Maurilio Lovatti
Il caso di Mario Rossi (1954): testimonianze,
documenti, lettere
Lettera di mons. Giacinto
Tredici, vescovo di Brescia, al card. Adeodato Piazza, 1 maggio 1954
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IL
VESCOVO DI BRESCIA
Brescia,
1 maggio 1954
Al Card. Adeodato Piazza
Eminenza
Rev.ma,
Prima
di rispondere alla venerata sua lettera ho voluto attendere, per avere
un'idea precisa dell'atteggiamento dell'Azione Cattolica diocesana, e
specialmente della GIAC e degli uomini di AC in seguito alle dimissioni del
dr. Rossi, che tanto scalpore hanno suscitato nella stampa italiana.
Non posso nascondere, però, che le dimissioni del dott. Rossi, e le
circostanze ed i commenti che l'accompagnarono, hanno dato occasione, nei
nostri dirigenti e nei gregari, ad un disagio certo spiacevole, specialmente
nei riguardi del Presidente Generale dell'Azione Cattolica. E' sembrato
infatti che egli voglia imprimere all'Azione Cattolica un suo indirizzo
personale, e che per questo tenda ad eliminare le persone che abbiano un
indirizzo diverso. I nostri giovani e uomini ricordano, a questo riguardo,
precedenti, come le dimissioni del prof. Carretto e l'allontanamento
dell'avv. Veronese. Di più, a quello che molte volte si è già detto, pare
che egli eserciti un'azione politica, orientandosi ed orientando l'Azione
Cattolica verso un indirizzo di alleanza cogli elementi più conservatori (a
destra, come si dice); mentre ai nostri pare che l'Azione Cattolica, per i
suoi statuti e per una vera ragione di necessità, non debba fare azione
politica, e comunque debba orientarsi piuttosto verso un accentuato
indirizzo sociale e democratico, se non vogliamo vedere allontanarsi da noi
le masse popolari, a cui i nostri giovani sono vicini, e che sono
continuamente insidiate dalla propaganda comunista, che si presenta come la
sola a difendere gli interessi delle classi lavoratrici, e che proprio in
questi momenti vuole attirare le masse dei cattolici.
Di più, il comunicato dell'Osservatore Romano ha dato come motivo delle
dimissioni del dott. Rossi deviazioni dottrinali. Ora i giovani e gli uomini
nostri vorrebbero che fossero segnalate queste deviazioni dottrinali, anche
solo perché se ne possano guardare.
A proposito poi di questo, mi permetto di osservare che anche a noi vescovi,
che per il nostro ufficio e per gli stessi statuti dell'Azione Cattolica
dobbiamo dirigere nelle diocesi l'azione stessa, non sono state indicate
queste deviazioni. Difatti una circolare dell'Eminentissimo Cardinale
Ottaviani, Pro-Segretario del S. Officio, ci ha mandato una copia
dell'Osservatore Romano col comunicato suddetto perché lo prendessimo come
norma, ma non ha indicato quali fossero quelle deviazioni.
Questo ho voluto esporre a V. E., per renderla edotta della situazione della
diocesi bresciana in ordine agli incidenti noti.
Approfitto dell'occasione per ricomfermarle la mia devozione, e pregarla che
voglia esprimerla anche al Santo Padre.
Di Vostra Eminenza Rev.ma,
Giacinto Tredici
Vescovo di Brescia
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