Sta
registrando un notevole interesse l'iniziativa partita da Brescia nel
febbraio scorso - da parte del "Comitato per la difesa della qualità
della scuola" - di raccogliere firme di insegnanti, genitori e
studenti per promuovere un referendum abrogativo della legge che abolisce
gli esami di riparazione nelle superiori.
In alternativa, si chiede la modifica della attuale normativa sugli
scrutini finali, prevedendo, come avviene in altri Paesi (Usa e Francia),
che gli alunni che al termine dell'anno scolastico presentano
insufficienze non gravi in non più di 3 materie siano eventualmente
promossi con il 5 in pagella e non con il 6 "politico" come
accade ora.
In tal modo, il risultato sia delle classi intermedie sia del diploma di
maturità costituirebbe una traccia veritiera della "storia"
scolastica degli alunni, diventando elemento fondamentale dl giudizio per
l'inserimento nel mondo del lavoro o per il proseguimento degli studi
all'Università.
A rilanciare la proposta di un gruppo di docenti-pionieri delle scuole
superiori bresciane ha pensato, molto probabilmente in modo involontario,
il ministro della Pubblica istruzione, Luigi Berlinguer, che intende
abolire l'attuale scheda di valutazione nella scuola dell'obbligo,
sostituendola coi voti in cifre od in lettere, e mettere in discussione
l'utilità degli attuali corsi di recupero sostitutivi dell'appello di
settembre. In questa logica si inserisce perfettamente la posizione del
Comitato per la difesa della qualità della scuola che, in proposito,
afferma: "Il decreto che ha abolito gli esami di riparazione non ha
modificato le norme che regolano la promozione alla classe successiva. Di
conseguenza gli studenti potranno evitare di studiare due o più materie,
anche per più anni, senza rischiare di essere respinti e senza che ci sia
la certezza che possano superare le loro carenze, semplicemente
frequentando i corsi di recupero. Non solo a causa dalla loro brevità, ma
soprattutto perché la sola frequenza non può eliminare insufficienze
dovute a mancanza di impegno o di motivazione allo studio". Al
documento del Comitato aveva aderito per primo, ancora nel febbraio '96,
il Consiglio d'istituto del liceo scientifico "Copernico", la
cui posizione aveva avuto poi vasta eco a livello nazionale. C'era poi
stata l'adesione del Collegio docenti di "Sraffa",
"Golgi" e Centro polivalente di Idro, del Consiglio d'istituto
del liceo "Moretti" di Gardone Vt e del Comitato studentesco
dell'"Arnaldo". D'accordo sul voto in pagella: il Collegio
docenti del "Calini"; i rappresentanti degli studenti di
Arnaldo, Copernico, Calini, Pastori, Golgi, Sraffa, Castelli, Lunardi,
Ballini (anche se molti allievi hanno giudicato l'espediente solo un
"palliativo" in attesa della riforma globale delle superiori).
La proposta del Comitato ha ricevuto anche il consenso scritto di circa un
migliaio di singoli insegnanti e cittadini di Milano, Modena, Bologna,
Parma, Messina, Trento, Reggio Calabria, Como, Lecce, Aosta, Pistoia,
Roma, Chieti e Napoli. Ma la "porta" è ancora aperta: basta
rivolgersi alla segreteria del "Copernico".
La possibilità di scrivere sulla pagella il voto di insufficienza è
stata ripresa anche dall'Ufficio per la scuola e l'educazione cristiana
della Curia di Milano, che l'ha inserita in un questionario utilizzato per
realizzare un sondaggio tra gli insegnanti sul giudizio complessivo
dell'esperienza dei corsi di recupero nelle superiori.
Giovanni Spinoni
Giornale di Brescia, domenica 30 giugno 1996
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serietà e trasparenza nella scuola di Stato (1995-97)
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