PRESIDENZA
DIOCESANA DI AZIONE CATTOLICA
Brescia,
15 maggio 1954
A
SUA EM. IL CARD. ADEODATO PIAZZA
Presidente della Commissione Episcopale
per l'Alta Direzione dell'A.C.
ROMA
EMINENZA REVERENDISSIMA,
La
Giunta Diocesana di Brescia, esaminata la situazione determinatasi negli
ultimi tempi nei vari rami dell'Azione Cattolica e negli ambienti ad essa
più vicini, e udita la relazione sul recente Congresso di Assisi:
a) riafferma la propria indefettibile fedeltà all'autorità della Chiesa e
del Papa, e l'obbedienza al proprio Vescovo che nella Diocesi rappresenta ed
interpreta la volontà della Gerarchia Ecclesiastica.
b) Riconosce però che da qualche tempo le viene imposta una forma
prevalentemente organizzativa, la quale ritmandosi su successioni di tempi,
predisposti dalla Presidenza Centrale, non tiene nel dovuto conto le esigenze
varie delle singole zone e dei singoli rami, chiamati a collaborare, anzi
sforza il lavoro stesso, mirando a un risultato comunque ottenuto, piuttosto
che a un lavoro in profondità, serio e preoccupato delle esigenze reali
dell'apostolato dei laici, specie verso i lontani.
c) Ritiene inoltre che la Presidenza Centrale, non sempre rispetti le debite
autonomie dei rami d'Azione Cattolica e delle Diocesi, inframettendosi con
ordini diretti, non portati prima a conoscenza dei capi responsabili, e non
tenga nel dovuto conto le istanze e le proposte riguardanti i molteplici
problemi della vita e dell'attività dell'A.C., che dalla periferia vengano
ripetutamente espressi, sia per iscritto, sia direttamente a voce negli
incontri e convegni regionali e nazionali. Tale mancata rispondenza prende
un aspetto particolarmente preoccupante, quando attraverso i C.C. o altre
forme si cerca di far perno sull'organizzazione dell'A.C. per portare i
cattolici all'azione politica, in direzioni non certo condivise dalla folla
dei nostri iscritti, che, per essere gente umile e lavoratrice, non può
accordarsi cori tendenze autoritarie, conservatrici e retrivamente
paternalistiche, già duramente sperimentate attraverso i vent'anni di
fascismo. Ciò riesce poi particolarmente inviso a Diocesi, come quella di
Brescia, che ha dato attraverso le forze cattoliche organizzate un altissimo
contributo di uomini, di sangue e di vite alla lotta della resistenza.
A riprova di questo sì. fa notare che risuonò offesa gratuita il fatto che
a Presidenti di Giunta Diocesana, a persone cioè cui l'autorità dei
Vescovi ha conferito la responsabilità dell'A.C. organizzata nelle singole
Diocesi e che pertanto, non solo conoscono, ma da anni vivono e sperimentano
l'azione cattolica nel suo spirito e nella sua organizzazione concreta, ad
Assisi il Presidente Generale e il Direttore dei Comitati Civici ing.
Sciascia abbiano negato la competenza a muovere critiche alle attuali forme
organizzative, come se non conoscessero affatto che cosa sia l'Azione
Cattolica organizzata.
Spiacque poi che in tempo così esiguo, quale ne offriva il Convegno di
Assisi, si siano voluti proporre all'esame problemi. di portata tale, che
non si potevano nemmeno sfiorare con speranza di pratiche soluzioni, quali
la casa, la disoccupazione, l'assistenza ecc., con il risultato di dar solo
una lustra vena di preoccupazione sociale.
d) Si lamenta pure che, pretestando il rinnovamento della forma
organizzativa, si siano volute eliminare le Delegazioni Regionali dei
Presidenti Diocesani di Azione Cattolica, delegazioni le quali, facilitavano
le intese di azione comune fra diocesi di esigenze affini e integrantisi,
promuovendo incontri sul piano regionale.
e) Quanto poi ai giovani non si manca di far notare che essi hanno grande
bisogno di comprensione e di aiuto, in un epoca nella quale vengono fatti
segno da troppe parti a lusinghe e insidie,che potrebbero o prima o poi
incidere sulla loro giovane fibra, e che pertanto, pur con tutto il rispetto
alla verità e all'integrità più scrupolosa dei principi, ad essi occorre
trovarsi accanto persone e metodi fondati sulla fiduciosa carità: come non
sembra siasi mostrato con loro nelle ultime vicende.
f) Poiché d'altra parte, sia nei nostri, ambienti come in altri a noi
vicini, la principale causa del disagio sopra notato, vien ravvisata nella
persona e nei metodi del Prof. Gedda, questa Giunta Diocesana sarebbe
d'avviso che potrebbe essere opportuno un avvicendamento nella carica della
Presidenza Generale.
Quanto sopra si è voluto dire perché riteniamo nostro precipuo dovere far
conoscere alle Autorità preposte dal S. Padre alla vigilanza dell'Azione
Cattolica, tutti quei fatti e stati d'animo, che, se fino ad ora non hanno
dato origine ad episodi di dissensi gravi, nelle condizioni attuali
diffondono però una sfiducia e un disagio che a lungo andare potrebbero
anche menomare l'efficienza, l'unità, lo spirito insomma dell'A.C.
Diocesana.
Ne sarebbe inoltre inferto danno grave e forse irreparabile all'intesa
fiduciosa, alla collaborazione con le altre forze cattoliche, operanti nei
difficilissimi campi sindacale e politico, collaborazione che attuata e
sperimentata finora con stima e lealtà piena e reciproca, ha costituito,
com'è noto, l'esemplare superiorità dei cattolici bresciani rispetto alle
forze avversarie.
Prostrati al bacio del Sacro Anello, ci protestiamo di Vostra Em.za Rev.ma
devotissimi figli,
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