noce per partecipare ad una messa
solenne, concelebrata dai due parroci (don Arturo Balduzzi di Chiesanuova
e don Mario Neva della Noce) e al successivo pranzo comunitario:
l'abbraccio tra i due parroci sul cavalcavia dell'autostrada, confine tra
le due parrocchie, fu il segno visibile di un impegno di collaborazione
fra le due parrocchie, che negli ultimi anni si è notevolmente
intensificato.
Nel dicembre del 1956, mons. Giacinto Tredici, vescovo di Brescia, che
aveva visitato la prima volta la chiesa nel 1939, promulgò il decreto che
eresse la chiesa della Noce a parrocchia. Dal 1956 ad oggi si sono
succeduti 5 parroci, incluso l'attuale. Tra questi vi è stato don Mario
Neva (dal 10 settembre 1989 al 10 giugno 2001) poi Assistente spirituale
dell'università cattolica di Brescia, e il libro di Prandini contiene
anche una sua interessante testimonianza sulle vicende della Noce negli
anni novanta.
L'ultimo capitolo del libro, il settimo, è interamente dedicato a don
Arcangelo Tadini, proclamato santo da Benedetto XVI, e contiene anche
un'antologia dei suoi scritti più significativi.
Questo libro di Prandini, che segue ad uno analogo su Chiesanuova
pubblicato tre anni fa (V. Prandini, Chiesanuova, una comunità che si
riscopre, Brescia 2006) contribuisce in maniera significativa a
ricostruire la storia della zona sud della città, per evitare che la
memoria storica delle nostre radici si disperda e sia dimenticata. E'
auspicabile che analoghi studi siano compiuti per altri quartieri della
Circoscrizione Sud.
Maurilio Lovatti
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