Il pittore Vincenzo Foppa è nato a Brescia di Maurilio Lovatti
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Egregio Direttore, nelle didascalie e cartelli indicatori della civica Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia, il pittore Vincenzo Foppa è indicato come nato a Bagnolo Mella e non a Brescia. Secondo la direttrice della pinacoteca l'indicazione
del luogo di nascita di Foppa si basa su “quanto asserito dagli studi
condensati nel catalogo della mostra monografica tenutasi nel 2002”.
In tale testo (Comune di Brescia e Skira, 2003) effettivamente il prof.
Giovanni Agosti a pag. 94 afferma che il pittore è “nativo di
Bagnolo”, ma tale affermazione, in contrasto con tutta la letteratura
precedente, non è in alcun modo motivata, nemmeno con una nota e, tanto
meno, con richiamo a testi o documenti: si tratta di una pura congettura,
basata sul fatto, indubitabile, che il padre del pittore, Giovanni, era
effettivamente nato a Bagnolo Mella. Non
esiste alcun indizio o documento che faccia supporre diversamente. Per
questo tanti studiosi autorevoli lo indicano come nato a Brescia (oltre ai
citati Ffoulkes e Maiocchi, anche la Wittgens, la Balzarini,
l'Enciclopedia Britannica e la Treccani e ...tutti gli altri
al mondo, salvo il prof. Agosti). Maurilio Lovatti (Giornale di Brescia e Bresciaoggi del 6 aprile 2023; Voce del Popolo del 13 aprile 2023)
Gentile direttore, prima di indirizzarVi la lettera pubblicata ieri, il professor Maurilio Lovatti ha intrattenuto con i nostri uffici una lunga, articolata e cortese corrispondenza sul tema. Il soggetto era appunto non tanto definire con esattezza il luogo di nascita del pittore Vincenzo Foppa - dato che a oggi può solo essere ipotizzato - ma come formalizzarlo, avendo di fronte due possibili vie. Una è quella, ampiamente illustrata dal professor Lovatti, che è stata accolta dalla tradizione degli studi e che indica come luogo di nascita Brescia; l’altra è invece quella introdotta a partire dalla mostra del 2002, curata da Giovanni Agosti, Mauro Natale e Giovanni Romano. Tale seconda lettura propone come luogo di nascita Bagnolo Mella, comune (è opportuno precisarlo a vantaggio di tutti i lettori) situato nel territorio della provincia di Brescia, a pochi chilometri dalla città. È evidente che questa lectio non rende il maestro meno bresciano, se non per logiche di campanile che crediamo possano essere, nel 2023, considerate superate. Meno che mai può essere messo in discussione, al di là dei natali, il suo ruolo di capostipite della scuola bresciana del Rinascimento. La
scelta di adottare la dicitura Bagnolo Mella nelle didascalie della
Pinacoteca Tosio Martinengo – dove Foppa è celebrato appunto come
protagonista assoluto a Brescia del passaggio tra tardo Quattrocento e primo
Cinquecento - si spiega in effetti con la volontà di aderire alle più
recenti pubblicazioni scientifiche: il catalogo della mostra summenzionata e
il Catalogo Generale della Pinacoteca Tosio Martinengo (edito nel 2014) nel
quale la figura di Foppa è stata sottoposta a nuovo e ulteriore vaglio da
parte del prof. Marco Rossi. E se da un lato è vero che il catalogo del
2002 non illustra le ragioni della scelta a favore di Bagnolo Mella, è pur
vero che non risultano contestazioni e smentite di natura scientifica a tale
decisione. Non si tratta quindi di imbarazzo da parte nostra nel
contraddire una pubblicazione promossa dal Comune di Brescia: l’onestà
intellettuale con la quale costantemente ci proponiamo di operare ci porta
spesso ad aggiornare e correggere, senza alcun disagio, ipotesi e proposte
da noi stessi formulate, allo scopo di affermare costantemente la (pur
fragile) scientificità delle discipline delle quali ci occupiamo. Stefano Karadjov direttore Fondazione Brescia Musei (Giornale di Brescia e Bresciaoggi del 7 aprile 2023; Voce del Popolo del 13 aprile 2023)
Al Direttore della Fondazione Brescia Musei Buongiorno
Direttore, Peccato che queste ragioni non siano mai state pubblicate. La verità fattuale è che non esistono pubblicazioni scientifiche o divulgative, italiane o straniere, recenti o lontane nel tempo, che forniscano ragioni plausibili per supporre che Foppa sia nato a Bagnolo. Viceversa esiste una secolare e documentata letteratura che indica Brescia come luogo di nascita del grande pittore.
Maurilio Lovatti
Egregio Direttore, ho avuto modo di leggere la lettera del prof. Lovatti pubblicata il 6 aprile e la risposta del prof. Karadjov del giorno seguente riguardanti il luogo di nascita di Vincenzo Foppa. In quanto insegnante di storia dell’arte sono rimasto particolarmente incuriosito dalla vicenda, che riguarda un rinomato maestro rinascimentale della nostra città. Dato che sia sulla prestigiosa Enciclopedia Treccani, sia sull’ancor più importante Britannica è riportato ancora Brescia come luogo di nascita e non Bagnolo Mella, anche al fine di aggiornare le mie lezioni e i materiali per i miei studenti, vorrei chiedere al Direttore della Fondazione Brescia Musei chiarimenti in merito. Egli infatti asserisce che «la scelta di adottare la dicitura Bagnolo Mella nelle didascalie della Pinacoteca Tosio Martinengo […] si spiega con la volontà di aderire alle più recenti pubblicazioni scientifiche». Ebbene, ci terrei a sapere quali siano queste pubblicazioni e quali siano le prove documentali o le dimostrazioni fornite a sostegno di tale tesi, poiché da ciò che ho capito gli studi più recenti portano sì dubbi sulla nascita a Brescia, ma nessun indizio che indichi chiaramente Bagnolo come luogo natale. Viene infatti esplicitamente detto dal prof. Karadjov che nel catalogo del 2002 non vengono illustrate le ragioni della scelta a favore di Bagnolo Mella ma – egli chiosa – «è pur vero che non risultano contestazioni e smentite di natura scientifica a tale decisione». Quest’ultima affermazione mi pare assai debole in sé: stabilire che un’affermazione sia “scientifica” solo perché non è stata smentita non è sufficiente a rendere forte tale affermazione. Seguendo questa logica, infatti, chiunque potrebbe sostenere una qualsiasi tesi che sembri plausibile, senza fornire argomentazioni, poiché l’onere della prova spetterebbe ai confutatori e – finché essi non si fanno avanti – la tesi non argomentata diventerebbe la più “aggiornata” e dunque quella da usare in musei e pubblicazioni ufficiali. Cordialmente, Adriano Bernasconi (Bresciaoggi, 30 aprile 2023)
Gentile
direttore, approfitto ancora dello spazio da Lei riservato alle lettere
inviate dai lettori per tornare sulla questione del luogo di nascita di
Vincenzo Foppa, nuovamente posta all’attenzione dal recente intervento a
Lei indirizzato dal professor Adriano Bernasconi. Fa molto piacere cogliere,
nelle righe dei Suoi lettori, la grande passione e l’inesausta curiosità
verso temi che riguardano la storia dell’arte bresciana, temi sui quali
Fondazione Brescia Musei è diuturnamente impegnata con iniziative e
risultati che confidiamo essere di generale soddisfazione per il pubblico
bresciano e per tutti i numerosi visitatori che quest’anno più che mai
affollano i nostri musei. Intendo ribadire qui - a rischio di risultare
noioso, per chi mi avesse già letto in queste pagine il 7 aprile ultimo
scorso - alcune riflessioni già indirizzate in risposta alla precedente
lettera del professor Lovatti. Quando i musei qualificati e
internazionalmente riconosciuti nel proprio ambito di competenza come la
civica Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia sviluppano i cosiddetti
paratesti (didascalie, pannelli, etc.) si basano sulla più aggiornata
letteratura scientifica di settore, effettuando se necessario delle ricerche
anche in collaborazione con accademici di alta competenza. Per lungo tempo,
fino agli anni Novanta del secolo scorso, gli studi hanno optato per l’indicazione
di Brescia quale luogo di nascita di Vincenzo Foppa. La fondamentale mostra
«Vincenzo Foppa. Un protagonista del Rinascimento Brescia» del 2002 -
sotto l’egida autorevole dei professori Giovanni Agosti, Mauro Natale e
Giovanni Romano - ha introdotto la formulazione «Bagnolo Mella». L’esposizione
allestita al Museo di Santa Giulia, organizzata dai nostri musei civici, fu
il frutto di una serie di lavori articolati approfonditamente, volti a
fornire un’immagine esauriente del pittore che lasciò traccia in molti
luoghi dell’Italia settentrionale con le sue delicatissime opere: dipinti
su tavola, affreschi e tele, che avrebbero influenzato altri pregevoli
rappresentanti del Rinascimento lombardo come il Moretto e il Romanino, più
giovani del Foppa di una generazione. Stefano Karadjov, direttore Fondazione Brescia Musei
(Bresciaoggi, 10 maggio 2023)
Anche in questa seconda lettera il Direttore fa riferimento a "discussioni e riflessioni che possono anche non essere palesate sui documenti ma che nondimeno sono avvenute" per giustificare la scelta di Bagnolo Mella come luogo di nascita di Foppa. Peccato che di queste ragioni non ci dica nulla. I bresciani dovrebbero forse credergli per fede? In due lunghe lettere non ha scritto nemmeno una riga per fornire argomenti a favore di Bagnolo Mella, esattamente come il prof. Agosti. Fino a prova contraria, la nascita di Foppa a Bagnolo Mella è una pura invenzione del prof. Agosti, una fake-new. Mentre a favore della nascita a Brescia ci sono molteplici e documentate ragioni.
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La Natività di Vincenzo Foppa (1492) Maurilio Lovatti indice generale degli scritti L'assunta di Giacomo Zoboli (1748)
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