Maurilio Lovatti Pio XII di fronte al fascismo, al nazismo e alla seconda guerra mondiale
Chi era Pio XII? Eugenio Pacelli nasce a Roma il 2 marzo 1876 dalla nobildonna Virginia Graziosi e dall'Avv. Filippo Pacelli. Il suo nome completo è Maria Giuseppe Giovanni Eugenio Pacelli. E' nipote di Marcantonio Pacelli, fondatore de "L'Osservatore Romano". Il giovane Eugenio, volitivo e ascetico, talvolta
ossessivo, compie rapidamente gli studi al liceo Visconti e
all'università gregoriana, e diviene sacerdote nel 1899; è assistente
del Cardinale Gasparri dal 1904 al 1916, che lo coinvolge direttamente
nella riforma del codice di diritto canonico. In questi anni è grazie al suo operato che la Santa Sede negozia diversi concordati in molti stati europei per il sostegno di iniziative (scuole, ospedali, etc.) cattoliche. Nel 1933 viene firmato a Roma un concordato anche con la Germania, guidata dal Cancelliere Adolf Hitler. Il fatto farà discutere a lungo per il riconoscimento internazionale che veniva fornito al regime nazista. Tuttavia i rapporti tra chiesa e nazismo non saranno sereni: nel 1937 la chiesa condannerà pubblicamente l'ideologia nazista con l'enciclica Mit Brennender Sorge di Papa Pio XI. Eugenio Pacelli viene eletto papa il 2 marzo 1939. Assume il nome di Pio XII. Il nuovo papa si preoccupa subito di contenere la minaccia di guerra che grava sull'Europa. Pio XII mantiene buoni rapporti con il governo italiano, tuttavia questi non sono sufficienti a distogliere il regime fascista dai suoi propositi. Verrà a lungo criticato per non aver preso posizione contro l'Olocausto nazista, anche se durante il conflitto la Chiesa proteggerà le vittime delle persecuzioni razziali, in particolare ebrei, facilitando la fuga dei rifugiati: durante il conflitto mondiale Pio XII organizza in Vaticano un ufficio d'informazioni per i prigionieri e i dispersi. Dichiara Roma "città aperta". Grazie all'impegno della sua azione gli viene attribuito l'appellativo di Defensor civitatis. Pio XII accoglie in Vaticano i rappresentanti dei partiti oppositori del regime e si adopera attivamente in difesa degli ebrei. Già durante il conflitto, ma soprattutto dopo la
sua conclusione, Pio XII lotta con il massimo sforzo per liberare l'Italia
dall'avanzata del comunismo. In ambito religioso durante il suo papato Pio XII ha svolto un'importante attività: pur lasciando ai principi la loro essenziale immutabilità, ne ha rivisto molti punti aggiornando opportunamente gli aspetti morali e disciplinari, con lo scopo di adeguarne la formulazione esterna ai progressi tecnici e scientifici. Tra i suoi documenti più noti vi sono le encicliche: Summi pontificatus, la prima, del 1939, in cui attacca energicamente qualsiasi forma di totalitarismo, la Divino Afflante Spiritu (1943), sui principi che devono informare i problemi della ricerca biblica specialmente di fronte alle nuove esigenze e ai progressi scientifici, e la Mystici Corporis (1943), la Mediator Dei, la Humani generis, la bolla papale Munificentissimus Deus (1950), che definisce il dogma dell'Assunzione di Maria Vergine in Cielo e delinea il progressivo affermarsi delle verità implicitamente contenute nella Rivelazione, la Sempiternus Rex (1951). Nel campo delle scienze Pio XII ha dato impulso alla Pontificia Accademia delle Scienze, e ordinato scavi sotto l'altare della confessione in San Pietro per rintracciare il sepolcro del primo pontefice romano. Sui problemi morali papa Pacelli ha avuto particolarmente a cuore la tutela del matrimonio come sacramento, e della santità della vita familiare, proponendola nei suoi numerosissimi discorsi ai giovani sposi con un decreto del Sant'Uffizio del 1944, e con un noto discorso alle ostetriche nel 1951. Nell'ambito del diritto canonico ha fatto pubblicare i libri De Matrimonio, De Iudicibus, De bonis, De religiosis, De verborum significatione del Codice per le Chiese Orientali. Venendo incontro alle nuove esigenze del mondo moderno, Pio XII ha permesso la celebrazione della Messa anche nelle ore vespertine e ha ridotto gli obblighi del digiuno eucaristico. Sotto il suo pontificato, papa Pio X fu elevato agli onori degli altari(1951), e San Francesco d'Assisi e Santa Caterina da Siena proclamati patroni d'Italia (1939). Eugenio Pacelli, papa pio XII, morì il 9 ottobre 1958. Gli succedette Papa Giovanni XXIII. Negli anni '90 è stato nominato Venerabile, come primo passo nel processo di beatificazione proposto da Papa Giovanni Paolo II.
pagina-indice su PIO XII nel sito ufficiale del Vaticano
Nel 1937 il Papa Pio XI pubblicò due encicliche, alla stesura delle quali il cardinale Pacelli collaborò in qualità di Segretario di Stato: Mit Brennender Sorge del 14 marzo 1937 (l'originale è in lingua tedesca) Divini Redemptoris del 19 marzo 1937
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La principale accusa rivolta a Pio XII
da molto storici (Lewy 1964, Cornwell 1999, Zuccotti 2000) è relativa ai
"silenzi" del Papa sullo sterminio degli ebrei, cioè alla
assenza di condanne ufficiali del nazismo e della shoah da parte della
Santa Sede. Del resto gli stessi esponenti della comunità ebraica hanno a suo tempo confermato tale interpretazione, specialmente in occasione della morte del Papa (1958). Appena appresa la morte del Papa, il ministro degli
Esteri d'Israele Golda Meir, da New York dove si trovava in visita
ufficiale, invia un telegramma in Vaticano, nel quale afferma:
"Partecipiamo al dolore dell'umanità per la morte di Sua Santità,
Papa Pio XII. In un periodo turbato da guerre e da discordie, egli ha
mantenuto alti gli ideali più belli di pace e di carità. Quando il
martirio più spaventoso ha colpito il nostro popolo, durante i dieci anni
del terrore nazista, la voce del Pontefice si è levata a favore delle
vittime. La vita di quei tempi fu arricchita da una voce che proclamava,
al di sopra dei tumulti del conflitto quotidiano, le più grandi verità
morali. Noi piangiamo la perdita di un grande servitore della pace". Qualche esempio di soccorso agli ebrei Spesso le accuse al Papa risultano grossolanamente
false. Famoso e grottesco e il caso di Meir Lau: il 9 novembre 1998, il
rabbino capo askhenazita d'Israele, Meir Lau, parlando a Berlino davanti
alle autorità religiose e civili in occasione della commemorazione per i
sessanta anni della Notte dei Cristalli (l'evento che diede inizio alla
persecuzione di massa degli Ebrei in Germania), disse: "Dov'era il
Papa quel giorno? Dov'era Pio XII il 9 novembre 1938, mentre i nazisti
distruggevano sinagoghe e negozi degli Ebrei? Perché non condannò la
Kristallnacht? Cari amici se Pio XII avesse detto una sola parola nel
1938, oggi la storia ci direbbe che molti Ebrei in più si sarebbero
salvati". Nell'ottobre del 1999, per iniziativa del presidente della Commissione della Santa Sede per le relazioni religiose con gli ebrei, cardinale Edward Idris Cassidy. è stata insediata una Commissione mista cattolico-ebraica. Così commenta Alessandro Frigerio i risultati
emersi dai lavori della Commissione:
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Un'altra accusa rivolta a Pio XII
riguarda il silenzio sui massacri degli ustascia "cattolici" in
Croazia. Le accuse di John Cornwell alla Chiesa croata
Anche Giovanni Miccoli (2000), anche se
con toni meno drastici di quelli di Cornwell, evidenzia i comportamenti
discutibili dell'arcivescovo di Zagabria. Scrive Miccoli: Secondo notizie giunte da diverse parti, e secondo le sue stesse dichiarazioni, l’arcivescovo ha fatto una relazione molto positiva sulla Croazia. Ha rilevato di aver taciuto alcune cose sulle quali non è per nulla d’accordo, per poter presentare la Croazia quanto è possibile nella miglior luce. Ha fatto notare in Vaticano le nostre leggi contro il crimine dell’aborto, molto bene accettate là. Fondando le sue argomentazioni su queste leggi, l’arcivescovo ha giustificato parzialmente i metodi contro gli ebrei, i quali sono da noi i più grandi difensori e i più frequenti esecutori di crimini del genere. L’arcivescovo ha dichiarato di aver chiaramente notato la differenza del comportamento attuale del Vaticano verso lo Stato croato con quello di un anno fa. Ha constatato un mutamento rilevante in ogni senso. A proposito di Stepinac e dei giudizi contenuti nella sua lettera del 24 maggio Xavier de Montclos ha parlato di un «patriotisme le plus exasperé et le plus ombrageux». Fu un aspetto certamente condizionante nel profondo il suo atteggiamento e la linea giustificazionistica da lui adottata verso il regime, nonostante tutti i rimproveri mossigli in via riservata. Le prediche da lui pronunciate in quel periodo contro le teorie razzistiche e le violenze commesse in loro nome a violazione dei diritti umani riproponevano concetti basilari della dottrina cattolica, ma solo da orecchi molto avvertiti e predisposti potevano essere intese come una condanna delle discriminazioni e delle persecuzioni contro gli ebrei. Troppo insistita, anche tra i cattolici croati, era stata la sottolineatura dei loro misfatti, perché affermazioni così generali potessero incidere sui giudizi e gli orientamenti collettivi. D’altra parte, in quel con testo, in cui la «questione ebraica» in Croazia era praticamente «risolta», è probabile che le pubbliche prese di posizione di Stepinac contro le teorie razzistiche intendessero soprattutto mettere in guardia e combattere contro la crescente influenza nazista sugli orientamenti politici del regime. Non mancarono, lo si è già rilevato, suoi interventi riservati a favore degli ebrei, in particolare, alla luce della legislazione croata, per difendere gli ebrei battezzati e i matrimoni misti. Ma l’insieme dei suoi atteggiamenti verso il regime mostra, mi pare difficile negarlo, che il problema, ai suoi occhi, restava secondario. Egli non risulta condividere l’esasperato oltranzismo antiebraico di certi suoi confratelli nell’episcopato, ma non sembra considerare la politica e i comportamenti del governo verso gli ebrei una ragione per mutare il giudizio nei suoi confronti." (Miccoli 2000, pag. 388-390) Matteo Luigi Napolitano (2002) valuta così l'operato dell'arcivescovo Stepinac: "Si può certamente discutere sui fatto che, come lascia capire Spadolini (Il mondo frantumato: blocK notes 1990-1992, Longanesi, Milano 1992, pag. 278, ndr) Stepinac avesse peccato d’ingenuità nel porre le sue speranze in uno stato nazionalista croato retto dagli ustascia di Pavelic; rimane il fatto che questa fiducia non durò per molto e che, come abbiamo visto dai documenti dell’archivio diocesano di Zagabria, l’impegno di Stepinac in favore degli ebrei non diminuì in funzione della spinta antisemita data dagli ustascia sotto le pressioni dell’alleato nazista." Allo
stato della documentazione disponibile risulta difficile stabilire quanto
e per quanto tempo Pio XII possa essere stato tratto in errore dalle
valutazioni dell'arcivescovo di Zagabria. Se
in tempo di guerra la preoccupazione del Papa fu sempre quella di evitare
guai peggiori alle vittime del nazismo, meno giustificabile, a giudizio di
chi scrive, fu il ruolo svolto dal cardinale Pacelli, in qualità di
Segretario di Stato di Pio XI, nelle vicende tedesche che portarono il
partito di Centro tedesco a votare al Reichstag per i pieni poteri al
governo di Hitler e alla successiva stipula del Concordato tra Santa Sede
e Reich tedesco. Don
Ludwig Kaas, sacerdote cattolico e capo del Partito del Centro dal 1928 al
1933, fu collaboratore e intimo amico del cardinal Pacelli fin dal 1921.
Kaas svolse un ruolo determinante nel persuadere i deputati del centro a
votare a favore della legge sui pieni poteri al governo Hitler il 23 marzo
1933, contro l'opinione dell'ex cancelliere cattolico Heinrich Bruning,
che venne messo in minoranza. Come è noto il voto favorevole dei deputati
del Centro fu determinante per il raggiungimento del quorum di due terzi
necessario per approvare la legge, e quindi fu decisivo per assicurare al
governo di Hitler una formale legittimità costituzionale.
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Il concordato tra Santa Sede e Reich tedesco (1933)
Non risulta che il cardinal Pacelli abbia mai
dissentito dalla strategia politica di Kaas in Germania (non solo sul voto
alla legge sui pieni poteri, ma anche per quanto concerne lo scioglimento
del Partito del Centro) e quindi si può ritenere che abbia sottovalutato
il pericolo nazista e che questo errore di valutazione abbia avuto
notevoli conseguenze per la storia europea.
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Il radiomessaggio per la pace (agosto 1939) L'enciclica Summi Pontificatus (20 ottobre 1939) Il radiomessaggio di Pentecoste 1941 Il radiomessaggio del natale 1942 Il giallo del presunto ordine di rapimento di Pio XII da parte di Hitler Lettera del cardinal G. B. Montini a The Tablet (8 giugno 1963) In contrapposizione all'atteggiamento complessivo della Chiesa verso il nazismo e il fascismo, sono da segnalare le posizioni apertamente filofasciste di alcuni Vescovi. Particolarmente significativi sono i comportamenti di mons. Angelo Bartolomasi, Ordinario militare per l'Italia (era il superiore di tutti i cappellani militari italiani) e mons. Ferdinando Baldelli, Direttore dell'Opera nazionale per l'assistenza religiosa e morale agli operai (ONARMO).
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Bibliografia - Angelozzi Gariboldi Angelo, Pio XII, Hitler e
Mussolini: il Vaticano tra le dittature, Mursia, Milano 1988 (pag. cit.
dall'ed. 1995)
Maurilio Lovatti fascismo e guerra Maurilio Lovatti scritti di storia locale scritti vari di Maurilio Lovatti
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