Mario
Cassa oggi compie novant'anni! A lui vanno gli auguri affettuosi di chi lo
conosce e degli studenti che hanno avuto la fortuna di frequentare le sue
lezioni. Intellettuale impegnato a comprendere il presente e a adoperarsi
per trasformarlo, Cassa ha partecipato per mezzo secolo alla vita politica
e culturale della nostra città, collaborando a quotidiani e riviste
locali e con una pubblicistica di livello nazionale.
Come insegnante Mario Cassa ha contribuito a formare la coscienza critica
e civile di molti giovani, che lo hanno conosciuto per due anni al Liceo
Calini e poi, dal 1953, al Liceo Arnaldo. Chi lo ha avuto come insegnante
sa con quale passione e rigore intellettuale trasmettesse ai giovani il
significato vitale della filosofia e della storia. L'incontro con lui non
era facile. Nelle sue lezioni il diaframma che separava la scuola dalla
vita e dalla politica cadeva: la formazione culturale diventava così, in
senso lato, educazione civica e chiamava ciascuno a una precisa assunzione
di responsabilità.
Cassa rappresentava un esempio forte di impegno culturale e politico. La
sua scelta di coniugare il cristianesimo con il marxismo scuoteva le
coscienze. Non tutti gli studenti condividevano le sue posizioni, ma la
maggior parte ne apprezzava la coerenza e l'onestà intellettuale. Il suo
insegnamento chiedeva di abbandonare l'idea di un sapere astratto e di una
cultura come privilegio riservato a una ristretta élite di fortunati. Con
Platone sosteneva che la ricerca della Verità implica sempre l'impegno ad
operare affinché il Bene si realizzi nel mondo e che dunque non è
possibile una filosofia che non si confronti con la politica.
L'impronta etica del suo insegnamento spinse diversi alunni ad
assecondare, negli anni Sessanta e Settanta, lo spirito del tempo,
impegnandosi nella contestazione studentesca della società e della
scuola. Contestare però, implicava sempre studiare, per progettare e
proporre un modello di relazioni umane alternativo a quello capitalista.
In questa prospettiva, insieme alla filosofia diventava fondamentale lo
studio della storia che, accanto agli aspetti duri e spesso terribili
della vita, offre sempre momenti di riscatto e di speranza. Tra questi
assumeva un ruolo centrale la vicenda del cristianesimo: il messaggio
evangelico attraversava come un filo conduttore le lezioni di Cassa, dalle
prime comunità cristiane e dai monaci benedettini agli amati Moro e
Campanella.
NEL CRISTIANESIMO Cassa vedeva sempre il richiamo alle ragioni degli
ultimi. Lo testimoniano il suo commento all'Enciclica di Paolo VI Populorum
Progressio e "Ragione dialettica, prassi marxista, profezia
cristiana". In questo libro la fede cristiana si coniuga attraverso
il pensiero di Hegel, con la critica marxiana dell'economia politica, che
mostra come lo sfruttamento capitalistico non sia inscritto in un destino
immodificabile. Le leggi dell'economia politica, che celebrano la
supremazia del mercato, possono invece essere cambiate dalla lotta e
dall'impegno di una classe operaia che prenda sempre più coscienza della
sua condizione di sfruttamento. Gli studenti e gli intellettuali devono
stare da quella parte. L'attualità del suo insegnamento risuona anche
oggi, in un momento in cui la crisi economica si abbatte con violenza sui
più deboli e il mercato mostra la sua incapacità di autoregolarsi.
IL SUO INSEGNAMENTO, è importante ricordarlo, non si esauriva però nella
dimensione etico-politica, ma dava grande importanza all'estetica
invitando ad amare, con il bene, anche il bello. L'educazione al valore
del bello, all'importanza che l'arte assume nella realtà, contribuiva a
dischiudere la fantasia dei giovani, a suscitare curiosità e interesse
per le arti figurative e per la musica, da lui tanto amata.
Riecheggiava, nel suo modo di intendere e fare cultura, la grande lezione
di Hegel. Che parlasse della canzone "Volare" di Modugno o della
musica di Mahler, di un sonetto di Leopardi o della poesia ermetica,
dell'opera di Michelangelo o dell'arte astratta e delle avanguardie, di
Shakespeare o di Goethe, sempre si trattava, per lui, di
"momenti" della vita dello Spirito di cui ancora oggi i
contemporanei possono nutrirsi.
Il suo insegnamento contribuiva così a dare ai giovani una formazione
complessiva e organica, in grado di aiutarli nella ricerca,
particolarmente difficile a quell'età, del senso profondo della vita e
dell'esperienza umana.
Da padre Bevilacqua
all'Arnaldo e all'università
Mario
Cassa, nato a Brescia il 24 febbraio 1920, vive a Cellatica. Formatosi
culturalmente e umanamente al Liceo Arnaldo e all'Oratorio della Pace,
sotto la guida spirituale di Padre Bevilaqua e Padre Manziana, Cassa si
laurea in Filosofia all'Università statale di Milano con una tesi
sull'estetica di Hegel, tema discusso prima con Gustavo Bontadini e poi
con Antonio Banfi. Negli anni della Resistenza, dal 1944 al 1945,
partecipa a Brescia, come liberale, a tutte le riunioni del Comitato di
Liberazione Nazionale. A partire da quella esperienza matura una scelta
che lo porta a privilegiare l'impegno culturale su quello strettamente
politico.
ORGANIZZA con altri gli Incontri culturali che portano a Brescia
intellettuali come Garin, Spirito, Spinella e Pasolini. Collabora prima al
Giornale di Brescia, poi a Brescia Oggi e Città e dintorni. Dai primi
anni Cinquanta al 1995 pubblica più di 1200 articoli su quotidiani e
riviste. Docente di Storia e Filosofia insegna per due anni al Liceo
Calini e dal 1953 fino alla fine degli anni Settanta al Liceo classico
Arnaldo. Dal 1972 ottiene un insegnamento di Storia della Filosofia alla
Facoltà di Lingue e Letterature Straniere dell'Università di Verona.
Per una Bibliografia completa si veda il libro Il primato della Ragione,
Antologia degli scritti di Mario Cassa, Edizioni l'Obliquo, Brescia 2007.
I suoi scritti si possono consultare presso la Fondazione
Calzari-Trebeschi di via Crispi.
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