Il
circolo ACLI di Chiesanuova, nei mesi di gennaio e febbraio, ha promosso un
ciclo di incontri formativi per presentare l'esperienza e la vita di alcuni
testimoni emblematici del laicato cattolico impegnati nella politica o
nell'ambito sociale e professionale, che non si sono lasciati tentare dallo
scoraggiamento o dal disimpegno. Gli incontri, nella sala del fuoco, hanno
preso in esame le figure di Giorgio La Pira, Achille Grandi, Laura Bianchini
e Rosario Livatino. Le presentiamo qui brevemente, per chi non ha potuto
partecipare.
Giorgio La Pira (1904 -
1977)
Giorgio La
Pira nasce a Pozzallo (Ragusa) nel 1904. Nel 1922 si iscrive alla facoltà
di Giurisprudenza dell'Università di Messina. Nel 1925 entra a far parte
del Terzordine domenicano. Nel 1926 si trasferisce a Firenze per seguire il
docente con cui stava preparando la tesi e dopo pochi mesi si laurea e
inizia ad insegnare diritto romano nell'ateneo fiorentino. Nel tempo libero
promuove e partecipa assiduamente ad iniziative caritative a favore dei
poveri. Partecipa alla Resistenza. Ricercato dalla Polizia si nasconde a
Siena. E' eletto nella lista della DC all'Assemblea Costituente (1946-47),
dove contribuisce alla scrittura dei principi fondamentali della
Costituzione, in particolare il testo dell'art. 2. E' eletto alla Camera nel
1948. E' Sottosegretario al Ministero del Lavoro (1948-50).
E' divenuto famoso come Sindaco di Firenze (1951-65), sia per aver promosso
convegni di sindaci delle maggiori città del mondo a favore della pace nel
mondo, sia per l'impegno della sua Amministrazione comunale a favore dei
lavoratori, dei poveri e dell'edilizia popolare.
Tutto l'impegno politico, sociale e caritativo di La Pira si è basato su
poche convinzioni, vissute con fede e determinazioni. In primo luogo una
salda fiducia nella Provvidenza, tipicamente manzoniana, che non lo ha mai
abbandonato. Poi il forte spirito di servizio: i ruoli di parlamentare,
membro del governo e sindaco gli sono sempre stati richiesti
(dall'arcivescovo di Firenze e dalla DC) e lui li ha accettati per dovere,
rinunciando al suo desiderio di dedicare la maggior parte del suo tempo allo
studio e all'insegnamento.
Infine la sua ferrea convinzione che le priorità per la politica debbano
essere l'impegno per contrastare la povertà, la difesa dei diritti e della
dignità dei lavoratori, la pace.
Così definiva la politica nel 1945: “Non si dica quella solita frase poco
seria: la politica è una cosa 'brutta'! No. L'impegno politico è un
impegno di umanità e di santità, è un impegno che deve potere convogliare
verso di sé gli sforzi di una vita tutta tessuta di preghiera, di
meditazione, di prudenza, di fortezza, di giustizia e di carità.”
Nel 1986 è stata avviata la causa di beatificazione.
Maurilio Lovatti
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Achille Grandi (1883 - 1946)
Achille
Grandi è stata una figura importante del laicato cattolico in un periodo
particolarmente complicato che ha visto la rivoluzione industriale, la
nascita delle prime forme di tutela del lavoro attraverso il sindacalismo,
il protagonismo politico dei cattolici dopo anni di non impegno, l‘avvento
del fascismo e la nascita della repubblica democratica
Nasce a Como il 24 agosto 1883, e morirà nel 1946 appena in tempo per
vedere un sindacato unitario libero e la nuova Italia finalmente liberata
dalla dittatura e dalla guerra.
E’ il primo di 4 figli, Il padre lavora nell’industria tessile, ma
presto verrà licenziato e Achille sarà costretto a lasciare la scuola a 11
anni e a lavorare come apprendista in una tipografia.
In quel periodo, dopo il lavoro, frequentando un circolo popolare di
ispirazione cristiana matura il suo impegno sociale e religioso che lo
renderanno uno dei leader del nascente sindacato cattolico prefascista e del
sindacato unitario postfascista.
In quel periodo i cattolici sotto la direttiva della gerarchia ecclesiastica
non partecipavano alle elezioni politiche in polemica con lo stato liberale.
Ben presto però questa situazione cambierà con la nascita del Partito
Popolare di Don Luigi Sturzo che vedrà anche la partecipazione attiva di
Grandi.
La condizione dei lavoratori in quel periodo è particolarmente difficile,
sottopagati con un orario di 12 ore al giorno anche per le donne e per i
minori, nessuna tutela in caso di malattia o infortunio. Grandi si
impegnerà attivamente per la loro emancipazione, con le prime esperienze di
sindacato e la nascita della CIL, la confederazione del lavoro di
ispirazione cristiana che insieme alla CGdL di ispirazione socialista
rappresentano le prime vere forme di organizzazione dei lavoratori.
Costretto dal fascismo a lasciare (Mussolini scioglie infatti tutte le
organizzazioni sociali e politiche e perseguita i suoi dirigenti), organizza
clandestinamente contatti per la rinascita dell’Italia. Nel 1930 partecipa
a riunioni clandestine di cattolici (Milano, Como, Brescia e Torino) e a
convegni vari tra cui quello di Borgo Valsugana (con il gruppo di De Gasperi)
che getto le basi per la nascita della Democrazia Cristiana.
Tiene inoltre i contatti con gli esponenti sindacali anche di ispirazione
socialista per la nascita del sindacalismo democratico. Nel periodo
clandestino matura una riflessione sui limiti della azione sindacale
prefascista e sulla necessità che nel nuovo Stato democratico si provi a
dar vita ad una unità sindacale
Nel 1944 firmerà il cosiddetto Patto di Roma che darà origine alla (breve)
esperienza della CGIL unitaria. Tale esperienza finirà, per contrasti
insanabili, nel 1948.
Già nel 1943 cioè durante gli incontri preparatori per la nascita del
sindacato unitario trovando resistenze, illustra al papa PIO XII, che lo
approva, il suo progetto di affiancare al nascente sindacato unitario una
nuova associazione che si curi della formazione spirituale e sociale dei
lavoratori cattolici. E’ da questa idea che nascono le ACLI, di cui
Achille Grandi sarà il primo presidente.
Morirà a Desio nel 1946 lasciando ai lavoratori cattolici un’eredità
inestimabile di opere e di testimonianza .
Sandro Pasotti
(segue
nel prossimo numero)
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