Egregio
Direttore,
Ho letto su Bresciaoggi del 15 ottobre la richiesta di alcuni
comitati ambientalisti al Sindaco della città per ottenere la chiusura
immediata della terza linea dell'inceneritore. E' vero che l'inceneritore è
sovradimensionato rispetto alla produzione provinciale di rifiuti, e che
quindi nel medio periodo sarebbe auspicabile il suo depotenziamento, anche a
fronte dell'auspicato aumento della percentuale di riciclo dei rifiuti
urbani. Ritengo tuttavia che un'immediata chiusura della terza linea
non contribuisca di per sé né alla tutela della salute dei cittadini, né
alla riduzione dell'inquinamento dell'aria. Infatti, come è noto, anche
funzionando a pieno ritmo, nel periodo invernale l'inceneritore non riesce a
produrre tutto il calore necessario per il teleriscaldamento, a cui provvede
invece la centrale termoelettrica A2A di Lamarmora in città, che brucia
prevalentemente carbone. A parità di condizioni, ridurre la produzione
dell'inceneritore comporta bruciare più carbone, con gravi danni per la
salute dei cittadini e l'inquinamento e per di più con maggiori costi per
A2A, che è a maggioranza pubblica. Non mi sembra una saggia idea. A mio
giudizio è necessario prima ottenere che A2A bruci solo metano, poco
inquinante, nelle centrali inserite in agglomerati urbani, come Lamarmora, e
poi pensare a depotenziare l'inceneritore in parallelo con l'aumento della
quota di rifiuti riciclati.
Maurilio Lovatti (Brescia)
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