Franco Manni
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Una
produzione “avanti”, progredita... modello da da imitare per il
futuro! A
Game of Thrones – 1° serie di Telefilm
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La
prima serie di telefilm A Game of Thrones trasmessa in aprile in USA
dalla HBO e da novembre in Italia da Sky traspone sullo schermo le vicende
narrate da George Martin nel primo libro della sua saga fantasy
A Song of Ice and Fire (nella traduzione italiana Mondadori
corrisponde ai primi due libri della saga). Vorrei qui osservare di
passaggio che gli appassionati italiani hanno potuto vedere su internet in
lingua originale e con sottotitoli questi telefilm in contemporanea con la
loro uscita in USA, e questo mi sembra ottimo, come modello, per ora molto
minoritario, di ciò che sarebbe bello accadesse in Italia come già accade
da tempo all'estero, e cioè poter vedere film, telefilm e documentari
in lingua originale! Tanti
anni fa Martin - prima di fare il romanziere -
ha fatto il regista e il produttore per la televisione, e adesso ha
messo a frutto la sua precedente raffinata professionalità supervisionando
personalmente sceneggiatura, produzione e regie di questi telefilm di
cui ora parliamo. La
prima cosa che vorrei dire è che non ho mai visto dei telefilm così belli
… in qualsiasi genere! Voglio dire che – nell'arco della mia vita (ora
ho 52 anni) - ho visto Rintintin, Zorro, Ai confini della realtà, Happy
Days, Twin Peaks, X-Files, Lost,
Dottor House... recentemente I Borgia... ma questi di Martin
svettano, per me - e di molto - su
tutti gli altri... E,
da amante del cinema e del fantasy quale io sono, voglio aggiungere che essi
reggono bene il confronto – pur se, certo, nella diversità del format -
con film come quelli del Signore degli Anelli ! C'è
da dire che la saga di romanzi di Martin e dunque anche questa prima serie
di telefilm si distacca da altre saghe fantasy come quelle di Tolkien, Harry
Potter, Narnia,
Queste oscure materie (la Bussola d'Oro), per non
parlare di Eragon... per il suo carattere nettamente storico, in cui
l'elemento fantasy c'è ma è assai poco a livello di quantità di pagine e
capitoli e, direi, di setting o atmosfera generale. Martin ha soprattutto
romanzato fatti, personaggi, ideali, abitudini e ambienti sociali del Tardo
Medio Evo storico, e precisamente i secoli XIV e XV, con la Guerre dei Cento
Anni e la Guerra delle Due Rose. Infatti io come insegnante di Storia a
Liceo dico agli studenti che - se vogliono farsi una idea forte di cosa
significava “Feudalesimo” nell'Europa che fu -
questi telefilm sono molto più profondi, esatti ed eloquenti di
tutti i manuali scolastici di storia medievale e di quasi tutti gli studi
monografici... (io sono uno studioso...
conosco le opere di Bloch, Huizinga, Braudel, Ginzburg, Pognon, Schama,
Pirenne e tanti altri storici del Medio Evo... ma metterei sullo stesso
piano di questi telefilm – per lo scopo appena
detto, e cioè far
capire cosa era il feudalesimo - solo
A Distant Mirror di Barbara Tuchmann). Cosa
era poi questo feudalesimo? Un tentativo di porre la Famiglia sopra lo
Stato... dalla caduta dell'Impero Romano di Occidente per molti secoli la
concezione del diritto pubblico romanista era rimasta anche se accanto a
quella di nuova importazione germanica dello stato come “patrimonio di
famiglia”... ma la concreta pressione delle
invasioni barbariche prima e poi il movimento dei Comuni e il Papato
avevano moderato e tenuto a freno la pretese delle grandi Famiglie feudali
di spodestare i Re e quindi i simboli incarnati del “bonum commune”. Quando
però finisce la (lunghissima) emergenza delle invasioni barbariche, quando
i liberi Comuni per lotte intestine si trasformano in Signorie, quando il
Papato viene umiliato dalla cattività Avignonese e dal lungo scandalo dello
Scisma di Occidente, ecco che la Grandi Famiglie Feudali alzano la testa: è
questo il Momento che offre loro la Storia! È
un mondo che fu... un mondo esattamente Pre – Moderno... non
c'erano ancora le guerre su base “ideologica”, almeno in Europa (c'erano
al di fuori di essa, con le Crociate). Cioè non c'erano ancora guerre
basate sulle Idee, come tra Cattolici e Protestanti, tra Rivoluzionari
Francesi/Napoleonici e Monarchi di Ancien Régime, tra Patrioti Nazionali e
Imperi Plurinazionali, tra Nazifascisti, Comunisti e Democrazie Liberali...
C'era solo – invece - la lotta ambiziosa e spietata tra le Famiglie … Questo
tema appare in quasi tutte le vicende della saga di Martin come setting
generale, ma a volte anche come dichiarazione esplicita... nei telefilm
segnalo una di esse, nel bellissimo dialogo tra Jaime Lannister e suo padre
Tywin Lannister che sta scuoiando un cervo: il padre dice al figlio che non
è importante la gloria dei Popoli
né quella degli Individui, ma solo quella della Famiglia... Colgo
qui lo spunto per dire che a mia opinione tante cose sono di alta fattura in
questa serie, ma farei questa gerarchia: belle sono le Immagini, ma ancora
più bella è la Trama delle vicende, questa è bella, sì, ma ancora di più
lo è la Ambientazione Sociale del mondo rappresentato, e se questa è bella
però più bella ancora è la scelta degli Attori per i Personaggi - attori
molto adatti al loro ruolo e molto bravi nella recitazione -
e se questa cosa degli Attori attira e piace, però la cosa più
bella di tutte sono la Sceneggiatura e i Dialoghi... tanti di essi...
pensate a quello tra Cersei Lannister e Eddard Stark, e al dialogo tra
questi e l'eunuco Varys, e quelli in cui è coinvolto Tyrion il Folletto.... Comunque,
guardando gli attori mi viene da pensare a quale
abisso divida il cinema italiano da quello là statunitense ... non
solo per i registi e gli sceneggiatori, ma anche per gli attori... i nostri
mi sembrano finti, retorici, non credibili, tutti presi da sé stessi e non
dal personaggio in cui dovrebbero incarnarsi..... quelli lì – invece -
realistici ed espressivi e sobri e umani... Sean Bean per Eddard, Peter
Dinklage per Tyrion, Michelle Fairley per Catelyn, Leda Headey per Cersei,
Jack Gleeson per Jeoffrey... anche la linfatica “bambi”
Sophie Turner è perfetta per fare Sansa Stark...e la piccola
espressiva Maisie Williams per
fare Arya... e il sardonico Aidan Gillen per Ditocorto! Per
le scenografie – sontuose, di alto budget – i film de Il Signore
degli Anelli hanno fatto scuola... così come per le inquadrature e gli
angoli di ripresa delle scene panoramiche e di azione... Le location e le
loro particolari atmosfere sono molti differenziate e caratterizzate...
basti pensare alla differenza tra il palazzo di Grande Inverno e quello di
Approdo del Re... La
violenza non ha veli e direi ancora di più la crudeltà mentale e
relazionale... lo si vede apertamente , realisticamente, e ci fa capire le
profonde problematiche del cuore umano... come nelle scene della esecuzione
di Eddard, dello “incidente” della caduta di Bran Stark, del duello a
Nido dell'Aquila, del sadismo di Jeoffrey verso Sansa... E
così il sesso non ha veli... ma neanche idealizzazioni “patinate”...
anche qui realismo, adattamento alla psicologia dei personaggi e alla
situazione sociale dell'epoca... come nel libertinaggi “di palazzo” di
Re Robert e a quelli “di viaggio” di Tyrion o al rapporto omosessuale
tra Renly Stannis e Sir Loras... fino al sesso “terapeutico da badante”
- mi verrebbe da dire- del vecchio (e abietto) Gran Maestro Pycelle... Quale
messaggio ci viene da A Game of Thrones ? Direi : un Mondo in
cambiamento, che però persegue gli antichi ideali feudali – quasi essi
fossero eterni ! - e non si
accorge delle Forze che premono per cambiarlo... una di esse è
rappresentata dalla Regina dei Draghi, Daenerys, che viene Di Là dal
Mare... l'altra dagli Estranei che vengono Di Là dalla Barriera del Nord...
di questa seconda forza si accorgono solo i Guardiani della Notte, i quali
sono una sorta di clero, di sacerdoti o monaci senza ambizioni mondane...
per amore o per forza votati a una prospettiva di vita “diversa”... La
Regina dei Draghi e i Guardiani si alleeranno per sventare la minaccia senza
nome degli Estranei?... non sappiamo ancora (la stessa saga dei romanzi è
ancora in itinere...) !... però abbiamo come una intuizione o
certezza morale che il Vecchio Mondo sarà spazzato via... Nulla dura per
sempre! Anche se - in questa “aiuola che ci fa feroci” e cioè la nostra
vita quotidiana, come diceva Benedetto Croce - siamo costantemente tentati
di credere il contrario... |
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