Maurilio Lovatti 

 

 

Chiesanuova tra le due guerre

 

 

Il Cantiere, ottobre 2017

 

 

Nel gennaio del 1925 muore don Annibale Conti, che per 36 anni era stato curato di Chiesanuova. Il mese successivo, il prevosto di S. Nazaro mons. Emilio Bongiorni, che era anche vescovo ausiliare, nomina nuovo curato di Chiesanuova don Francesco Pasinetti, che era nato a Sant'Eufemia nel 1875, e dunque aveva 50 anni. In precedenza era stato curato a Muscoline, a S. Zeno, in Duomo e durante la guerra a S. Giovanni in città. L'ingresso solenne di don Francesco avviene il 3 maggio, ma già da aprile aveva iniziato ad operare nella nostra comunità (il primo battesimo lo celebra il 2 aprile 1925).
Il 27 giugno 1929 viene solennemente commemorato il terzo centenario della consacrazione della chiesa (si tratta ovviamente della chiesa vecchia, quella nuova verrà costruita tra il 1970 e il 1972). Partecipa il vescovo ausiliare Bongiorni, che celebra una “Messa in musica con sparo di mortaio ed illuminazione, con concorso straordinario di popolo”, come recitano le cronache del tempo.
Il 15 aprile 1933 muore mons. Giacinto Gaggia, vescovo di Brescia dal 1913, il più antifascista dei vescovi italiani. Negli anni Venti i cattolici bresciani erano stati soggetti alla violenza fascista: nel novembre 1925 erano stati devastati gli organi di stampa cattolici, il Cittadino e la Voce del Popolo.
Tra il 1925 e l'inizio del 1929, l'oratorio della Pace era stato invaso e devastato più volte e i padri filippini Paolo Caresana e Giulio Bevilacqua, antifascisti intransigenti, erano stati costretti a trasferirsi a Roma per sfuggire alla violenza fascista. Ma in seguito alla stipula del Concordato (febbraio 1929) il clima è cambiato e alle elezioni del 1929, elezioni tutt'altro che libere e democratiche (c'era una lista unica bloccata, stabilita dal Gran Consiglio del Fascismo) gli altri vescovi italiani decidono di votare. Gaggia è l'unico vescovo che si rifiuta di farlo. Dichiara: “non ho mai votato e non so perché lo dovrei fare stavolta”. A chi gli chiede di mitigare questa sua posizione adducendo ragioni di salute, risponde: “no, dite pure che sto bene, anzi benone!” E riferendosi a Mussolini e al Concordato, afferma: “preferisco una legge cattiva in mano di un onesto, che il Vangelo in mano di un disonesto”.
Dopo oltre otto mesi di contrasti tra Mussolini e il partito fascista da un lato, e Pio XI e il Vaticano dall'altro, il 21 dicembre 1933 il milanese Giacinto Tredici è nominato vescovo di Brescia, dopo che anche Angelo Roncalli, il futuro Giovanni XXIII, aveva aspirato alla sede episcopale di Brescia. Le complesse e tormentate vicende che hanno portato alla scelta di Tredici sono state per la prima volta ampiamente documentate e rese pubbliche nel mio libro su Tredici, pubblicato nel 2009.
Anche per Chiesanuova e Noce il 1933 è un anno significativo. A Chiesanuova è collaudato l'organo e viene allestita per la prima volta la macchina del triduo; alla Noce il curato don Paolo Zanibelli lascia la chiesa di S. Maria celebrando l'ultima messa il 18 maggio 1933 e si trasferisce a Pontevico. Don Bartolomeo Miglioli è nominato nuovo curato della Noce. Nato a Villacarcina nel 1892, il 25 giugno 1933 celebra la sua prima messa alla Noce, dove rimarrà per 25 anni, divenendone il primo parroco nel 1958.
Anche a Chiesanuova nasce una piccola sezione locale del Fascio, che entra talvolta in contrasto col curato per l'educazione dei ragazzi, al punto che i fascisti ordinano a don Francesco “di non tenere i ragazzi dopo le 11 di ogni domenica perché si tiene adunata” (3 marzo 1936). L'educazione dei ragazzi è un ambito in cui un po' in tutto il nord Italia si manifestano contrasti tra la Chiesa e il regime fascista. Il concordato aveva riconosciuto la legittimità dell'Azione Cattolica, ma i fascisti avrebbero voluto che essa svolgesse solo un'attività religiosa, lasciando il compito educativo alle organizzazioni giovanili fasciste, mentre la Chiesa tenta di difendere un proprio autonomo spazio educativo. In questo contesto nel 1936 alla Noce inizia l'attività del Circolo giovanile maschile (allora maschi e femmine erano rigidamente separati in chiesa e in oratorio) voluto da mons. Lorenzo Pavanelli (1876-1945) che nel 1906 aveva fondato la Federazione Giovanile Leone XIII, e che tanto ha contribuito nella nostra diocesi alla diffusione degli oratori e del catechismo parrocchiale per i fanciulli e i ragazzi. Mons. Pavanelli arriva di persona alla Noce e il 2 febbraio 1936 inaugura il Circolo e ne benedice la bandiera.
Durante i 13 anni di permanenza a Chiesanuova, don Francesco celebra 283 funerali, di cui quasi la metà di fanciulli non ancora cresimati, segno che la mortalità infantile nelle campagne era ancora alta. Nello stesso periodo nascono 602 bambini, ma 224 di questi sono battezzati all'ospedale cittadino, poiché in quegli anni le nascite in casa cominciavano a diminuire a favore dei parti in ospedale, pur rimanendo ancora la maggioranza.
Don Francesco muore il 16 novembre 1937, all'età di 62 anni. Il funerale si celebra a Chiesanuova, ma per volontà dei familiari è seppellito a Nuvolento.

 

 

mons. Giacinto Gaggia, vescovo di Brescia dal 1913 al 1933

 

 

 

 

Il Cantiere,  ottobre 2017, pag. 18-19

 

 

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