Maurilio Lovatti
Il caso di Mario Rossi (1954): testimonianze,
documenti, lettere
Lettera ai Vescovi, 16 aprile
1954
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Testo
della lettera di dimissioni di Mario V. Rossi inviata ai singoli Vescovi
delle Diocesi italiane:
(Carta
intestata)
GIAC - Il Presidente Centrale
Venerdì
Santo 1954
Eccellenza
Reverendissima,
mi è
dovere e gioia nel lasciare la Gioventù Cattolica elevare il mio pensiero
devoto, affettuoso e riconoscente a tutti gli Ecc.mi Vescovi per
ringraziarLi della comprensione dimostratami a Voce e per iscritto in
questo difficile e disagiato periodo della mia presidenza.
Questo mio ringraziamento vuole essere motivo per rinnovare la più
amorosa fedeltà della Gioventù che resta, pur nelle interessate ed
immeritate accuse, pura di cuore, generosa ed umile nella più cosciente e
matura adesione alla Chiesa, al Papa ed ai Pastori.
Mi era stata data la presidenza in un momento delicatissimo per la GIAC ed
avevo detto allora ai miei assistenti e dirigenti centrali che, lontano da
qualsiasi mito e privo di ogni pregiudizio non volevo servire né Apollo,
né Paolo ma soltanto Cristo.
Non spetta a me dire se ci sono riuscito: so che ho cercato la Verità
usando la prudenza fino ai limiti al di là dei quali incomincia il
compromesso e quindi la non verità.
Ho sempre sostenuto che la politica si deve fare con strumenti politici e
nonostante questo la Gioventù è stata accusata di fare politica. Ho
sempre cercato di combattere il comunismo in quanto ateismo svuotandolo di
un certo monopolio d'interpretazione che andava assumendo nei confronti
dei giovani e per questo la Gioventù è stata accusata di essere debole
perché usava un anticomunismo sostanziale e non apparente.
Se ci fossero chiacchiere interessate mi permetto dire a Vostra Eccellenza
che io e molti dirigenti centrali per desiderio e per attuale richiesta
lasciamo la presidenza essenzialmente per profonde divergenze col
presidente generale.
Portiamo nel cuore una estrema tristezza pensando a questa Gioventù tanto
usata e così poco amata e tuttavia portiamo anche la certezza che ogni
dolore è fecondo nel Cristo e nella Sua Chiesa e che questo disagio pieno
di fede e di amore non sarà inutile per i giovani che di tutto cuore oso
raccomandare alla paternità di Vostra Eccellenza.
Qualcuno dirà che abbiamo agito da bambini, mi creda Eccellenza che a
trent'anni se non si è adulti per età lo si diventa per sofferenza.
Ed è questa che, senza presunzione e senza risentimenti, offriamo in
questa Settimana Santa a Gesù volendo restare i Suoi servi inutili.
Devotissimo
Mario
Rossi
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Fonte: Mario V.
Rossi, un cattolico laico. Significato e attualità del suo impegno
nell'Italia del secondo dopoguerra, Atti del convegno di studi
promosso e organizzato dal Comune di Costa di Rovigo, a cura di G.
Martini, S. Ferro, M. Cavriani, 13-14 marzo 1999, Minelliana, Rovigo 2000,
pag.113.
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