Maurilio Lovatti
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Son passati cinque anni...
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Il Cantiere, dicembre 2020
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Il 24
maggio 2015, nel terzo anno del suo pontificato, papa Francesco ha
pubblicato la Laudato sì, lettera enciclica sulla cura della casa
comune. Papa Francesco aveva tracciato un quadro realistico e allarmato ad
un tempo sulla situazione del pianeta. Il pontefice descriveva i gravi
mutamenti climatici in atto a causa del riscaldamento globale, il problema
della scarsità dell'acqua soprattutto per i più poveri, la grave perdita
delle biodiversità in atto, gli effetti dell'inquinamento, il
deterioramento della qualità della vita umana e la degradazione sociale che
si diffonde. Insisteva sul fatto che le reazioni a questa situazione, sia
della politica, sia della cultura, fossero troppo deboli, del tutto
inadeguate alla gravità della situazione. |
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A cinque
anni di distanza, come possiamo valutare gli effetti dell'enciclica? Penso
che gli effetti siano stati notevoli e molto buoni sulla cultura e sulla
politica. Sul piano culturale è cresciuta la consapevolezza dell'emergenza
ambientale. I giovani sono diventati in tante realtà protagonisti attivi
nel generare un cambiamento di mentalità. Non mi riferisco solo ai momenti
più eclatanti (come Greta Thunberg e il movimento Friday for Future)
ma anche alle piccole realtà che non fanno notizia. In molte scuole
superiori l'enciclica è stata studiata e discussa. In varie parrocchie e
diocesi l'educazione ambientale è divenuta parte integrante della catechesi
e delle omelie. Sul piano politico c'è stato uno spostamento di risorse
verso gli investimenti sull'ambiente e la riduzione dell'uso di fonti
d'energia non rinnovabili o ad alta emissione. A livello internazionale si
è rafforzata la consapevolezza dei governi (Trump a parte, ma per fortuna
non è stato rieletto) a rafforzare gli accordi per la riduzione delle
emissioni. |
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Il Cantiere, dicembre 2020, pag. 15-16
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