Forse non
molti sanno che, nella nostra diocesi di Brescia, è prevista da qualche
anno la figura di "Incaricato per la Pastorale del Creato", con
il compito di promuovere e coordinare le varie iniziative attuate dalle
comunità ecclesiali locali per sensibilizzare i fedeli sull'importanza
del tema della salvaguardia del Creato e della difesa dell'ambiente
naturale in cui viviamo.
Don Gabriele Scalmana, che è l'attuale incaricato per la Pastorale del
Creato, nominato dal Vescovo, ha proposto, con una lettera inviata a tutte
le comunità cristiane della diocesi, di dedicare una domenica l'anno alla
festa del Creato, che diventi un'occasione particolarmente significativa
per la comunità parrocchiale, sia come occasione di riflessione tramite
le omelie dei Sacerdoti, sia come significativo appuntamento liturgico.
Penso che se una ricorrenza del genere fosse attuata anche nella nostra
parrocchia potrebbe essere molto utile; anche se a parole tutti
riconosciamo che l'inquinamento è ormai a livelli incompatibili con una
buona qualità della vita e che l'ambiente va difeso con più decisione,
questa consapevolezza non si traduce sempre in comportamenti coerenti: noi
cristiani dovremmo avere motivazioni molto più forti e consapevoli per
adoperarci attivamente nel difendere la natura, che è dono di Dio.
Purtroppo i comportamenti poco rispettosi dell'ambiente naturale sono
conseguenza anche di una mentalità diffusa molto radicata. Come ha
scritto Giovanni Paolo II: "...alla radice dell'insensata distruzione
dell'ambiente naturale c'è un errore antropologico, purtroppo diffuso nel
nostro tempo. L'uomo, che scopre la sua capacità di trasformare e, in un
certo senso, di creare il mondo con il proprio lavoro, dimentica che
questo si svolge sempre sulla base della prima originaria donazione delle
cose da parte di Dio. Egli pensa di poter disporre arbitrariamente della
terra, assoggettandola senza riserve alla sua volontà, come se essa non
avesse una propria forma e una propria destinazione anteriore datale da
Dio. che l'uomo può, sì, sviluppare, ma non deve tradire. Invece di
svolgere il suo ruolo di collaboratore di Dio nell'opera della creazione,
l'uomo si sostituisce a Dio e così finisce col provocare la ribellione
della natura, piuttosto tiranneggiata che governata da lui." (Centesimus
Annus, 1991, n.37).
Ognuno di noi, se può sentirsi impotente rispetto alle grandi scelte di
politica economica che stanno alla base di un abuso della natura, sia nei
sistemi di produzione sia negli stili di vita, può invece fare molto per
difendere l'ambiente ed evitare sprechi di energia e alimenti, che, di
fronte a tanta parte dell'umanità che soffre affamata e priva di beni
essenziali, risultano un vero e proprio scandalo per tutti gli uomini, e
in particolare per noi cristiani.
Già nel Cantiere di giugno dello scorso anno erano stati individuati
alcuni piccoli gesti quotidiani che, se attuati da molte persone, possono
risultare significativi. Ne ricordo alcuni:
- evitare di buttare avanzi di cibo tra i rifiuti e cercare di
riutilizzarli;
- educare i bambini a finire il cibo nel piatto e a non lasciare avanzi;
- evitare sprechi di luce, acqua e gas in casa;
- attuare la raccolta differenziata dei rifiuti; in particolare non
buttare mai il vetro tra gli altri rifiuti (il riciclo del vetro consente
notevolissimo risparmio energetico);
- riutilizzare volantini, avvisi, circolari ecc. stampati su una sola
facciata, per scrivere sul retro, per disegni dei bambini ecc.;
- utilizzare meno l'automobile, andando maggiormente a piedi o in
bicicletta, in particolare quando si ha meno fretta, come la domenica
(anche per andare a messa o all'oratorio).
Forse l'occasione di una specifica ricorrenza può aiutarci a riflettere
su questi temi e a fare un piccolo esame di coscienza rispetto ai nostri
quotidiani comportamenti.
Maurilio Lovatti
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