Franco Manni Recensione
del film Buffalo '66
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Regista
: Vincent Gallo Titolo
originale : Buffalo
’66 Produzione
: Cinepix film properties , USA 1998 Soggetto : Vincent
Gallo Sceneggiatura
: Vincent Gallo &
Alison Bagnall Musiche
originali
: Vincent Gallo Cast
: Vincent Gallo, Christina Ricci , Ben
Gazzara , Mickey Rourke , Rosanna Arquette , J. M. Vincent , Anjelica
Houston Durata : 112
minuti
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La
prima cosa che il film presenta allo spettatore è l’individualità
tormentata del protagonista : progressivamente scopriremo che è così a
causa dei forti disturbi dell’ambiente famigliare . C’è abbastanza
realismo : mentre in Shine la tormentata infanzia del protagonista provocava una
“follia” all’acqua di rose, con effetti solo pittoreschi alla
“giullare di Dio” , in Buffalo 66 invece
il protagonista è “cattivo”, e cioè prepotente e ingrato (ingrato
verso l’amico Tonto e verso la ragazza Laila) . Solo l’happy end stona
col realismo generale : sembra un ‘ artificiale appiccicatura della
produzione. Non conosciamo infatti conversioni subitanee della personalità
, i siparietti alla Frank Capra coi pasticcini a forma di cuore non ci
convincono ; Billy avrebbe potuto non uccidere Scott Wood , ma comunque non
avrebbe lo stesso cominciato una serena vita di amore e amicizia . La
seconda cosa presentata è la deplorevole famiglia del protagonista . La
madre vive delle partite di football dei Buffalo Bills e porta rancore a
Billy perché la sua nascita all’ospedale nel 1966 le ha fatto perdere una
partita della squadra (fu l’unica volta) . Lei lo ritiene brutto da grande
e bello da bambino , non lo capisce , non lo vede (parla della sua golosità
per la cioccolata come se avesse in mente un altro bambino , probabilmente
quello di una pubblicità televisiva) . Il padre non ha il minimo affetto
per il figlio , lo disprezza e lo offende continuamente , è vittimista e
violentemente paranoico (aggredisce Billy perché ha l’allucinazione che
lui lo minacci col coltello) , è tirchio e animalmente egoista (quando ha
fame le mani gli tremano e la poca umanità di cui dispone sparisce
totalmente) . Entrambi i genitori sono schiavi dei mass
media : televisione, radio,
dischi, football e Frank Sinatra . Religione, cultura , politica sono tre
cose assenti dal loro orizzonte mentale . Il figlio in parte si accorge dei
difetti dei suoi genitori, ma in parte li idealizza e costruisce delle
messeinscena per figurare bene di fronte a loro, sperando che apprezzino un
figlio che ha successo nel lavoro e che è felicemente sposato. La
terza cosa (continuo contorno delle prime due) presentata è una certa
società americana di gente comune con pochi soldi e niente cultura . Tutto
è mediocre e un po’ malandato : i bar, il bowling, la scuola di ballo, la
caffetteria, il motel, il locale notturno, le case di Billy e di Tonto: Il
messaggio principale sembra essere : il Destino ti dà due cose : la prima
è la Famiglia , che è qualcosa di vuoto , sbagliato, deludente ; la
famiglia non è poi altro che il tuo Carattere, anche esso sbagliato e
deludente , contro i cui difetti puoi fare poco o nulla .
La seconda cosa che il Destino ti dà è l’Amicizia
(Tonto, Sonny, Laila) , che è qualcosa di buono e di giusto che ,
almeno fino a un certo punto , accetta e sopporta il tuo Carattere rovinato
dalla Famiglia . Tu , come persona, devi sforzarti
affinchè quel “certo punto” non sia superato . Il
film somiglia un po’ a quelli di Woody Allen e di Nanni Moretti , sia per
alcune scene comiche ( la pipì frustrata , l’allergia al cioccolato) ,
sia per l’insistenza sui tic del protagonista .
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