La Chiesa
Cattolica italiana celebra nel mese di settembre la Giornata per la
salvaguardia del creato. Le singole parrocchie, in funzione delle locali
esigenze pastorali, possono celebrare la giornata in una qualsiasi domenica
di settembre. L'iniziativa storicamente nasce da una proposta formulata nel
1989 dal Patriarca Ecumenico di Costantinopoli Dimitrios, che ha trovato
ampia risonanza in ambito ecumenico. La Chiesa Cattolica italiana dal 2006
ogni anno testimonia la sua volontà di condividere la sensibilità per i
temi ambientali, facendo crescere l'attenzione per essi nella vita delle
nostre comunità. Nel 2015 la Laudato si' di papa Francesco ha fatto
comprendere la centralità delle tematiche ambientali per la nostra fede e
la stretta connessione esistente tra salvaguardia del creato e giustizia
sociale.
Quest'anno la Chiesa ha deciso di porre l'attenzione in particolare sul tema
della giustizia e della pace, senza le quali nessuna politica di
salvaguardia del creato può risultare pienamente efficace. Nel suo
messaggio per la giornata del Creato 2023, papa Francesco parte
dall'esortazione del profeta Amos: «Come le acque
scorra il diritto e la giustizia come un torrente perenne». Questa
espressiva immagine ci dice quello che Dio desidera. Dio vuole che regni la
giustizia, che è essenziale per la nostra vita di figli a immagine di Dio,
come l’acqua lo è per la nostra sopravvivenza fisica.
Il papa ricorda che il Gruppo intergovernativo delle Nazioni Unite sul
cambiamento climatico ha affermato che un’azione urgente per il clima può
garantirci di non perdere l’occasione di creare un mondo più sostenibile
e giusto: «Possiamo, dobbiamo evitare che si verifichino le conseguenze
peggiori. È molto quello che si può fare, se, come tanti ruscelli e
torrenti, alla fine insieme confluiamo in un fiume potente per irrigare la
vita del nostro meraviglioso pianeta e della nostra famiglia umana per le
generazioni a venire. Uniamo le nostre mani e compiamo passi coraggiosi
affinché la giustizia e la pace scorrano in tutta la Terra».
In primo luogo, continua il Papa, contribuiamo a questo fiume potente
trasformando i nostri cuori. È la "conversione ecologica" che
«Giovanni Paolo II ci ha esortato a compiere: il rinnovamento del nostro
rapporto con il creato, affinché non lo consideriamo più come oggetto
da sfruttare, ma al contrario lo custodiamo come dono sacro del Creatore».
In secondo luogo, trasformiamo i nostri stili di vita. «Partendo
dalla grata ammirazione del Creatore e del creato, pentiamoci dei nostri peccati
ecologici. Questi peccati danneggiano il mondo naturale e anche i nostri
fratelli e le nostre sorelle. Con l’aiuto della grazia di Dio, adottiamo
stili di vita con meno sprechi e meno consumi inutili, soprattutto laddove i
processi di produzione sono tossici e insostenibili. Cerchiamo di essere il
più possibile attenti alle nostre abitudini e scelte economiche, così che
tutti possano stare meglio: i nostri simili, ovunque si trovino, e anche i
figli dei nostri figli. Collaboriamo alla continua creazione di Dio
attraverso scelte positive: facendo un uso il più moderato possibile delle
risorse, praticando una gioiosa sobrietà, smaltendo e riciclando i rifiuti
e ricorrendo ai prodotti e ai servizi sempre più disponibili che sono
ecologicamente e socialmente responsabili».
Inoltre dobbiamo trasformare «le politiche pubbliche che governano le
nostre società e modellano la vita dei giovani di oggi e di domani,
politiche economiche che favoriscono per pochi ricchezze scandalose e per
molti condizioni di degrado»,
politiche inconciliabili con gli ideali di pace tra i popoli e di giustizia
sociale.
Ognuno di noi si deve sentire impegnato a portare il proprio
contributo alla conversione ecologica invocata da papa Francesco. Dobbiamo
diventare sempre più consapevoli che anche ogni piccolo gesto quotidiano
(come differenziare correttamente i rifiuti, evitare quando possibile di
usare l'automobile, preferendo i mezzi pubblici o la bicicletta, evitare gli
sprechi di acqua e corrente elettrica, ecc.) contribuisce a creare le
condizioni per una società più giusta. Così come la nostra partecipazione
attiva alla chiesa locale (parrocchia e diocesi) e alla società civile
(quartiere e Comune) può contribuire a realizzare una società più giusta,
più inclusiva, più solidale, più attenta a chi è in difficoltà.
Maurilio
Lovatti
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