Maurilio Lovatti
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La difesa dell'ambiente: costo o risorsa?
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Il Cantiere, dicembre 2008
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In provincia di Brescia Per noi bresciani va aggiunto che, nella nostra provincia, l'emissione di Co2 è tra le più alte in Italia (pari a circa 8,5 tonnellate annue pro-capite), dovuta in gran parte al comparto industriale. Infatti nella nostra provincia si consumano (dati 2007) oltre 13,5 miliardi di kWh l'anno, e di questi circa 10 miliardi sono dovuti alle industrie: ovviamente la produzione di energia, in gran parte per mezzo di centrali termoelettriche, comporta rilevanti emissioni di gas serra, solo in parte compensati dalla produzione idroelettrica (circa 4 miliardi di kWh). Una parte minore delle immissioni è prodotta direttamente dalle fabbriche che inquinano, e parte dal traffico e dalla mobilità. Va ricordato che Brescia è al sedicesimo posto nella classifica italiana delle province più inquinate (dati Peacelink). Un giudizio sul piano europeo Due
osservazioni s'impongono: in primo luogo, a fronte dei costi non
trascurabili per le imprese richiesti dal piano europeo (resi ancor più
rilevanti dall'aggravarsi della crisi economica) occorre tener presente
che le misure di risparmio energetico e per la riduzione delle emissioni
possono essere una fonte di sviluppo economico e un'opportunità per
quelle imprese capaci di investire in nuove tecnologie. Le politiche per
l'ambiente non vanno considerate solo come un costo aggiuntivo per il
sistema delle imprese: sono anche un'opportunità di sviluppo, anche se è
vero che per l'arretratezza culturale e la scarsa efficienza della
pubblica amministrazione non tutte le opportunità saranno ben sfruttate
in Italia. Solo in Italia i fondi europei per incentivare lo sviluppo di
produzioni energetiche rinnovabili sono utilizzati per contributi ai
termovalorizzatori (vale a dire gli inceneritori). Inoltre il tanto
criticato meccanismo sanzionatorio previsto dall'Europa per le imprese che
non rispettano i parametri ambientali, anche se può essere
"pesante" per alcuni settori dell'economia italiana, è in fondo
giusto, perché evita che gli operatori virtuosi siano danneggiati. Maurilio Lovatti
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Il Cantiere, dicembre 2008, pag. 8
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