Franco Manni
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Lettera ad un amico della Terra di Mezzo Guida personale di etica filosofica sulle tracce di Aristotele, Freud e Croce passando per J.R.R. Tolkien Con una nota di Norberto Bobbio
Simonelli, Milano 2006
Storia di questo libro
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Scrissi questo libro tra il 1989 e il 1991: ero stufo di fare articoli "di studio" , eruditi , con note... l'ultimo e il più erudito era la rassegna ragionata degli scritti su Croce degli anni ottanta con annesso saggio di bibliografa …. Basta! Cose del genere non mi davano più soddisfazione …
Ma soprattutto avevo un nuovo e forte risorto ottimismo nella mia vita: avevo cominciato la mia psicanalisi col grande dottor Franco De Masi e le fila della mia vita precedente non erano più smarrite... ma le sentivo protette e curate e incoraggiate... e , per la prima volta da tanti anni, incoraggianti!
E allora vari effetti in me, e, tra questi ... aspirai a fare un libro di Filosofia!
Scrivevo la mattina presto prima di andare a lavorare, in una atmosfera mentale di ottimismo .. i miei autori di filosofia mi si presentavano davanti … Aristotele, Tommaso d'Aquino, Freud, Croce, Popper.... e li vedevo e sentivo che loro e il dottor De Masi mi "mandavano" a dire qualcosa alle persone del mio tempo, e anche alla mia società italiana dove per tre decenni avevo vissuto... ai coetanei miei e ai giovani dopo di me ... tanti errori da combattere, tante confusioni da dissipare, tanti luoghi comuni da criticare... tante aspirazioni da incoraggiare...
E mi si presentavano gli autori di fiction da me stimati e prediletti come Tolkien, Manzoni, Dante, Wilde... e gli exempla storici e i passi biblici e gli amati proverbi latini della tradizione che fu...
E volevo comunicare - per questo il titolo "lettera a un amico" - con Simpatia … ma anche con Profondità … ed ecco perchè una costruzione "sistematica"... presi ad esempio tre libri soprattutto: la Filosofia della Pratica di Croce, l'Etica a Nicomaco di Aristotele, gli Elementi di Filosofia di Sofia Vanni Rovighi... Basta con la saggistica gli aforismi i pensée i flussi di coscienza e le glosse alle glosse di discorsi iniziati chissà da chi e chissà perchè e chissà per chi!
I miei primi lettori furono i miei amici della
Normale: Antonio (ora Saverio) Cannistrà e Giovanni Rizzoni... mi fecero lodi
qui e lì, osservazioni pertinenti a volte, ma non mi comunicarono
immedesimazione in quel mondo ideale e negli scopi di fondo... e certo non
entusiasmo...
Invece adesione, comprensione e anche entusiasmo ebbi dal mio amico bresciano
Maurilio Lovatti, che è stato il principale sostenitore morale di questo mio
libro.
Siccome da 10 anni conoscevo Norberto Bobbio e ne ero diventato amico e lui apprezzava le mie qualità intellettuali e morali, gli mandai il dattiloscritto, e lui Norberto Bobbio - dopo averlo letto o - mi scrisse questo commento:
"È difficilmente catalogabile. Si può
chiamare genericamente un libro di etica, contenente riflessioni
inconfondibilmente personali sul 'buon comportamento'; ma è inconfrontabile coi
libri di etica che si leggono abitualmente. Ho rivisto alla maniera migliore
alcune delle tue doti che ho sempre apprezzato: l'aperta intelligenza, spirito
critico e riflessivo, il sapere scrivere con chiarezza,apparentemente senza
sforzo, l'ammirevole serietà con cui eserciti il 'mestiere di vivere', la tua
vocazione pedagogica, insomma la tua raggiunta maturità (il libro sembra
scritto da una persona che abbia lungo vissuto).
Il libro è sorprendente per le straordinarie qualità positive: acutezza nelle
osservazioni, riferimenti precisi e non pedanteschi ad autori diversissimi tra
loro e che di solito non si trovano insieme (Tommaso e Croce), ampiezza degli
argomenti e loro varietà, originalità nella loro disposizione che può esser
scambiata per stravaganza. Mi ha colpito - per esempio - il capitolo sulla
natura della Fantasia. "
allora Bobbio mi cercò di aiutare per la pubblicazione e contattò la Adelphi e mi permise di incontrare Luciano Foà a Milano, egli prese il manoscritto e, dopo un paio di mesi, rispose:
"abbiamo letto con piacere il suo testo
attratti sia dalla intensità del tono sia dal coraggio con cui la tematica
etica viene affrontata entri un orizzonte che elude le suggestioni delle
convenzioni e delle mode.
Purtroppo, a lettura ultimata, non ci è parso che l'opera abbia un vero
interesse editoriale per noi. Si avverte in molte pagine una carenza di un
approfondimento critico e storico che assicurerebbe loro maggiore consistenza.
In altri casi la esemplare sincerità e trasparenza della meditazione non
bastano a dilatare un discorso che rimane troppo circoscritto e
personale..."
allora io spedii qua e là a una quindicina di case
editrici eterogenee sia grandi sia piccole e sia generaliste sia
specializzate...
Ebbi la netta maggioranza delle risposte col rituale formulario gentile di
diniego da: Editrice Massimo, RCS Rizzoli Libri, Gruppo Editoriale Fabbri,
Bompiani, etc, Rusconi Editore, Arnoldo Mondadori Editore, Edizioni Paoline,
Editori Riuniti … Qui cito Giuseppe Lazzaro di Studium Editore:
"dal nostro comitato editoriale è stato espresso apprezzamento per la scelta dei temi, per la ricchezza e la profondità della riflessione che l'opera propone, per la vastità della documentazione... tuttavia con una decisione molto sofferta abbiamo dovuto rifiutarne la pubblicazione , a causa della fitta serie di titoli che abbiamo in programmazione etc etc"
Osservo che solamente la falsa proletaria ma vera
aristocraticista Feltrinelli mi rispedì il manoscritto senza neanche aprirlo e
senza una riga di accompagnamento... mentre tutti gli altri allora (20 anni fa)
risposero...
E qui osservo che era una altra Italia... ancora collegata agli standard civili
occidentali, e dunque c'era la usanza di minima urbanità del rispondere a chi
ti scriveva... Oggi questo non succede più e la Casta "intellettuale"
della accademia del giornalismo e delle editoria si è nettamente imbarbarita...
Altre risposte, sempre negative, ma non di formulario rituale furono le seguenti. Una da Gianandrea Piccoli di Garzanti Editore:
"è forse auspicabile, ma difficile, tornare
ad un'etica normativa; posso anche esser d'accordo su un recupero di Aristotele
e di Croce, ma bisognerà pur farsi carico, anche per criticarla, della
filosofia post-nicciana.. Ma probabilmente per deformazione professionale, mi
lascio travolgere dalle mode.
Comunque il suo libro non mi sembra adatto al nostro mercato. È vero infatti
che la scrittura è di buon libello e non accademica: resta però sempre un
libro di bassa tiratura..."
Una da Giuseppe Romano di Edizioni Ares, che non trascrivo per la sua eccessiva lunghezza, ma che, dopo avere lodato sia la originalità delle idee sia l'eclettismo delle fonti, mi attacca sui contenuti: sulla mia tolleranza verso la televisione, e sul mio eccessivo riferimento alle mie esperienza personali che non sarebbero sufficienti per giustificare una Etica che, invece, andrebbe giustificata sul piano metafisico...
Ma ci fu una risposta fu positiva ! E venne da una medio-piccola e specializzata, la Marietti di Genova , avendo essa come direttore editoriale Antonio Balletto:
" mi complimento con lei. Mi piace l'impianto,
mi piace la "novità antica", mi piace la chiarezza e mi piace lo
stile piano dovuto anche alla forma epistolare.
A parer mio il libro è troppo ampio per poterlo stampare così com'è.
Taglierei intanto la parte sul Male. Di questa potrebbe fare un lavoro
successivo a completamento della sua riflessione sulla morale. La parte
sull'Idealismo la trovo bella in tanti spunti, ma un po' troppo diluita.
Che ne direbbe di parlare di tutto a voce?..."
Ohh! Ero contento: mi sentivo capito da una persona
che apprezzava proprio le cose cui io tenevo come l'impianto , la novità
antica, la chiarezza, la forma piana.
Andai a parlare con lui a Genova, concordammo 80/100 pagine in meno... e durante
l'estate levai la sezione intitolata Il Male (troppo anti-agostiniana, per
Balletto!) ma collocai alcune sue parti altrove nel libro; cancellai alcuni
ritratti di eroi epici (dalla sezione Eroi della Fantasia); e ridussi la parte
Idealismo e cambiai il suo titolo in Personalismo (avendo ben presente la
querelle tra cultura cattolica e cultura "laica" lungo il XX secolo in
Italia... e la tensione di spiritualisti, neoscolastici e personalisti con il
neo-idealismo di Croce , Gentile e i loro epigoni...
Mandai il dattiloscritto riveduto e … ecco il
contratto del 12 novembre 1992 ! Con clausole "regolari" e favorevoli:
zero "contribuiti " economici da parte mia, a me percentuale standard
di diritti di autore, prima stampa "non inferiore alle mille copie",
nome pseudonimo da me scelto (Peregrino Tuc, il Pipino di Tolkien), promozione a
cura della casa editrice …
Mi abituai allora alla idea di vedere in breve tempo il mio libro pubblicato e
diffuso da una casa editrice non glamour ma ben nota ... e nel background della
mia mente correvano almeno due flussi di pensiero:
1) ero molto speranzoso di "svegliare" le persone della mia Italia con messaggi nuovi rispetto alla vulgata marxista e anche efficaci in un momento nuovo (caduta Muro di Berlino, fine della "Prima repubblica", Mani Pulite...);
2) temevo di alterare e corrompere il percorso di guarigione della mia personalità che stavo facendo assieme al dottor De Masi, perchè sarei stato auto-intrappolato in grandiosità narcisistiche di "gloria" etc... che mi avrebbero distratto pesantemente da ciò che invece (la guarigione ) era , e di molto, più importante!
La Marietti in quei mesi mi fece le richieste di testi promozionali da me scritti per le loro varie iniziative pubblicitarie... e io aspettavo con fiducia … quando: ecco il patatrac... Ricevetti l'8 marzo 1992 una lettera dalla Marietti in cui lessi:
"in relazione al contratto di cui in epigrafe la casa editrice Marietti per le sopravvenute gravi difficoltà economiche non può provvedere all'edizione dell'opera in oggetto entro tempi ragionevolmente prevedibili e alle condizioni stabilite dall'accordo. In considerazione delle esigenze... la preghiamo di mettersi in contatto per poterla incontrare e risolvere il tutto"
Venni a sapere che Antonio Balletto si era ammalato
gravemente ed era stato sostituito con un altro direttore editoriale ... mi misi
in contatto con la casa editrice e preferii non rescindere il contratto e dunque
di non ricevere un modesto indennizzo in denaro che mi offrivano per la
rescissione... e invece preferii piuttosto aspettare e vedere cosa sarebbe
successo !
Aspettai e ...la casa Editrice Marietti dichiarò fallimento e chiuse (fu
riaperta solo anni dopo essendo stata acquistata dalle Edizioni Dehoniane)!
Io fui molto deluso!
Ma,da subito, in una parte profonda ed intima della mia mente, interpretai in
maniera provvidenzialistica la cosa ("sembravano guai, ed erano invece
opportunità") ...
Se infatti fosse accaduta allora la pubblicazione , e magari anche un certo qual
successo - pseudonimo cautelare di copertura o non pseudonimo ! - ecco che io
sarei stato - a dir poco - fortemente "distratto" dal percorso di
genere assai diverso che stavo facendo nella mia vita: raccolto e concentrato
verso la comprensione delle parti di me più importanti e vitali, assieme al mio
psicanalista... e raccolto e concentrato verso le lotte continue ed appassionate
nelle esperienze "di base" della mia vita quotidiana (quelle
esperienze "primarie" spesso mai avute nelle fasi precedenti della mia
vita o avute in maniera molto distorta) … ed in esse soprattutto o anzi
esclusivamente mi immersi lungo gli Anni Novanta.
Di fatto - come notò esplicitamente e molte volte
il dottor De Masi - anche mi delusi troppo tanto riguardo questa cosa del
fallimento della pubblicazione del mio libro, e a causa di tale delusione mi
allontanai come rabbiosamente dalle cose intellettuali...
Lui invece mi diceva due cose :
1) "Manni, quando io scrivo un libro in primo luogo scrivo per me stesso e cioè per una occasione di capire cose nuove io";
2) "In Italia è molto difficile farsi pubblicare un libro se non si ha una raccomandazione o se esso non è all'interno di qualche transeunte moda, faccio il mio esempio del fondamentale epistolario tra Sigmund Freud e Karl Abrahm che non sono riuscito a fare pubblicare da nessuno qui in Italia".
E dunque per quasi tutti gli Anni Novanta oltre alla mia analisi intrapersonale e ai rapporti interpersonali di base della vita, mi dedicai - come attività "pubbliche" - al mio lavoro d insegnante, alla organizzazione e frequentazione di una ludoteca, alle lettura del fantasy, alla militanza in Rifondazione Comunista, alla animazione di un Comitato per la Qualità della Scuola Pubblica. L'unica attività di scrittore e di organizzatore specificamente culturale fu la direzione di due riviste tolkieniane ("Terra di Mezzo" prima , ed "Endòre" poi) e il mio contributo di critico letterario in esse.
Ripresi gradatamente una attività più consistente attività culturale in due maniere:
1) coi corsi serali di filosofia dal 1998 in poi
2) coi 4 libri tolkieniani da me curati - ed in parte scritti - e pubblicati tra il 2002 e il 2004, approfittando del momento favorevole per Tolkien in Italia con la uscita dei tre film di Peter Jackson...
Siccome due di questi libri li pubblicai con l'editore Simonelli di Milano, e siccome essi avevano avuto il loro successo di vendita, ecco che mi venne fiducia che Luciano Simonelli avrebbe pubblicato anche questo mio libro non di critica tolkieniana ma di filosofia !
Allora con il già da me sperimentato editore
Simonelli potei far un contratto diciamo "fity fifty": lui si
impegnava a stampare non meno di 1000 copie e io a comprarne 150 per la spesa di
2.000 euro.... così concordammo, e inoltre lui insistette che rimanesse il
titolo di sapore tolkieniano, e aposteriori penso che egli ebbe ragione, visto
che la prima diffusione rilevabile avvenne proprio attraverso i canali
tolkieniani presso cui il nome di Tolkien e della Terra di Mezzo riscuotevano un
interesse immediato, e un tot oramai anche il mio nome.
Il prezzo di vendita (per un libro hardcover di 400 pagine) era basso , 15 euro,
e la copertina di Lorenzo Daniele, almeno secondo me e Simonelli , bella.
Delle mie copie ne mandai decine a giornali e
riviste e singoli nominativi di intellettuali di vario tipo per la recensione...
e - a parte quella del "Giornale di Brescia" - non ne ottenni nessuna!
(e di risposte ne ricordo appena una manciatina, e cioè da Sebastiano Vassalli,
Franco Sbarberi, Enrico Berti e basta!)...
La prima vera recensione la ebbi in un newsgroup tolkieniano su internet,
scritta da Claudio Testi, tolkieniano, ma anche presidente dell'Istituto di
Studi Tomistici di Modena, che entrò certamente nel merito delle problematiche
filosofiche del libro... e una brevissima (un minuto!) segnalazione televisiva
di Alain Elkann a Bookstore di La7 . Entrambe dunque queste cose (la recensione
di Testi e la segnalazione di Elkann) da parte di persone che io non avevo
contattato, mentre nessuna da parte di quelle che avevo contattato... non so se
"così andava il mondo nel secolo Decimosettimo", so che così le cose
andarono a me.....
Come è andata la diffusione? Oramai sono passati quasi sette anni! Beh, nei particolari io non lo so! Infatti in tutti questi anni Luciano Simonelli non mi ha mai comunicato il numero delle copie vendute... un atteggiamento .. così (e non solo suo come poi mi ha raccontato Claudio Testi riguardo alle proprie vicende editoriali riguardanti la collana tolkieniana che dirige da anni...) che mi impedisce di farmi una idea dei dettagli...
Però me lo impedisce solo nei dettagli! Nella sostanza importante - invece - io so che il libro non ha avuto una grande diffusione... altrimenti , per forza me ne sarei accorto in qualche modo... Che anche oggi esso sia in vendita presso diversi siti librari online italiani ed esteri non mi sembra molto significativo, perchè accade lo stesso per moltissimi altri titoli... Fino all'anno scorso controllavo se almeno la Feltrinelli di Brescia ne tenesse qualche copia in scaffale, e lo faceva, ma neanche questo fatto è significativo, visto che qui a Brescia "gioco in casa" e dunque per quel tot che sono conosciuto qui per forza ci sono più clienti...
Quel che a me risulta - alle somme - è assai poco... di recensioni negli anni ne ho avute solo su internet e fatte bene ed esse si potevano leggere fino a qualche mese fa sul sito librario internazionale Anobii al link seguente (poi non so perchè sono scomparse tutte) :
http://www.anobii.com/books/Lettera_ad_un_amico_della_terra_di_mezzo/9788876471261/019675230ea8c911e9/e
ma nessuna di esse "famosa", cioè scritta da intellettuali "accreditati"... e di fatto anche questo è un fattore che mi porta a pensare (certo, non automaticamente) a una scarsa diffusione.
Sono però sicuro che questa indifferenza non sia
dovuta solamente al fatto che questo libro sia stato scritto da me, cioè da un
Signor Nessuno.
Ne sono sicuro perchè quando nel 2004 avevo curato (sempre con Simonelli
Editore) la nuova edizione di un libro di Norberto Bobbio - Liberalismo e
Democrazia - che da molti anni era esaurito e fuori commercio, il risultato dal
punto di vista di recensioni su giornali e riviste è stato lo stesso, anzi
peggiore (neanche sul "Giornale di Brescia" e neanche online... zero
recensioni!)...
La vicenda del libro di Bobbio mi ha fatto vedere con chiarezza la reale
esistenza della "Casta" in Italia, in questo caso Casta
Giornalistico/Editoriale... Anche un nome famoso come quello di Bobbio e un tema
importante e di attualità come quello cadono nella assolta indifferenza ed è
come se non esistessero se vengono proposti da persone - come me e Luciano
Simonelli - che di quella Casta non fanno parte...
Dunque il successo pubblico non c'è stato affatto, e di questo sono ampiamente insoddisfatto... Sarei però io ingiusto con la provvidenza, cioè con la Realtà, se non ricordassi delle soddisfazioni di altro tipo, e cioè singole testimonianze di persone che lo hanno letto con attenzione e che mi hanno mostrato in maniera indubitabile come questo libro sia a loro servito in maniera importante, e proprio per gli scopi per cui io lo avevo scritto: ricordo Adriano Bernasconi, Graziana Nicelli e soprattutto Edoardo Gianfagna...
E - più nel profondo e più sul lungo periodo - devo essere grato a questo fatto: che lo scrivere il libro mi ha aiutato a sistemare nel mio pensiero tante idee, esplicitarle, chiarirle , collegarle e questo mi è servito come strumento interpretativo per la mia vita e come strumento di comunicazione verso tante persone come i miei amici e i miei studenti... E dunque riconosco la verità della prima osservazione del dottor De Masi che ho sopra riportato.
* * *
È ancora valido il libro secondo me? Sì, ne sono sicuro!... anche per questo non ho avuto ansia col trascorrere del tempo... Perché ho pensato e penso questa linea di "sveglia!" del mio libro rimane ancora nuova e fresca nella misura che la società italiana nel suo aspetto specificamente culturale/intellettuale non solo non si è evoluta da venti anni fa, ma - piuttosto - si è involuta …
Ora però ho pensato che devo impegnarmi alla sua traduzione in inglese e a fare un tentativo di diffusione nel mondo anglofono, cioè in un ambiente intellettuale e morale assi diverso da quello italiano, oltre che assai più ampio... Ci riuscirò? Troverò un editore? Troverò una diversa accoglienza ? Chi vivrà vedrà !
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nel 2013 ho pubblicato la
traduzione inglese come e-book col titolo :
A System of
Ethics as a letter to a Friend, Amazon
DS Kindle Edition, 2013, pp. 529
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Franco Manni indice degli scritti
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Maurilio Lovatti main list of online papers
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