Comune di Brescia

Conferenza cittadina del commercio

(salone del Quadriportico, Piazza Vittoria, Brescia, 10-11-12 marzo 1980)

 

 

Intervento del dott. Maurilio Lovatti, rappresentante della Prima Circoscrizione (dagli Atti, pag. 266-269)

 

 

Al livello di Circoscrizione, i problemi relativi al commercio ci interessano non solo dal punto di vista degli utenti, quindi dei consumatori, ma anche come momento di rivitalizzazione delle zone di periferia, che molto spesso non hanno altri momenti aggregativi, e quindi i centri commerciali potrebbero svolgere una funzione di questo genere. Ad esempio, nella Prima Circoscrizione abbiamo la zona di Casazza che è molto carente di centri aggregativi e riteniamo che la presenza della sola Coop e la mancanza di altri negozi siano un limite che vada superato; analogamente riteniamo, ad esempio, che attorno a via Oberdan, immediatamente a Nord e a Sud, in una zona dove mancano i negozi, anche qui ci debba essere un intervento per chi vive in questa zona. Anche se ovviamente non auspichiamo i negozi su via Oberdan, perché contrariamente a quanto sosteneva ieri il rappresentante dell'Associazione commercianti, i negozi non vanno ubicati su vie di comunicazione, dove intralciano il traffico, ma vanno allogati nelle vie ortogonali alla viabilità principale.

Abbiamo poi un quartiere, un nuovo agglomerato che dovrebbe sorgere, cioè la lottizzazione Interim, che si trova tra il quartiere di S. Bartolomeo e la zona Nord di via Oberdan, che ha proprio la funzione, dal punto di vista urbanistico, di cercare di rompere l'isolamento di un quartiere che attualmente, sia per carenza di trasporto pubblico, sia per le vie di comunicazione abbastanza disagevoli, ha notevoli difficoltà a rapportarsi col resto della città; è quindi nostra intenzione, quando dovremo esprimere il nostro parere sulle licenze edilizie relative alla convenzione urbanistica, di prendere contatto con le associazioni dei commercianti, in modo che questo problema sia tenuto presente, perché fino ad oggi c'è stata una separazione tra aspetto urbanistico e aspetto commerciale dei problemi, che a nostro giudizio è sbagliata.

Per essere brevissini, vista l'ora, un'osservazione su S. Polo: l'affermazione che,  ieri in conclusione dei lavori, faceva l'Assessore all'Urbanistica, sostenendo in sostanza che, siccome le superfici previste destinate al commercio sono sufficienti, non c'è alcun problema per S. Polo, poiché la previsione urbanistica è semmai superiore alle necessità, ma comunque sufficiente. Se a prima vista tale affermazione può sembrare corretta, in realtà non lo è, perché se è vero, come si afferma anche nella relazione dell'assessore al commercio, che quei nuclei di negozi che il progetto di S. Polo prevede ogni duemila abitanti, invece trovano un bacino di utenza attorno ai seimila abitanti (quindi a livello di bacino di utenza di duemila abitanti troveranno posto solo i negozi di prima necessità, come il fornaio e il fruttivendolo), è chiaro che da queste scelte di dimensionamento ne deve discendere anche una diversa modalità di organizzazione urbanistica: per alcune piazze, che erano previste a servizio di determinate aree, si elimina la capacità di attrazione dovuta agli esercizi commerciali o se ne modifica la quantità. Qui si vedono chiaramente i difetti che derivano dal separare la progettazione urbanistica (considerata sotto l'aspetto "fisico", relativo alla viabilità, alle abitazioni) rispetto al problema del commercio, che è un elemento importante finora trascurato. Ad esempio, a me ha abbastanza meravigliato che si discuta adesso, in questa sede, se i centri commerciali a S. Polo dovranno essere in un modo o nell'altro, quando tra pochi mesi andranno ad abitarvi delle persone, che poi dovranno percorrere quattro chilometri per andare a comprare un litro di latte, perché la programmazione urbanistica, anche se fatta da luminari della scienza urbanistica, non ha previsto in maniera adeguata questi problemi, e quindi bisognerà cercare anche qui soluzioni di emergenza nel breve periodo.

Per concludere, ritengo che l'aspetto più significativo, più interessante, della relazione dell'Assessore al commercio sia la necessità, che è stata messa in evidenza, di un maggior collegamento tra la pianificazione urbanistica e la programmazione commerciale, perché in effetti a Brescia abbiamo anche magari dei buoni piani regolatori, che però tralasciano certi aspetti, non solo quello commerciale, ma anche il traffico e i trasporti; e dopo si fa fatica a coordinare questi diversi elementi, con conseguenze negative per i cittadini.

Una sintesi tra questi differenti aspetti si può fare anche, e soprattutto, a livello di circoscrizione; quindi a nome della mia circoscrizione dichiaro la nostra disponibilità, quando si studieranno le convenzioni, lottizzazioni o sistemazioni urbanistiche di determinate zone, a verificare sempre con i commercianti, con chi è interessato a questi problemi, anche questo aspetto, che è importante. Qui è stata fatta la proposta di costituire una consulta del commercio. Io ho una brutta esperienza, per quanto riguarda le consulte del Comune di Brescia: abbiamo visto la consulta dello sport, la consulta della gioventù e altre, nelle quali succede sempre che si parla molto e poi o le decisioni le prendono altri o comunque esse non sono in grado di influire. Si tratterebbe, invece, di trovare una modalità più agile, più operativa, che preveda, per chi è interessato a certi problemi, la possibilità di essere sentito quando si operano le scelte urbanistiche e di programmazione, le cui conseguenze ricadono su quelli che sono direttamente interessati alle attività commerciali. E qui al livello circoscrizionale è importante, anche se fino ad oggi non c'è stato di fatto, per vari motivi, un rapporto tra circoscrizioni e commercio; anche il dispositivo del regolamento sulle circoscrizioni che prevede la consultazione sulle licenze commerciali non è mai stato applicato, in quanto era praticamente inutile, visto che non sussistono i margini di discrezionalità per esprimere un parere, perché in molti casi il parere della commissione competente è vincolante: le osservazioni della circoscrizione non servirebbero in pratica a niente. Quindi si tratta di rivedere le competenze della circoscrizione in questo settore. Potrebbe ad esempio svolgere un ruolo di controllo rispetto all'abusivismo, se disponesse di vigili di circoscrizione; ma soprattutto va rilanciato il ruolo di coordinamento dei diversi aspetti che la circoscrizione può svolgere quando esprime i pareri sull'urbanistica e sull'edilizia, cercando di tenere presenti anche i problemi del commercio e del trasporto. Su questa base, se in futuro anche l'Assessorato al commercio inizierà un rapporto con le circoscrizioni, noi siamo disponibili a collaborare.

 

 

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