Maurilio Lovatti
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Chiesanuova nell'età della ricostruzione
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Il Cantiere, gennaio 2018
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Come
abbiamo visto nella puntata precedente, nel gennaio del 1945 don Martino
Alessi lascia Chiesanuova e diventa parroco a S. Bartolomeo. Appena finita
la guerra, nel maggio del 1945, mons. Giacinto Tredici nomina don Battista
Ferrari curato di Chiesanuova. Don Battista aveva solo 33 anni e in
precedenza era stato curato a Borgosatollo per 8 anni. Don Battista arriva a
Chiesanuova in bicicletta e con una valigia il 14 agosto 1945 e trova la
canonica ridotta ad un cumulo di macerie per i bombardamenti. Celebra il
primo funerale il 4 settembre e il primo battesimo il 9 settembre: almeno la
chiesa era agibile. L'ingresso solenne avviene il 30 settembre: alcune
automobili giungono dalla canonica di S. Nazaro e circa duemila persone, in
parte provenienti da Borgosatollo, sono ad attenderlo di fronte alla chiesa
vecchia (quella nuova sarà costruita dal 1970 al 1972). Don Battista è
accompagnato da mons. Ernesto Pasini, che oltre ad essere parroco di S.
Nazaro e Celso era anche vicario generale della diocesi.
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La
ricostruzione del quartiere avviene con lentezza e difficoltà. Chiesanuova
aveva allora una vocazione quasi esclusivamente agricola; delle 32 cascine
esistenti la gran parte era stata distrutta dai bombardamenti. Nel 1953
alcuni industriali bresciani tra cui i Togni avevano presentato al Comune un
progetto per la costruzione di case operaie, ma non viene approvato perché
non conforme al piano regolatore. Le prime case Marcolini saranno costruite
a partire dal 1957.
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Il primo
Sindaco di Brescia dopo la guerra è Guglielmo Ghislandi, socialista e
partigiano, designato dal CLN. Il 31 marzo 1946 è eletto dai cittadini il
primo consiglio comunale dopo la dittatura fascista. Ghislandi è confermato
Sindaco, ma nel 1948 è eletto al Parlamento. Il fanfaniano Bruno Boni, che
già era vicesindaco, diventa sindaco e governerà la città fino al 1975.
E' anche segretario provinciale e leader incontrastato della DC. Dal 1948,
comunisti e socialisti sono esclusi dalla maggioranza e dalla giunta
municipale. Nelle elezioni del 1948 la DC conquista la maggioranza assoluta
(52% in città, 61% in provincia di Brescia). La ricostruzione della città
è perseguita con decisione, anche se in un quadro economico difficile
(Brescia è la terza provincia per numero di disoccupati dopo Napoli e
Torino) caratterizzato dalla mancanza di abitazioni: oltre agli edifici
bombardati, c'erano ancora i baraccati di via Chiusure, causati dalle
demolizioni nel centro storico per realizzare piazza Vittoria (1929-32).
Vengono costruiti nuovi quartieri periferici, nuove scuole e nel 1951 è
inaugurata la galleria sotto il castello. Brescia ha circa 140 mila
abitanti. Maurilio Lovatti |
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Il Cantiere, gennaio 2018, pag. 20-21
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