UN RICORDO DI PADRE MARIO POLI

 

di Maurilio Lovatti

 

Padre Mario Poli, nato a Sarezzo (Brescia) nel 1922, è stato parroco della Parrocchia di S. Maria Immacolata (Pavoniana) di Brescia dal 1966 al 1990.
Oggi è un sereno "pensionato" che trascorre le sue giornate nella splendida villa pavoniana di Lonigo (Vicenza), immersa nel verde, ma il suo insegnamento e il suo stile tollerante vivono ancora nei cuori di chi ha frequentato la "Pavo" nel periodo in cui lui è stato parroco. In un periodo difficile, ove le divergenze e le polemiche tra cattolici tradizionalisti e rinnovatori erano aspre e frequenti, è riuscito grazie alla sua capacità d'ascolto e di dialogo a rendere costruttiva la presenza di gruppi e persone dalle idee così eterogenee.
Mi piace ricordarlo ripubblicando un articolo apparso su Bresciaoggi nel novembre del 1980, scritto da una giornalista (Giuliana Balletti), laica e talvolta molto critica verso gli ambienti religiosi. Proprio perché necessariamente e intenzionalmente privo di qualsiasi intento apologetico o laudativo, questo articolo ci aiuta a ricordare il carattere aperto, sincero e concreto di padre Mario, che talvolta poteva sembrare uno studioso "prestato" all'azione pastorale, e invece affrontava i problemi quotidiani con piglio deciso, ma sempre pronto ad accogliere con rispetto i frammenti di verità che intuiva nelle idee di chi lo contrastava o dissentiva dalle sue convinzioni.

Brescia, maggio 2006


Bresciaoggi, 22 novembre 1980

Alla Pavoniana: un consiglio pastorale sopravvissuto all'epoca giovannea

Un parroco e 80 laici

C'è da 8 anni ed è stato appena rieletto. - Un organismo della partecipazione: a cosa serve e chi ci lavora - A colloquio con padre Poli: cosa ne pensa dei consigli di quartiere, delle Usl, della caccia e dei suoi parrocchiani

Seduto alla scrivania, con addosso un provvidenziale giubbetto di lana (noi, troppo precipitosamente, ci siamo tolti subito il cappotto), alle spalle un'attrezzata biblioteca: abbiamo pescato Padre Poli, prevosto della parrocchia di S. Maria Immacolata, dopo due giorni di infruttuose ricerche - "trovarlo è come cercare un ago nel pagliaio", ci aveva evangelicamente avvertito una suorina incontrata all'oratorio - nello studio della casa parrocchiale, adiacente alla chiesa.
In quei due giorni di ricerche avevamo girato in lungo e in largo la sua parrocchia: la chiesa (chi l'ha vista 15 anni or sono, forse non la riconosce, tutta decorata com'è dall'abile mano di Di Prata), dietro la chiesa il cortile per i giochi dei ragazzi, gli oratori femminili e maschili, attrezzati di tutto punto, un vasto teatro, numerose altre stanze e poi ancora, vicinissimi, l'orfanotrofio dell'Opera Pavoniana (oggi quasi tutto affittato a una scuola privata) e dall'altra parte una ex scuola per l'avviamento alla 'carriera religiosa'. Attività religiose e sociali, servizi per la comunità, scuole, uffici di consulenza: è molto ma è solo una briciola di quella capacità di mobilitazione e di quella potenza, non solo culturale, di cui la Chiesa dispone.
La parrocchia di padre Poli comunque è una delle poche, forse l'unica, che a Brescia "elegge" ogni tre anni il consiglio pastorale: per questo siamo andati a trovarlo, per sapere a chi si debba questa "sopravvivenza" giovannea, a cosa serve e come funziona.
Le votazioni sono avvenute recentemente; di pochi giorni fa è la prima riunione degli 80 consiglieri con relativa elezione del vicepresidente, Aldo Pisoni, un bresciano-bergamasco insegnante allo Ial-Cisl. L'organismo è consultivo, articolato in commissioni, si occupa della gestione della parrocchia.
- Dunque, questo consiglio pastorale, è importante?
"Nasce - dice padre Poli- dal bisogno di comunione, corresponsabilità e partecipazione. L'evangelizzazione, la liturgia e l'attività pastorale non sono monopolio del clero ma, a diversi livelli, di tutti i cristiani. Il consiglio pastorale è uno dei segni di questa partecipazione". Padre Poli, si vede, ne parla con entusiasmo e convinzione: "La Chiesa - aggiunge - non disdegna gli strumenti della vita democratica che le servono per stimolare e coinvolgere: sono esigenze vere che il clericalismo ha offuscato. Le difficoltà nascono dal fatto che ci sono preti autoritari o pessimisti nei confronti dei laici e ci sono laici poco sensibili, oppure diffidenti...".
Lo stimolo alla partecipazione è, secondo Padre Poli, un preciso dovere della Chiesa. Dice il prevosto: "Vede, i miei parrocchiani son tutti bravissima gente. Però c'è chi si limita a sentir messa, a educare e vestire bene i propri figli, e invece non basta essere buoni per se stessi. Occorre impegno religioso e politico, occorre darsi agli altri. . .Ma cosa vuole? Questa è tutta gente di città: prima di farsi coinvolgere e di uscire dal guscio...".
Padre Poli è originario di Gardone Val Trompia: nelle piccole comunità di provincia o nelle rare periferie sperdute, ma ancora incontaminate della città, il tessuto umano è più stretto e i rapporti fra la gente più vitali. Qui no. L'egoismo è spesso impenetrabile, il pensionamento demotiva e avvilisce (quando non c'è più la droga del lavoro, cominciano il dramma e la disperazione"), la solitudine porta alla desolazione, il "povero" vecchio è abbandonato, il vedovo si sente perduto fin nelle piccole cose quotidiane.. .E la parrocchia è lì, pronta a dare qualcosa, quello che fuori la società nega.
"Per questo spero nella partecipazione. Nei consigli di quartiere e di circoscrizione credo davvero: lì si parla di scuole, di verde, di fogne, di problemi che stanno all'altezza della gente...Attendo con grande speranza anche le unità sanitarie locali. Ma la mia paura è che tutto si riduca ancora ad una sterile lotta per i posti, che prevalgano logiche di potere e il totalitarismo di tutti i partiti finisca per soffocare il bambino appena nato".
Lo squillo del telefono interrompe il convinto eloquio di padre Poli. Non possiamo fare a meno di sentire. Sta parlando con un "ambasciatore" della Pax Christi, l'organizzazione cattolica che, come noto, il 31 dicembre organizzerà a Brescia una "polemica" marcia della pace: "Ma perché non l'avete organizzata a Genova? -sbotta a dire il prevosto - Là si che fabbricano cannoni.. .e non armi da caccia?". Il prete finisce di parlare, non ci lasciamo sfuggire l'occasione: cosa ne pensa, Padre Poli, delle armi e dell'iniziativa di Pax Christi? "E' stata presentata male" commenta. E aggiunge: "Però come cristiani dobbiamo riflettere. Raccogliamo soldi e organizziamo missioni per alleviare le sofferenze dei popoli che muoiono di fame. E intanto ai governi di questi paesi consegniamo le armi che serviranno per sfruttare e far morire di fame quella stessa gente. Dobbiamo riflettere bene. Senza dimenticare che il problema non si risolverà dall'oggi al domani e che la riconversione delle nostre fabbriche sarebbe difficile, molto difficile e lenta...".
Ritorniamo al motivo della visita, al consiglio pastorale. Non in tutte le parrocchie esiste, molte non l'hanno mai costituito, in altre è il parroco che le elegge, stravolgendone così il significato. Anche nella chiesa esistono i progressisti e i reazionari? Risponde Padre Poli: "Paolo VI, che a torto qualcuno giudica un conservatore, temeva grandemente la polarizzazione nella chiesa. Deve essere stato per lui uno sforzo drammatico quello di frenare le avanguardie e di portare avanti quelli che restano indietro...".
La parrocchia di S. Maria Immacolata non è "polarizzata", contrasti grossi non ce ne sono mai stati, spiega Padre Poli, anche l'elezione del Consiglio pastorale non ha creato polemiche. Ci fa vedere i candidati. Hanno preso una barca di voti una coppia di professori (quasi 600 i coniugi Zappa) e la signora Angela Rizzini (quasi 400) molto nota per la sua attività a favore degli anziani (ha avuto un sorprendente successo anche alle recenti elezioni del consiglio di circoscrizione dove si è presentata per la DC). Per curiosità scorriamo l'elenco in cerca di qualche altro nome "politico": individuiamo la signora Angela Cena (cognata dell'ex assessore DC, con poco più di 200 voti), incappiamo nel buon piazzamento di Pisoni e nel buon successo di Maurilio Lovatti (candidato del PSI alle ultime elezioni, consigliere dl circoscrizione).
Sono socialisti, diciamo a Padre Poli con un tono quasi interrogativo. Lui si aggiusta gli occhiali sul naso e in tono deciso: "Non ho mai chiesto a nessun parrocchiano che tessera avesse in tasca".



 

 

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