Maurilio Lovatti

Una battaglia per la serietà e trasparenza nella scuola di Stato
(1995-97)

 

 

 

 

Ma sono d'accordo anche studenti e famiglie

Docenti in lotta contro il 6 politico

 

di Franco Manni*

 

Il Sole - 24 Ore, sabato 21 settembre 1996, pag. 10

 


Sul Sole-24 Ore (2 dicembre 1995) era stata spiegata l'iniziativa del Comitato per la qualità della scuola, riassumibile con lo slogan "promossi col 5 in pagella". Un'inchiesta sui sistemi scolastici inglese, statunitense, francese e tedesco faceva risaltare come, mentre in quei Paesi lo studente con insufficienze anche se è promosso all'anno successivo ha il proprio voto di insufficienza dichiarato esplicitamente sul documento scolastico (pagella), in Italia, invece, questo non accade: lo studente con un numero qualsiasi di insufficienze può venire promosso e per tali insufficienze il Consiglio di classe dalla legge è costretto a scrivere altrettanti "6".
I danni educativi ditali "carte false di Stato" sono diversi. Lo studente non è reso consapevole della sua effettiva preparazione nelle varie materie, così come non lo è la sua famiglia. L'università o l'azienda che esaminerà il suo curricolo non può venire a conoscere da esso se, per esempio, questo studente è risultato per tutti e cinque gli anni del liceo scientifico insufficiente in matematica. I compagni di classe che hanno sulla pagella dei "6" veri, cioè corrispondenti a una reale sufficienza, percepiscono un senso di ingiustizia, e forse anche uno stimolo al disimpegno.
Ecco perché il Comitato per la qualità della scuola ha elaborato un documento in cui si chiede al ministro della Pubblica istruzione di presentare un disegno di legge che permetta di scrivere i voti veri sulle pagelle. "Riformina", come si vede, a costo finanziario e organizzativo nullo (non bisogna neanche modificare la modulistica), che non coinvolge possibili divergenze ideologiche tra le forze politiche (selettività versus non selettività della scuola superiore), e che immediatamente taglierebbe i succitati danni educativi, mostrando assieme una volontà reale e non solo verbale di prendersi cura della "qualità della scuola".
A Brescia, dove ha sede il Comitato, i collegi docenti del liceo Calini, dell'IPF Golgi, dell'IPC Sraffa e del Centro polivalente di Idro, e i Consigli di istituto del liceo Copernico e del liceo Moretti hanno aderito al documento formulando un appello al ministro. L'Unione degli studenti ha condotto - su invito del Comitato - un sondaggio presso gli studenti rappresentanti di istituto delle scuole superiori del comune di Brescia (Arnaldo, Calini, Copernico, Pastori, Golgi, Sraffa, Castelli, Lunardi, Ballini) e tutti hanno aderito alla proposta del "5 in pagella".
È stato intervistato dal Comitato il presidente nazionale dell'Associazione genitori, Giuseppe Richiedei, residente a Brescia, il quale ha dichiarato di ritenere valida la proposta, "lodevole per la sua attenzione alla trasparenza". Dunque, nell'ambito locale in cui il Comitato ha potuto agire direttamente, in tutte e tre le componenti scolastiche (insegnanti, studenti, genitori) la proposta ha trovato un'accoglienza positiva.
Dopo il citato articolo sul Sole-24 Ore, sono arrivate migliaia di adesioni da insegnanti di Milano. Modena, Como, Aosta, Parma, Bologna, Pistoia, Macerata, Roma, Chieti, Napoli, Lecco, Messina, Reggio Calabria. Hanno inoltre aderito il gruppo lombardo degli insegnanti liberaldemocratici, il Comitato di Trento per il referendum sugli esami di settembre, la rivista Scuola di tutti, di Parma.
Inoltre, a seguito di quell'articolo, a Milano, l'Ufficio scuola della Curia del cardinal Martini, ha inviato agli insegnanti milanesi una lettera in cui si legge "resta il problema grave che uno studente del tutto disinteressato in un paio di materie può tranquillamente seguire i corsi di recupero per pura formalità ed essere poi promosso a fine anno. Si potrebbe utilizzare il metodo di scrivere sulle pagelle il voto di insufficienza, dichiarando poi sulla pagella stessa la promozione per voto di Consiglio. In tal modo il curriculum dello studente sarebbe quanto meno più sincero e aderente alla effettiva prestazione".
Successivamente, il 6 marzo di quest'anno, "Il Sole-24 Ore" ha intervistato l'allora ministro della Pubblica istruzione Giancarlo Lombardi e gli ha chiesto il suo parere su questa proposta del Comitato. Lombardi ha riconosciuto la ragionevolezza della proposta e ha affermato "anche io sono contrario al 6 formale sulla pagella", ricordando che per eliminarlo bisogna cambiare la legge.
Essendo cambiato il ministro, bisognerebbe contattare il nuovo. Per farlo con efficacia. invito i lettori interessati a richiedere al Comitato il testo del documento per firmarlo e farlo firmare.


Le richieste di Brescia


Il Comitato per La qualità della scuola nato dall'intervento sul Sole-24 Ore del professor Franco Manni (via San Rocchino 163, 25100 Brescia, tel. 030/ 370 12 70) è un'iniziativa locale che ha valore nazionale, poiché i suoi obiettivi, serietà degli studi e trasparenza dei risultati educativi, sono validi per tutti. Un gruppo di docenti riuniti a Brescia il 15 settembre, venuti da Trento, Mantova, Parma e Brescia, ha approvato un documento che chiede la registrazione del vero voto sulla pagella, l'introduzione sperimentale di insegnamenti per corsi e non per classi, l'emanazione di standard minimi nazionali dettagliati per i contenuti disciplinari e commissioni esterne per gli esami di maturità. Il documento "rifiuta di definire più produttiva la scuola che promuove di più" e ricorda che l'attività didattica è più efficace nelle classi poco numerose.

* Docente di filosofia e Storia nel liceo scientifico di Gardone Val Trompia
(Brescia)


 

Il Sole - 24 Ore, sabato 21 settembre 1996, pag. 10

 

 

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