Maurilio Lovatti

Il caso di Mario Rossi (1954): testimonianze, documenti, lettere

 

 

Lettera di Umberto Eco a Mario Rossi, 5 maggio 1954

 

 

 

 

Lettera di Umberto Eco a Mario V. Rossi
Omissis [...] autorizzati dall'Autore

Torino, 5.5.1954         

Caro Mario.

credevo di tornare quaggiù e di rimettermi buono a studiare, ma il clima periferico non è tale da consentirmelo. In effetti la periferia è realmente in armi e l'eco delle dimissioni pasquali non accenna a diminuire.
1°) Non eccessivamente soddisfacente il panorama di Alessandria, in seguito alla lettera di Piazza con allegato ritaglio dell'Osservatore, ha convocato i dirigenti e raccomandato "duramente" l'unità e la disciplina, impedendo ai dissenzienti di prendere la parola. In una chiesa un canonico (è tutta una razza!) ha parlato contro i "falsi cattolici" che seminano disordini, un altro ha fatto fare alle donne cattoliche un'ora di riparazione per i dolori che la Giac ha inflitto al Papa. L'Assistente Diocesano ha nebbioleggiato il Vescovo (è arciprete e ha la macchina). In compenso però il giovane clero è con noi, ugualmente la presidenza Diocesana: naturalmente devono stare buoni, ma continuano a lavorare come prima. Importante: il giornale socialista locale aveva pubblicato che il Presidente diocesano aveva preso posizione contro Gedda e che nella Giac vi erano fermenti. Immediatamente il Presidente veniva chiamato dai carabinieri per dare schiarimenti e rassicurazioni. Il fatto potrebbe essere episodico, ma ho saputo che oggi Vincenzo Incisa (non l'ho però ancora veduto) dopo la posizione presa al Nucleo Regionale, è stato chiamato dai carabinieri per rassicurare circa i fermenti "... Sarebbe bene vedere ciò che è stato fatto altrove, allora ci sarebbe da chiedere chi abbia mosso i carabinieri.
2°) Oggi sono arrivato a Torino; ho trovato un biglietto speditomi la settimana scorsa: è pieno di incoraggiamenti cordiali e di sensi di affettuosa solidarietà da esprimere anche a te e agli altri; trascrivo un brano: "Chi come voi si impegna nell'azione è destinato a correre i rischi del proprio impegno. ma non importa. Solo chi rimane inerte non si compromette, ma la sua sentenza è già segnata".
Il particolare interessante e confortevole è che la lettera è scritta da un gesuita, p.Trovati (che tu hai conosciuto, o meglio, che ti ha visto una volta non so più a quale riunione). Comunque quest'appoggio della compagnia di Gesù è consolante. Prova a sollecitare lettere d'adesione da p. Lombardi. Non si sa mai.
3°) L'ambiente torinese extra GIAC è movimentatissimo: parlo di fucini ed in genere del gruppo dell'intesa Universitaria.
A questo proposito domani mi vedrò con un gruppo che fa capo all'associazione del Collegio San Giuseppe (quello di Incisa). Laggiù c'è un nucleo di gente che vuole porsi immediatamente al lavoro: studiare qualcosa di nuovo. Son tutti individui di prima scelta. Domani sentirò cosa hanno pensato. Credo che da queste decisioni della più valida periferia possano venire preziose indicazioni per il nostro stesso impegno di domani.
4°) Veniamo alla Presidenza Diocesana di Torino: Santo Iddio, non ho mai visto un tal covo di rivoluzionari! Sono accampati lassù e - a giudicare dal fatto che io vi son capitato all'improvviso in una sera qualsiasi, non fanno altro che fare riunioni e discussioni per preparare una solida e coraggiosa azione. Il più prudente (se pur sanamente prudente) è Ferrero, circondato da un gruppo sveglio e ribollente […] A questi si aggiunge un certo teologo Quaglia, che mi pare non faccia altro che dare i carismi dell'ortodossia a tutte le affermazioni più azzardate. Da questo gruppo è stato stilato un lungo memoriale che, accompagnato da una lettera, verrà inviato all'Arcivescovo e a tutte le Presidenze Diocesane del Piemonte, affinché seguano l'esempio. Nel comitato di redazione vi fu pure Venditti. Il memoriale presenta, in una prima parte, le esigenze del mondo cattolico e della Gioventù in campo sociale; muove quindi accuse vivacissime contro i cattolici di destra: presenta quindi un esame aspramente critico della posizione religiosa e organizzativa di Gedda. Rimane circostanziato al piano religioso e non si occupa dei lati politici del problema. La lettera invece è molto più dura e chiede al Cardinale di prendere una chiara posizione; infatti l'infelice prelato, dopo aver dato ampie assicurazioni di solidarietà alla presidenza, ha pubblicato sul Bollettino Diocesano il comunicato dell'Osservatore, con un commento duretto. Nella lettera gli si chiede se il Suo atteggiamento è definitivo, nel qual caso la presidenza non potrà che dimettersi. Riguardo al memoriale, i meno moderati propongono di ciclostilarlo e di diffonderlo comunque. Ferrero nicchia, ma adduce motivi ragionevoli. Veniamo ora alla posizione del Canonico Bosso. E molto ambigua, se non nebiolica almeno) sargolinica. Assicura aiuto incondizionato, ma ostenta un paternalismo che ha notato tutto il Centro. E stato, come sapevamo, a Roma da dove ha riportato due affermazioni, avute in un colloquio con Piazza: 1°) che le deviazioni dottrinali più che eresia erano qualcosa di "impalpabile" (!!) che vagava negli articoli di Rossi; 2°) che il motivo sostanziale dell'allontanamento del Rossi era sostanzialmente il fatto che si tendeva ad allontanarsi dalla Gerarchia. Movimento di indipendenza, questo, già iniziato da Carretto e da Gedda (!!) (Il canonico Bosso ne deduce che anche Gedda sia in pericolo...). Di contro, un folto gruppo di Assistenti torinesi, capeggiati dal prefato teologo Quaglia, hanno scritto una pepata lettera di protesta ai Vescovi. In sostanza la Presidenza di Torino presenta ora due alternative: 1°) dimissioni in massa, subito (sostenute, mi pare, da Brossa) 2°) Lavoro intenso e apertissimo in Diocesi, sino a che non saranno cacciati via. Su questa linea, oltre al memoriale, vi è il Congresso Diocesano di domenica prossima al quale interverrà come oratore Toni Mazzarolli (!!!). Credo che ne vedremo delle belle... Ti farò sapere qualcosa. Ferrero ti invierà documentazioni per tutti. Numerose associazioni hanno espresso la loro indignata ilarità per il numero di Gioventù. Un consultore la del Sud ha scritto a Mannini (come all'unica persona di cui si possa fidare ora, perché appartenente al glorioso Piemonte) per sapere cosa è successo in GIAC. Egli ha avuto notizie dell'Avanti e non si sa più raccapezzare. Capisci la situazione del sud? Non c'erano i giornali ad informarli! Queste grosso modo le notizie torinesi che ho raccolto in mezza giornata: tutti questi dati non possono adeguatamente dirti però la reale situazione e animazione di quassù. Tutti chiedono cosa fare. Come vedi Assisi non ha chiuso nulla [..]. E se proprio avessero chiuso sul piano della protesta non hanno in realtà bloccato la maturazione. Bona tempora currunt. Caro Mario, fatti vivo, saluta mamna tua e Cesarino Massa, ma se scrive a macchina non disturbarlo. Devozionisticamente.


Eco           

 

 

Fonte: Mario V. Rossi, un cattolico laico. Significato e attualità del suo impegno nell'Italia del secondo dopoguerra, Atti del convegno di studi promosso e organizzato dal Comune di Costa di Rovigo, a cura di G. Martini, S. Ferro, M. Cavriani, 13-14 marzo 1999, Minelliana, Rovigo 2000, pag.115 -116.

 

 

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