Maurilio:
Che impressioni hai tratto leggendo il libro?
Marta: Poiché il libro è scritto in modo molto chiaro e
comprensibile, anche se impegnativo, ho provato innanzi tutto una bella
soddisfazione nel comprendere le tesi via via esposte; inoltre, dato che
il libro è ricco d'esempi concreti, tratti anche dalla vita quotidiana,
generalmente non ho avuto l'impressione che si affrontino questioni
astratte o puramente teoriche, slegate dalla vita concreta. Tuttavia devo
dire che la prima delle cinque parti in cui è suddiviso il libro (quella
sulle virtù attive, come la giustizia o la temperanza) mi è parsa la
meno interessante del libro, non mi ha coinvolto molto sul piano
personale. Una volta finita la prima parte, il libro ha iniziato ad
appassionarmi.
Maurilio: La seconda parte, quella sul male, ti ha interessato di
più?
Marta: Si, anche perché vi ho ritrovato alcuni argomenti già
studiati a scuola. Alla fine della terza liceo avevamo letto le
Confessioni di S. Agostino, che affronta più volte il tema del male,
soprattutto il male morale. Poi all'inizio della quarta, abbiamo studiato
alcune tesi dell'etica tomistica. Nel libro ho trovato però che questi
temi sono affrontati con numerosi collegamenti all'esperienza personale e
a situazioni contemporanee. Non avrei pensato che molte delle idee di
filosofi e teologi di tanti secoli fa' siano ancora così attuali! Inoltre
ho trovato esempi molto interessanti, tratti dalla storia o dalla
letteratura.
Maurilio: Passiamo alla terza parte, quella sulle virtù
contemplative.
Marta: E' la parte più interessante e coinvolgente, si legge molto
volentieri, con piacere. Soprattutto mi è piaciuta la trattazione sulla
fantasia. Non avrei mai pensato che la fantasia potesse essere considerata
una virtù contemplativa. Di solito abbiamo una percezione molto positiva
della fantasia: è vista come qualcosa di piacevole dalla maggior parte
dei giovani, ma è considerata legata allo svago, al puro divertimento,
come un intervallo tra i momenti di studio impegnativo o di attività più
serie e importanti. Nel libro invece la fantasia è valorizzata in molti
aspetti inaspettati e sorprendenti. Molto coinvolgente è poi il capitolo
sugli eroi della fantasia. Credo che il modo con cui l'autore tratta
questa sezione riesca a trasmettere l'entusiasmo e la passione che egli
stesso ha verso il genere fantasy. Mi sono piaciute molto le riflessioni
sulla figura di Gandalf,uno dei personaggi centrali del Signore degli
anelli e in genere tutti i riferimenti al romanzo di Tolkien.
Maurilio: Hai già letto il Signore degli anelli di Tolkien?
Marta: Si, qualche anno fa, e mi era piaciuto molto, anche se non
mi ritengo una fan tolkiniana.
Maurilio: Proseguiamo col tema dell'amicizia.
Marta: Anche questa parte mi ha interessato molto. Ho scoperto che
Aristotele, nell'Etica nicomachea, dedica ampio spazio all'amicizia e la
considera un valore molto importante. Quando però si studia l'etica di
Aristotele, in terza, questa parte viene di solito saltata per motivi di
tempo. Spesso tra di noi chiamiamo amici quelli della compagnia o che
escono con noi il sabato sera, ma spesso sono solo conoscenze
approssimative e non vera amicizia. Così molti corrispondenti di
messanger o di Facebook (o di altri social networking) sono classificati
come "amici", ma sono legati a noi da relazioni molto
superficiali od occasionali. Credo che alla nostra età l'amicizia sia uno
dei valori fondamentali di noi giovani su cui investiamo molto e dai cui
spesso rimaniamo delusi,e questa trattazione potrebbe essere significativa
per tanti. Mi sono piaciute molto le riflessioni che ho trovato nel libro
sulla solitudine e compagnia tratte dagli scritti di Croce, che mi hanno
aiutato a capire che c'è una distinzione tra essere in solitudine e
sentirsi in solitudine. Non conosco nulla del pensiero di Croce, ma le
citazioni riportate in questa parte del libro le ho trovate stimolanti.
Maurilio: Arriviamo all'ultima parte, quella sull'idealismo.
Marta: Il discorso di fondo sull'importanza del superamento del
dualismo penso di averlo capito. Però questa parte mi ha interessato
meno. Non mi sembra di intravedere immediate conseguenze pratiche,
riguardo alla mia esperienza personale, anche se il discorso ha un suo
valore sul piano teoretico.
Maurilio: Veniamo adesso ad un discorso più generale. Questo è un
libro di etica filosofica. Volendo potremmo definirlo un libro di alta
divulgazione, perché rifugge le semplificazioni e le banalizzazioni. Ma
c'è, secondo te un interesse dei giovani in campo etico? Può
interessarli una valutazione filosofica, razionale delle scelte pratiche?
Può parlare ai giovani questo libro?
Marta: Secondo me c'è un autentico interesse dei giovani per
l'ambito etico, però tende a rimanere confinato nella sfera intima e
raramente lo ritroviamo nelle discussioni di gruppo, nel confronto aperto
tra amici e assai più raramente cercano le risposte in libri o dibattiti
filosofici. Quindi non è facile che un libro così possa attirare
facilmente i giovani. Per due motivi. Un po' perché e profondo e quindi
impegnativo da leggere. Spesso la scuola ci incombe con richieste
pressanti di studio e di compiti di matematica o di latino. Quindi nel
tempo libero cerchiamo di darci a letture meno impegnative.
Maurilio: Ad esempio?
Marta: Romanzi classici o contemporanei, gialli, ecc.
Maurilio: E il secondo motivo?
Marta: Il secondo motivo è che se un giovane vive dei dilemmi
etici, in prima battuta non pensa di rivolgersi ad un libro di filosofia,
ma ad un consigliere. Può essere un prete, se uno è praticante, un
educatore, se uno fa parte di gruppi come gli scout o altre associazioni
giovanili, ma molto più spesso ci si rivolge ad un amico più grande, o
all'amica del cuore, molto raramente ai genitori o agli insegnanti. Ciò
non toglie che, dopo aver letto il libro, devo ammettere che in molti casi
concreti potrebbe fornire dei consigli ragionati anche a molti problemi
vissuti dai giovani,o comunque potrebbe aiutare a riflettere su tematiche
di diverso tipo.
Maurilio: Quindi per te la divulgazione filosofica non è del tutto
inutile per i giovani?
Marta: No, perché risponde ad un bisogno di avere punti di
riferimento che è reale. Tuttavia un libro così impegnativo e profondo
può risultare utile solo ad una parte minoritaria dei giovani,che ha già
delle conoscenze o comunque un qualche interesse in campo filosofico.
Maurilio: Per concludere, mi sai dire una tesi o un'idea del libro
che non condividi, e invece una che condividi pienamente?
Marta: Non condivido la tesi che equipara l'egoismo e l'altruismo
come due vizi opposti, ma sostanzialmente di pari valore (o meglio
disvalore). Posso capire che sia preferibile una situazione intermedia,
ove l'attenzione a sé stessi sia equilibrata con quella verso gli altri,
ma il giudizio negativo sull'altruismo mi pare eccessivo. Non penso che
l'altruismo presupponga sempre un disprezzo per i nostri simili, non penso
che l'altruista presupponga sempre il pregiudizio che, senza il nostro
aiuto, gli altri siano vuoti e privi di beni. E' vero che l'Autore porta a
suo sostegno il paradosso dell'altruismo della psicanalista Melania Klein,
ma io non sono d'accordo!
Maurilio: E la tesi che condividi pienamente?
Marta: Condivo pienamente, tra le altre cose, l'analisi degli stati
di solitudine e compagnia, perché mi ci sono ritrovata pienamente e mi ha
aiutata a riflettere su aspetti dei rapporti che prima non avevo mai
considerato.
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